Potrebbe venire a tutti il mal d’Africa, o forse c’è già. La coppa d’Africa si svolgerà dal 19 gennaio al 10 febbraio 2013 in Sudafrica, e questa competizione è sempre più importante nel panorama del calcio mondiale. Insomma, sarà bene dedicarvi tanta attenzione, soprattutto da parte dei club europei che andranno a scegliere i giovani talenti del futuro, magari nella speranza di aggiudicarsi i nuovi Samuel Eto’o o Didier Drogba. Due campioni che sono i simboli del continente, ai quali si aggiungono tanti buoni giocatori sparsi in tutto l’universo calcistico. La Coppa d’Africa regala sempre spettacolo e sorprese, dentro e fuori dal campo, come successe anche nella passata stagione con il successo a sorpresa dello Zambia. Uno che conosce bene il calcio africano è Beppe Dossena, dal 1998 al 2000 allenatore della Nazionale del Ghana, di cui era stato anche tecnico dell’Under 20 per il Mondiale di categoria del 1999, mentre poù di recente ha avuto un’esperienza in Etiopia, al Saint-George SA. Ecco dunque cosa ci ha detto in questa intervista per IlSussidiario.net.
Qual è l’atteggiamento del calcio europeo nei confronti della Coppa d’Africa? L’ interesse è sempre maggiore, e questa è una cosa che reputo positiva, perché dimostra l’evoluzione che ha avuto il calcio africano in questo ultimo periodo, tutti i miglioramenti che ha avuto e che lo stanno portando sempre più in alto.
Come è cambiato il calcio africano negli ultimi anni? Alcuni paesi si sono forniti di strutture adeguate, si sono avvicinati all’Europa, è cambiata anche la cultura. Si sta avviando anche qui un processo di crescita che non potrà che fare bene al calcio africano.
Drogba e Eto’o sono i simboli di un continente? Direi di sì, non possono che essere questi due campioni i simboli, i giocatori più rappresentativi del calcio africano e di tutto questo continente.
Ci può raccontare la sua esperienza in Ghana? E’ stata un’esperienza molto positiva, in cui ho cercato di portare i segreti e gli insegnamenti del calcio europeo. E’ stato comunque uno scambio di culture: ho imparato la loro filosofia, ho portato la mia. Mi sono trovato molto bene.
E in Etiopia come ha vissuto e lavorato? Anche qui ho dato e ricevuto, e ho avuto l’opportunità di conoscere un altro volto dell’Africa: dopo quello più strettamente nero, quello del Corno d’Africa.
Cosa deve ancora imparare il calcio africano da quello europeo e quello sudamericano? Il Ghana ci è già andato vicino, e credo che presto una nazionale africana potrebbe arrivare a qualche traguardo prestigioso. Al di là di questo, credo che per il momento sono poche le nazioni competitive a livello mondiale. Servirà, sia per queste che per le altre, proseguire nel processo di miglioramento che il calcio africano ha già avviato. Il futuro non potrà che essere positivo.
A livello giovanile come si colloca il calcio africano?
E’ a un livello molto alto, questo lo sappiamo da tempo: è una fucina di talenti da cui le squadre europee possono pescare sempre.
Le sue squadre favorite per questa Coppa d’Africa quali saranno? Il Ghana avrà molte possibilità di aggiudicarsi il trofeo, così come la Costa d’Avorio. Poi ci saranno altre nazionali che potrebbero fare molto bene e vincere, come la Tunisia, il Congo, la Nigeria e il Mali.
Lei naturalmente sarebbe molto contento se il Ghana vincesse… E’ normale, mi farebbe molto piacere che questo avvenisse: il Ghana campione d’Africa sarebbe una cosa molto bella.
(Franco Vittadini)