La “sua” Etiopia ha fermato in 10 lo Zambia campione d’Africa. Quell’Etiopia che ha 9 giocatori del Saint George, la squadra con cui Danilo Pileggi ha vinto il titolo nella stagione 2011-2012. Chi meglio di lui per dare un giudizio su queste prime partite della Coppa d’Africa che ha visto nazionali come il Sudafrica e il Marocco non dimostrare tutto il loro valore tecnico, come lo stesso Ghana, grande favorito della vigilia, fermato dal Congo. Insomma sembra proprio che le big non vogliano scoprirsi, non vogliano svelarsi, per aspettare la continuazione del torneo. Pileggi in Etiopia ha lavorato bene ed è anche rimasto entusiasta dall’esperienza umana che questa nazione gli ha dato. Un calcio come passione, come vera gioia. Ma un calcio quello africano, non solo dell’Etiopia di grande valore tecnico. E chissà che per lui un tempo ex giocatore del Torino, possa aprirsi in futuro la possibilità di allenatore la squadra granata. Un sogno per chi ha indossato questa maglia veramente speciale. Abbiamo parlato proprio con Pileggi di Coppa d’Africa.



Partiamo dalla “sua Etiopia”, un bel risultato, questo pareggio, in 10 contro lo Zambia campione d’Africa. E’ stato proprio un bel risultato quello dell’Etiopia  che ha testimoniato anche la crescita di questa nazionale. Mi fa anche piacere il fatto che in questa squadra ci siano 9 giocatori del Saint George, la squadra che ho portato alla conquista dello scudetto questa nazione nella stagione 2011 -2012.



Potrebbe essere l’Etiopia la sorpresa del torneo? Potrebbe anche essere, dipenderà dallo spirito con cui giocherà le prossime partite. E’ un ottima squadra come ho detto prima, con un centravanti Said di grande valore tecnico.

Sudafrica deludente nella sua prima partita con Capo Verde, è d’accordo? Si non ha disputato certamente una grande partita a testimoniare che c’è grande equilibrio e che anche squadre più blasonate non hanno esordito in modo brillante.

Come giudica in particolare questi primi incontri della Coppa d’Africa? Li giudico positivi, perché proprio l’equilibrio a cui si sta assistendo dimostra che il calcio africano sta crescendo. C’è fermento, non ci sono solo le cosiddette grandi che dominano, come dimostra il Congo che ha fermato il Ghana, grande favorita della vigilia. Da considerare molto questo Congo poi che ha tanti giocatori che potrebbero militare nei campionati europei.



Si aspetta sorprese, o dovrebbero essere rispettati i pronostici alla fine? Vedremo, dipenderà dall’evolversi del torneo, dalle prossime partite. Solo col tempo potremo dare un giudizio su chi vincerà, sulle squadre che saranno protagoniste, sulle eventuali sorprese.

Qual è stato il motivo che l’ha spinta ad andare ad allenare in Etiopia? Ho avuto una possibilità di lavoro e sono andato in questa realtà calcistica che non conoscevo. Mi sono trovato molto bene e sono soddisfatto della scelta che ho fatto.

Tornerà ad allenare in questo paese all’inizio della prossima stagione calcistica? 

In realtà la stagione calcistica è già iniziata, anche se il campionato adesso è fermo. Ho avuto dei contatti anche col campionato di serie B e col campionato Pro, con la possibilità di andare ad allenare anche negli Emirati Arabi.

Quali difficoltà e quali gioie nell’allenare in Africa? Le difficoltà possono essere rappresentate dalla carenza qualche volta di strutture sportive, dalle trasferte fatte su strade spesso non ideali per i mezzi di comunicazione. La gioia è quella di aver vinto uno scudetto, la festa per questo scudetto, il vedere che il calcio in questo paese è una passione vissuta fino in fondo.

Le piacerebbe allenare un giorno il Torino, di cui ha fatto parte da giocatore? Sarebbe bello, veramente bello. Ho vestito la maglia granata, subito dopo che il Torino vinse lo scudetto. Poi tra il 1983 e il 1987 in cui conquistammo un secondo posto nel 1985 alle spalle del Verona. Sarei molto felice se questo accadesse.

 

(Franco Vittadini)