Ormai è sicuro che Jose Mourinho lascerà il Real Madrid a fine stagione. La frattura con i senatori della squadra più titolata di Spagna (pur se smentita dal presidente Florentino Perez) non ha concesso scampo al tecnico portoghese, che comunque aveva già deciso di andarsene questa estate, possibilmente dopo avere vinto la decima Champions League della storia del Real. Mourinho non poteva sopportare che la sua forte personalità fosse messa in discussione dai principali giocatori dello spogliatoio madridista. D’altronde il tecnico portoghese non si è mai fermato per molti anni nella stessa società, come ben sanno i tifosi di Porto, Chelsea e Inter. C’è grande interesse per capire dove potrebbe andare Mourinho nella prossima stagione, e in pole position c’è un suo possibile ritorno in Inghilterra. Per parlare di questo ormai sicuro addio tra Mourinho e il Real Madrid abbiamo sentito Paolo Condò, giornalista de La Gazzetta dello Sport, uno dei più profondi conoscitori del calcio internazionale. Eccolo in questa intervista per IlSussidiario.net.



Secondo lei qual è la vera ragione per cui Mourinho se ne andrà? Mourinho non è un tecnico che ama stare tanto tempo in un club, al massimo tre anni. E’ il suo modo di essere allenatore, di impostare il suo lavoro. Il primo anno studia la situazione, il secondo è già al top, il terzo è l’atto finale della sua presenza in un club. E in questi tre anni stabilisce un rapporto logorante con i suoi giocatori, che alla fine crea una frattura tra la squadra e lo stesso allenatore.



Quindi il motivo del suo addio è questa frattura con i senatori del Real Madrid? Direi di sì, come si legge anche su Marca alcuni senatori del Real Madrid, come Casillas e Sergio Ramos, hanno detto che bisognava scegliere tra loro e Mourinho. L’allenatore non aveva certo legato con loro, e così la società ha dovuto decidere. In ogni caso Mourinho se ne sarebbe andato lo stesso, proprio perché non ama stare in un club per tanto tempo e preferisce fare progetti a breve scadenza, come era successo all’Inter.

E’ il suo modo di essere allenatore, quindi, che condiziona anche i giocatori? Al Chelsea e all’Inter aveva stabilito un buon rapporto con i suoi giocatori. I più importanti avevano stima di lui, che si comportava come un capitano con i suoi soldati. I risultati poi sono arrivati, e Mourinho all’Inter ha deciso di partire nel momento di maggior successo. Lo farebbe anche al Real, se vincesse la Champions League quest’anno.



In Spagna sembra non avere avuto successo, come mai? Non ha fermato lo strapotere del Barcellona, e questa è una cosa che possiamo vedere tutti. Uno dei motivi è che quando è venuto in Spagna ha impostato la sua presenza al Real puntando sul dualismo con Guardiola. E’ una cosa che ha logorato molto lo stesso Guardiola, portandolo a lasciare la squadra catalana. Ora però è Mourinho che sente la mancanza di Guardiola, perché con Vilanova non ci può essere confronto. L’allenatore attuale del Barcellona non ha la personalità, non regge il confronto con Mourinho, che non ha più quell’atteggiamento provocatorio che aveva con Guardiola: si è perso un duello importante del calcio spagnolo.

Qual è la vera idea di calcio di Mourinho? Mourinho ama un tipo di calcio basato sul pressing, la possibilità di recuperare sempre palloni durante una partita. Direi poi che Mourinho adatta il suo gioco alle caratteristiche dei calciatori che ha: non è un difensivista, non è come Zeman che predilige il calcio d’attacco e non è come Guardiola che sarà ricordato per il calcio spettacolo che faceva al Barcellona. Sarà ricordato per la personalità che ha, per questo suo modo di accostarsi al calcio.

Potrebbe tornare all’Inter? No, non credo proprio. Mourinho va solo in club che vogliono spendere e acquistare giocatori importanti e Moratti ora non ha grandi disponibilità economiche.

Quindi la sua prossima squadra sarà il Chelsea? 

E’ molto probabile che sia proprio questa la sua prossima destinazione.

Non potrebbe andare al City al posto di Mancini? No, questo lo escludo. Il Manchester City ha diversi dirigenti catalani, che mal sopporterebbero la sua presenza.
 

Tornerà ad allenare Balotelli? Questo è difficile da dire. Certamente Mourinho non andrà al City, ma è anche vero che Balotelli dovrebbe lasciare questo club. In ogni caso, Mourinho non si farebbe tanti problemi se avesse Balotelli a disposizione, lo farebbe giocare fino in fondo. A lui interessa solo vincere.

Allenerà una Nazionale? Mourinho ha detto più di una volta che gli piacerebbe allenare il Portogallo. Questo sarebbe forse il momento giusto, perché il Portogallo è una buona squadra. Comunque un giorno lo farà sicuramente.

Com’è il suo rapporto con Cristiano Ronaldo? Non si amano, hanno lo stesso agente che però non li fa mai incontrare. A fine stagione naturalmente si separeranno.

E Mourinho alla Juventus fra qualche stagione sarà possibile? Tutto è possibile, la Juventus sta costruendo una grande squadra. Chissà cosa succederebbe se arrivasse fra qualche anno un’offerta interessante dai bianconeri.

 

(Franco Vittadini)