Il giovane assessore allo Sport e alle politiche giovanili del Comune di Corbetta, paese della provincia di Milano non distante da Busto Arsizio è tra i sei indagati per i cori razzisti allo stadio della città bustocca contro i giocatori di colore del Milan, che giovedì scorso avevano scatenato la reazione di Kevin Prince Boateng portando così all’annullamento dell’amichevole contro la Pro Patria. Si tratta di Riccardo Grittini, 21 anni, della Lega Nord, che era stato nominato assessore nello scorso autunno.



Il sindaco di Corbetta, Antonio Balzarotti, che vinse le elezioni nel 2011 a capo di una coalizione PdL-Lega, ha espresso il suo sconcerto parlando con il Corriere della Sera: “È un bravo ragazzo, una persona perbene. L’ho sentito domenica mattina per capire che cosa fosse successo. Era affranto, distrutto. Mi ha parlato di una goliardata, di un episodio simile a quelli che accadono tutte le domeniche negli stadi. Certo, se si rivelasse non una ragazzata ma un episodio di razzismo vero e proprio non potrei fare altro che dissociarmi totalmente”.



Intanto il cosiddetto ‘caso Boateng’ continua ad essere al centro dell’attenzione anche dei massimi vertici delle istituzioni. Oggi infatti ne ha parlato anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, che è intervenuta alle celebrazioni per l’anniversario della nascita del Tricolore italiano. Ma anche questo momento ‘storico’ non le ha impedito un commento su una vicenda di stretta attualità. La Cancellieri ha detto: “È stato un gesto altamente simbolico, bello e condivisibile, perché ha voluto richiamare l’attenzione su di un problema importante”. Una posizione che non coincide con quella del presidente della Fifa, dal momento che Sepp Blatter aveva detto che il Milan ha sbagliato a lasciare il campo. Anche la Cancellieri, comunque, chiarisce che la situazione va affrontata in modi ben più sistematici: “Naturalmente deve rimanere un gesto isolato, perché poi questo tipo di contrasto va fatto in modo più tecnico e specifico”.



Parole durissime arrivano invece da Giancarlo Abete: “Cacciamoli dagli stadi. Auspico che arrivino migliaia di Daspo anche di 5 anni di durata, per mandare i responsabili fuori dagli stadi italiani”. Così si è espresso contro gli autori dei cori razzisti il presidente della Federcalcio in una intervista rilasciata questa mattina all’emittente Radio 24.

L’argomento è infatti tornato di grande interesse, come dimostra ad esempio l’attenzione dedicata dai media ai fischi contro Ibarbo in Lazio-Cagliari di sabato sera, che probabilmente hanno fatto notizia solo perché giunti due giorni dopo l’episodio di Busto Arsizio. C’è chi sostiene che invece questi fatti non dovrebbero essere evidenziati, per farli cadere nell’oblio e non dare pubblicità a chi li fa. Abete invece è del parere opposto: “Non parlare di questi temi per non dare pubblicità ai colpevoli? No. Anzi, bisogna parlarne. I responsabili sono individuabili facilmente, negli stadi e con le tecnologie di oggi. Cacciamoli dai nostri stadi”.