Il mondo del calcio piange la scomprarsa di Bruno Metsu, ex calciatore ed allenatore francese deceduto all’età di 59 anni a causa di un male incurabile. Ad onor del vero, la notizia non è del tutto inattesa; già lo scorso luglio, Metsu, aveva raccontato della sua malattia in un’intervista rilasciata a L’Equipe: “Sono andato a fare delle analisi del sangue e mi hanno riscontrato un cancro del colon, del fegato e dei polmoni. Mi hanno dato tre mesi di vita. E’ stato un colpo enorme”. Al termine di una discreta carriera da calciatore, il riccioluto ragazzo di Coudekerque inizia la sua nuova avventura d’allenatore nell’87 con il Beauvais (sua ultima squadra da calciatore). La svolta arriva ben tredici anni dopo quando viene scelto come CT della Guinea, esperienza che gli permette di farsi conoscere anche nel “Continente Nero”. Due anni più tardi, infatti, alla guida del Senegal riesce a raggiungere – dopo una finale persa in Coppa d’Africa – i quarti di finale dei Mondiali, dopo aver battuto proprio la Francia (nonché campione in carica) nella gara inaugurale ed eliminato la Svezia. E’ l’esplosione di un calcio africano che già con gli exploit di Camerun e Nigeria si era fatto notare (ma mai nessuna nazionale era mai andata così avanti in una Coppa del Mondo); giocatori come Khalilou Fadiga (acquistato dall’Inter, tuttavia senza mai giocare), Ferdinand Coly (Perugia e Parma), El-Hadji Diouf (Liverpool, e poi tanti anni in Premier League) e Papa Bouba Diop spopoleranno in Europa. Successivamente la sua carriera prosegue in Medio Oriente e addirittura un matrimonio con una ragazza musulmana grazie al quale si converte all’Islam, assumendo il nome di Abdoul Karim. Qui diventa tecnico di diverse nazionali e club, tra cui gli Emirati Arabi Uniti (con cui ha vinto anche una Coppa del Golfo nel 2007) e il Qatar, dal quale viene però esonerato dopo il fallimento in Coppa d’Asia; stessa sorte che gli capita sulla panchina dell’Al-Wasl, dove aveva preso il posto di Diego Armando Maradona.



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