“Abbiamo firmato con Thohir”, le quattro parole che scrivono la parola fine alla telenovela. Dopo mesi di tira e molla strategici sono arrivate nella mattinata di oggi le firme tra Erick Thohir e Massimo Moratti: l’Inter passa nelle mani del magnate indonesiano, dopo che nella notte i legali del tycoon e quelli del’(ex?) presidente nerazzurro avevano sistemato gli ultimi dettagli della trattativa che ha tenuto i tifosi nero-azzuri (ma non solo), sulla corda. Moratti cede il 70% delle quote e afferma, entrando in sede, di non sapere se resterà o meno alla presidenza della Beneamata. Per tirare le somme del passaggio di proprietà e per cercare di capire il senso dell’operazione e il profilo che l’Inter assumerà sotto la presidenza di Thoir, la redazione de ilsussidiario.net ha contattato il giornalista de IlSole24Ore Marco Bellinazzo, espero di business e calcio.



Finalmente hanno firmato. La cifra dell’operazione? Le cifre sono quelle circolate nelle ultime settimane: il 70% per 250 milioni di euro. Però siccome negli ultimi giorni ci sono stati dei problemi nella trattativa con molto dettagli da sistemare, bisogna aspettare che escano i comunicati ufficiali delle due parti che per sapere i precisi dettagli economici.



Si parla di Thohir pronto a quotare in borsa la società. Conferma? È un’eventualità, ma non è tra le priorità. Ci vuole tempo per un’operazione di questo tipo: bisogna prima sistemare la squadra, sistemare i conti e arrivare magari in Champions e solo in un secondo momento si può valutare un’azione di questo tipo. Non la considererei una chiave di lettura immediata dell’operazione.

Moratti non l’ha mai fatto, perché? Non è che non c’abbia mai pensato: la quotazione in borsa non è di per sé fruttuosa; è fruttuosa se c’è un progetto da finanziare, e mi riferisco in particolare a uno stadio. Altrimenti significa cedere potere e le quotazioni fatte negli ultimi anni – al di là di quello registrato negli ultimi giorni con i titoli di Roma, Juve e Lazio in forte crescita – in realtà non hanno mai portato i frutti sperati.



Non paga sempre quindi. Esatto, è stata un’iniziativa più perdente che vincente negli ultimi anni e per questo Moratti non ha mai quotato l’Inter.

Che modello societario porterà il magnate indonesiano? Soprattutto a livello di marketing e merchandising. Sicuramente la società si porrà l’obbiettivo di tornare subito in Europa per poter valorizzare il brand. Avremo una società di stampo inglese che farà molte tournée in particolare nel Sud-Est asiatico e che punterà soprattutto sui social network e i sui media per vendere i propri prodotti. Insomma, una società molto più attenta agli aspetti commerciali che in passato.

Anche se l’Indonesia in sé sta attraversando una grave crisi economica. Sì è vero, ma il calcio resta un’impresa “pura” nel senso che la passione dei tifosi e in particolare l’attenzione a una squadra come l’Inter garantiscono da questo punto di vista buoni successi.

Quale sarà dunque la nuova formula dell’Inter? Arriverà un team indonesiano fatto di uomini fidati e Moratti non sa ancora se si farà da parte o meno… Chi mette i soldi vuole comandare. È chiaro che ci saranno uomini di fiducia, magari non nell’immediato. Thohir vorrà conoscere gli attuali quadri dirigenziali per poi decidere chi sostituire o meno. È normale che sia così. Mentre Moratti nel giro di due anni dovrebbe uscire: sta a vedere in che termini e con quali modalità. Le ultime questioni da risolvere sono legate soprattutto alla sua presidenza e alle sue deleghe, questioni che verranno discusse nell’assemblea di fine ottobre. 

(Fabio Franchini)