Il rugby è uno sport molto duro. A ricordarcelo purtroppo ogni tanto arrivano infortuni gravi come quello subito da Luca Morisi sabato in Italia-Fiji. Il giocatore milanese della Benetton Treviso, 22 anni, si è scontrato con il figiano Asaeli Tikoirotuma al terzo minuto, che gli è rovinato addosso con un placcaggio esagerato e mal riuscito. Il centro azzurro è rimasto in campo con la milza spappolata fino al decimo minuto, poi non ce l’ha più fatta. Ricoverato d’urgenza all’ospedale di Cremona, è stato operato dal professor Mario Martinotti e dalla sua équipe: inevitabile l’asportazione. Papà Riccardo, un passato da tallonatore e oggi medico, ha subito fatto il quadro della situazione: “Da un punto di vista chirurgico tutto è andato per il meglio. Ha trascorso una notte sufficientemente serena. Poi, in mattinata (ieri, ndR), è stato sottoposto a una Tac di controllo dagli esiti confortanti. I valori di pressione ed emoglobina sono nella norma. Non ha febbre. E’ a digiuno, ma non potrebbe essere diversamente. Si temeva potesse aver subito danni anche a un rene. Non è così. Se il decorso proseguirà al meglio, entro la fine della settimana sarà dimesso”. Anche i medici della Nazionale si sono detti soddisfatti, ed è stata impressionante la mobilitazione del popolo dei social network. Lo stesso Luca Morisi, intorno alla mezzanotte di sabato, su Twitter ha scritto per tranquillizzare e ringraziare amici e tifosi: “Grazie mille dei messaggi, va molto meglio! Ci vediamo in campo il prima possibile, spero”. Poi, all’alba di ieri, ha postato una foto sua e del padre fatta in ospedale. Potrà tornare a giocare? Se sì, quando? A queste risposte non si può ancora rispondere, ma il padre appare ottimista: “Alcuni colleghi, in modo colloquiale, non mi hanno escluso la possibilità. Ci sono diversi sportivi di alto livello rimasti ai vertici anche dopo l’asportazione. Ma non ci sono molti precedenti tra i rugbisti e ora è prematuro sbilanciarsi. Occorrerà valutare le reazioni dei prossimi giorni”. Non mancano però le polemiche sulla durezza del gioco figiano. Altri interventi sono stati ancora più duri di questo, anche se fortunatamente non hanno causato conseguenze altrettanto gravi. Sono fioccati i cartellini gialli (cioè le espulsioni a tempo) contro i figiani, ma secondo il numero 9 azzurro Ugo Gori sarebbe servito ancora di più: “Loro aggrediscono e intimoriscono, è la loro forza e il loro limite. Un rosso (espulsione definitiva, ndR), forse, li avrebbe calmati”.



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