Lance Armstrong continua a parlare, continua nella sua confessione sui peccati nella sua carriera di corridore e continua anche a tirare fuori nomi, le persone che hanno coperto la sua attività di ciclista dopato. In particolare, dalle ultime dichiarazioni dell’ex corridore statunitense emerge la connivenza dell’ex presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale, l’olandese Hein Verbruggen, che avrebbe coperto Armstrong al Tour 1999. Naturalmente sono affermazioni da verificare, ma ne emergerebbe il quadro di un ciclismo marcio ad ogni livello, in cui le imprese di Armstrong servivano anche a chi era al potere e per questo furono rese possibili. I sette successi consecutivi al Tour del texano sono stati recentemente cancellati, ma la figura di Armstrong continua ad agitare il mondo del ciclismo. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito l’ex ciclista e commentatore Rai Silvio Martinello. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Cosa pensa delle ultime dichiarazioni di Armstrong? Sono tutte da verificare e arrivano da una persona che è ormai alle corde, ha perso la sua dignità e oltre ai successi è rimasto colpito anche economicamente. Forse Armstrong vuole gettare nel baratro più persone che può. Bisognerebbe entrare nella sua testa per capirlo.



Perché ha parlato solo adesso di Verbruggen? Non posso sapere il motivo di questa sua scelta, può darsi che più passerà il tempo più Armstrong tirerà fuori persone e situazioni di quegli anni.

Verbruggen quindi sapeva veramente tutto? Prima di accusarlo bisognerebbe fare delle indagini precise per capire la sua eventuale colpevolezza, indagini serie e meticolose.

Perché avrebbe coperto Armstrong? Non lo so, penso però che fosse strano che quando Armstrong faceva queste cose nessuno dei dirigenti, di chi comandava nel mondo del ciclismo, non sapesse niente!

Ciclismo ancora una volta sotto accusa, ma oggi le cose sono cambiate? Sì, sono cambiate tante cose, perché i corridori sembrano essersi responsabilizzati e aver cambiato atteggiamento sul doping. Piuttosto non mi piace il modo in cui viene messo sotto processo questo mondo, le liste che vengono fuori solo adesso dei presunti dopati ai Tour 1998 e 1999. A cosa serve tirarle fuori ora? Nessuno sapeva niente prima? E poi perché alla mattina di una Milano-Sanremo vengono fatti controlli specifici sui corridori? La stessa cosa non viene fatta negli spogliatoi di una semifinale di Champions League nel calcio, succederebbe il finimondo.



Solo il ciclismo è nel mirino?

Sì, il ciclismo è stato messo sotto accusa, sono state fatte diverse indagini su uno sport che sta facendo fatica adesso in Italia, sta vivendo un periodo di crisi. Il calcio ad esempio è più tutelato, anche lì dovrebbero essere fatte delle indagini oculate. Probabilmente dove ci sono più interessi economici si fa più fatica a fare queste indagini.

Come risolvere una volta per sempre questi problemi? I corridori devono essere educati a non prendere la pratica del doping, è indispensabile che a 18-19 anni non incontrino persone sbagliate e non comincino a pensare di poterlo utilizzare per vincere, per diventare forti. E’ una battaglia culturale. 

(Franco Vittadini)