Una nuova rivelazione aggiunge un capitolo alle triste vicende umane e sportive di Marco Pantani. Esce infatti oggi il libro “In nome di Marco. La voce di una madre, il cuore di un tifoso”, scritto a quattro mani da Tonina Pantani, la madre di Marco, e dal giornalista della Gazzetta dello Sport Francesco Ceniti: tanti ricordi e aneddoti sulla vita di Marco, un ritratto a tutto tondo del ciclista e dell’uomo. Ma inevitabilmente finisce in primo piano la notizia più clamorosa contenuta nel libro: il controllo cui Pantani fu sottoposto a Madonna di Campiglio il 5 giugno 1999, la mattina del penultimo giorno di un Giro d’Italia che il corridore romagnolo stava dominando, sarebbe stato falsato da un vizio di forma. Ricordiamo che quel giorno Marco fu fermato per un livello di ematocrito troppo alto (51.9, il limite massimo è di 50), ma il protocollo Uci fu violato perché prescrive che il prelievo inizi dopo che l’atleta ha scelto la propria provetta, mentre quel famigerato mattino il contenitore dove finì il sangue del campione di Cesenatico era stato preso a caso dal medico delegato. Ciò significa che in teoria potrebbe essere stato contaminato o manipolato, e in questo caso il test sarebbe stato da annullare. Se la Mercatone Uno avesse fatto immediato ricorso, sarebbe stato accolto, e nel libro si può leggere la testimonianza dell’allora direttore sportivo del Pirata, Giuseppe Martinelli, che commenta così: “Davvero si poteva invalidare quel test? Mio Dio, mio Dio…”. Il dottor Michele Partenone aveva spiegato la situazione al processo di Trento in cui Pantani era indagato per frode sportiva, ma sostanzialmente l’aneddoto era rimasto ignoto al grande pubblico fino a oggi. Inutile dire che – in caso di ricorso – Pantani avrebbe vinto il Giro, e chissà come sarebbero andate le cose successivamente, sia dal punto sportivo, sia (e soprattutto) da quello umano. Vero che da quel giorno Marco è entrato in una spirale da cui non è più riuscito ad uscire, e che lo ha portato fino alla tragica morte avvenuta a Rimini il 14 febbraio 2004, però è anche vero (e mette grande tristezza ripensandoci a posteriori) che forse quella spirale non sarebbe mai iniziata se solo il controllo fosse stato invalidato e Pantani fosse andato a vincere il suo secondo Giro consecutivo, diventando sempre più simbolo del ciclismo mondiale e di tutto lo sport italiano. Viene dunque legittimamente da chiedersi come sarebbe cambiata la vita dell’uomo Pantani, ma anche la sua carriera ciclistica e la storia recente di questo sport: basti pensare che, stando alle ultime rivelazioni di Lance Armstrong, l’allora presidente dell’Uci Hein Verbruggen avrebbe coperto l’americano al Tour de France 1999 proprio per evitare un nuovo scandalo nel ciclismo, dopo il caso Festina del 1998 e quanto era successo a Pantani appunto un mese prima a Madonna di Campiglio. Il Pirata aveva salvato il Tour dell’anno prima, ma poi era stato travolto a sua volta – anche se va ricordato lo stop cautelare per ematocrito alto è di due sole settimane, quindi se avesse voluto avrebbe potuto andare al Tour – e la storia dell’uomo che sconfigge il cancro e poi torna vincente era sicuramente provvidenziale in quel momento… (Mauro Mantegazza)



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