Allenatori messi in discussione già dopo poche giornate, come è il caso di Massimiliano Allegri che dopo tre anni a grandi livelli è considerato da alcuni l’unico colpevole di questa crisi del Milan. E che dire di Vladimir Petkovic, tecnico della Lazio, di cui non si ricorda neanche la Coppa Italia vinta la scorsa stagione nella finale con la Roma? Vero che a volte cambiare allenatore funziona (vedi il ritorno di Gasperini a Genova), ma in generale sembra esserci troppa fretta di cambiare, non dando spesso ai tecnici neanche tre mesi di tempo. Basti pensare a Rolando Maran, l’anno scorso artefice del Catania rivelazione e quest’anno esonerato alle prime difficoltà – e con De Canio le cose non sono migliorate molto. Il Bologna invece sembra avere fatto un altra scelta e nonostante la situazione difficile della squadra non ha finora esonerato Stefano Pioli. Sembra difficile però arrivare a casi come quelli di Sir Alex Ferguson e Arsene Wenger, per tanto tempo tecnici rispettivamente del Manchester United e dell’Arsenal. Per parlare di tutto questo abbiamo sentito uno degli allenatori più conosciuti, Emiliano Mondonico. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.



Trova giusto che sia messo in discussione Allegri dopo i risultati raggiunti? Così funziona il mondo del calcio in Italia, l’allenatore è quello che viene sempre messo in discussione quando non arrivano i risultati. Quando Allegri vinceva lo scudetto con il Milan questo non succedeva, naturalmente.

Anche Petkovic non meriterebbe una sorte migliore? E’ un po’ la stessa cosa, contano i risultati alla fine e secondo questa logica Petkovic non può che essere considerato responsabile della situazione difficile della sua squadra.



Mentre il Bologna ha fatto una scelta giusta a continuare con Pioli? In questo caso la società ha voluto dare fiducia al tecnico, nonostante i risultati negativi, perché crede veramente nel suo lavoro.

Gli esoneri sono generalmente troppo frettolosi? Credo che fondamentalmente sia anche una situazione da comprendere. La dirigenza non può intervenire sui giocatori, che sono patrimonio della società, l’allenatore quindi è il responsabile di quello che succede, quando firma un contratto sa bene a cosa andrà incontro.

Non sarebbe meglio lasciarli lavorare per più tempo? E’ abbastanza normale che succeda il contrario, fa parte della realtà del calcio italiano, quindi non c’è molto da sorprendersi se a un certo punto della stagione un allenatore venga messo in discussione. Lo stesso Allegri, che è così contestato adesso, quando era primo col Milan aveva una fiducia totale della società. Ripeto: sono sempre i risultati quelli che contano.



Ci saranno mai casi come Ferguson o Wenger in Italia? E’ diverso all’estero perché l’allenatore svolge anche la mansione del direttore tecnico, che qui da noi non c’è.

L’esonero di un allenatore è anche un modo per accontentare la piazza? No, un tempo era così, ora non è più spiegabile questa cosa. L’esonero di un allenatore risponde veramente alla mancanza di risultati, a decisioni prese dalla dirigenza non in rapporto stretto con la contestazione dei tifosi.

(Franco Vittadini)