L’anticipo di San Siro finisce 1 a 1. Un Milan generoso ma impreciso non riesce ad avere ragione di un Genoa difensivo, non sfruttando un rigore e la superiorità numerica per un’ora di gioco. L’inizio dei rossoneri è arrembante: la squadra ha bisogno assoluto dei tre punti per uscire dalla crisi che alberga a Milanello nelle ultime settimane. Il primo tiro è di Muntari, ribattuto con qualche brivido da Perin in calcio d’angolo (il portiere del Genoa sarà il migliore dei suoi), poi è subito Gol: Kakà raccoglie un bel lancio di De Jong, stop al volo di pregevole fattura e diagonale che non lascia scampo a Perin. Il Milan è in vantaggio e il brasiliano può festeggiare la partita n°200 in serie A (tutte con la maglia del Milan). Il Genoa sembra scoraggiato, ma dopo soli 4 minuti un ingenuo Emanuelson atterra in area di rigore Vrsaljko, regalando ai rossoblu l’occasione del pareggio. Gilardino trasforma il rigore: forte e centrale; 1 a 1, palla al centro. Dopo il pareggio è il Milan a fare la partita, rendendosi pericoloso in più di un’occasione; finché, appena dopo la mezz’ora, arriva l’episodio chiave del match: Balotelli servito da Emanuelson si gira in area di rigore seguito in modo troppo paternale dalla mano di Manfredini. La trattenuta è giudicata irregolare ed è inevitabile l’espulsione per chiara occasione da Gol. I rossoneri sono in una posizione di considerevole vantaggio, ma Perin, aspettando fino all’ultimo secondo il tiro di Balotelli dal dischetto riesce a parare il rigore: ancora 1 a 1. Nel finale il Milan crea ancora qualche occasione (clamoroso l’errore di Matri che di testa su calcio d’angolo non inquadra la porta da pochi passi). Il copione del secondo tempo è quello più scontato: un Milan che insegue disperatamente il gol vittoria, e la corazzata di Gasperini che, con l’uomo in meno, punta a chiudere tutti gli spazi per uscire da San Siro con un punto prezioso. Rossoneri generosi, sicuramente, ma con poche trame offensive. Con un Kakà ben arginato dalla difesa dei Genoani e un Balotelli poco lucido dopo l’errore dal dischetto, gli uomini di Allegri non trovano la qualità per passare per vie centrali, e ricorrono spesso al tiro da fuori e al cross a cercare le torri come soluzioni offensive. Emanuelson e il neo-entrato Birsa in questa fase sono i più propositivi, ma anche loro come tutta la squadra peccano di imprecisione, e in questo secondo tempo le occasioni avute dai rossoneri diventano davvero troppe: la più clamorosa è un colpo di testa di Birsa che si inserisce bene su una gran palla di Emanuelson e colpisce a botta sicura dentro l’area piccola, senza però trovare la porta. Sempre 1 a 1. Biondini esce per crampi a 15’ dalla fine, sfiancato, come tutto il Genoa, da una partita di cuore e corsa per resistere all’iniziativa rossonera. L’assedio del Milan si protrae nel finale di partita, e si conclude simbolicamente con una ciabattata di Zapata che non trova la porta dopo l’ennesima serie di tiri ribattuti da portiere e difesa rossoblu. È notte fonda a San Siro. Finisce 1 a 1 (clicca qui per il tabellino della partita)
Milan-Genoa sta diventando un vero e proprio bombardamento quando ci si avvicina al 20′ del secondo tempo con i rossoneri che ci provano davvero da tutte le posizioni, ma senza costrutto ne la mira sufficiente per sfruttare le incertezze di Perin. Le statistiche in questa fase della partita sono impietose, 66% di possesso palla per il Milan, 35% per il Genoa, 86% di vantaggio territoriale rossonero, 3% per il Grifone. Tiri in porta 9 per il Milan 1 (il gol) per il Genoa. Eppure non si trova la via della porta, nonostante una percentuale anche di precisione nei passaggi che sfiora il novanta per cento.
Certo che la sfortuna, ancora di più quando si gioca male, tira fuori il meglio di sè. Il Milan non riesce a portarsi in vantaggio sul Genoa se non per pochi minuti con Kakà alla sua 200ma in Serie A. Sembrava un sogno, e invece no. Perchè nel giro di quattro minuti è arrivato il pari su rigore di Gilardino (che fa un po’ più male che se avesse segnato qualcun altro), ma soprattutto il rigore falli to da Balotelli, ex rigorista infallibile. Brutta botta, nonostante l’espulsione di Manfredini, anche perchè proprio al 45′ Muntari si è fatto male da solo. Possibile problema muscolare, brutta botta per una panchina decisamente corta come quella rossonera.
Milan-Genoa continua a non riuscire a sbloccare il nuovo equilibrio raggiunto dopo soli otto minuti, ma i rossoneri stanno mettendo tutto quello che hanno in questa gara. In particolare Balotelli sta decisamente crescendo in questa gara. Fermato per un controllo con il braccio, due minuti dopo ha sui piedi la palla che può cambiare la gara. Eppure accade l’incredibile. Ben servito dalle retrovie Belotelli viene tirato giù in area da Manfredini che lo stende e per Gervasoni stavolta (già qualche azione prima aveva negato il penalty ai rossoneri) è calcio di rigore. Sul dischetto va Balotelli, ex-rigorista infallibile, davanti ha Perin cinque gol subiti su cinque rigori contro. E accade l’incredibile. Solita rincorsa di Balotelli, ma tiro moscio e talmente centrale che Perin non può fare a meno di pararlo. Incredibile situazione per Balotelli, momento difficilissimo per lui.
Passano solo quattro minuti e il Genoa pareggia su clacio di rigore concesso da Gervasoni per atterramento in area di Vrsaljko ad opera di Emanuelson. Spinta forse veniale, ma calcio di rigore per il fischietto di Mantova. Sul dischetto va Gilardino che segna tra bordate di fischi. Il Milan è scosso, nel giro di un paio di minuti ammoniti Emanuelson e Zapata.
Grandissimo gol di Ricardo Kakà che sblocca il risultato quando siamo al 4′ minuto del primo tempo. Aggancio di Riccardino Kakà che entra in area e fa secco Perin (senza speranza) che in precedenza aveva tradito fin troppa emozione su un tiro di Muntari che praticamente in bager ha respinto goffamente in angolo.
Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, Emanuelson; Poli, De Jong, Muntari; Kakà; Matri, Balotelli. A disp.: Gabriel, Coppola, Bonera, Silvestre, Constant, Cristante, Saponara, Birsa, Niang, Robinho. All.: Allegri. Genoa (3-4-3): Perin; Antonini, Portanova, Manfredini; Vrsaljko, Matuzalem, Biondini, Sampirisi; Fetfatzidis, Gilardino, Antonelli. A disp.: Bizzarri, De Maio, Gamberini, Bertolacci, Marchese, Lodi, Cofie, Centurion, Stoian, Calaiò, Santana, Konate. All.: Gasperini.
Massimiliano Allegri, considerate le molteplici assenze, sarà costretto a cambiare nuovamente, ovvero passare ad un attacco a due punte supportati da Kakà. Cambia la forma, ma non la sostanza, considerato che questo modulo non è tanto diverso da quello utilizzato fino ad ora (ovvero, con i due brasiliani ai lati del numero quarantacinque rossonero), ma questa disposizione permette di agire maggiormente per corsie centrali, considerato che, per le fasce, ci penseranno già Abate ed Emanuelson. Gasperini, invece, riproporrà per il suo Genoa il consueto 3-4-3 anche se, a giudicare dalle caratteristiche degli esterni offensivi (Antonelli e Santana) e di quelli difensivi (Marchese e Vrsaljko), si può dedurre che sia una sorta di 3-6-1 mascherato, dove il pallone viene allargato molto sulle fasce a varo degli inserimenti dei centrocampisti e dell’unica punta Gilardino.
Nonostante la cura Gesperini stia funzionando a meraviglia, la Snai non sembra dare molta fiducia al Genoa in vista della trasferta di questa sera, anzi. Il ritorno alla vittoria del Milan, infatti, è quotato ad 1,45 contro il 7,50 per il successo dei rossoblu, mentre il pareggio è dato a 4. Un po’ più di equilibrio, invece, sembra esserci per quanto riguarda il numero delle marcature, come dimostrano l’1,80 dell’Under e del NoGol, contro l’1,90 dell’Over e del Gol. I rossoneri, per l’ennesima volta, saranno chiamati ad una prova d’orgoglio, per questo motivo vi consigliamo di puntare su una loro netta affermazione di almeno due gol di scarto, ovvero il 3-1 pagato 10 volte la posta in palio.
La Serie A torna a giocare dopo la pausa per le Nazionali: siamo arrivati alla tredicesima giornata, che ci presenta ben tre anticipi del sabato. Uno di questi, alle 20:45, è Milan-Genoa. Partita diventata tragicamente “famosa” per quanto accaduto il 29 gennaio 1995, quando Vincenzo Spagnolo, tifoso rossoblu, fu accoltellato a morte all’esterno dello stadio Marassi da Simone Barbaglia, nel corso di una colluttazione con i tifosi del Milan. Fu un giorno infausto: al grido di “assassini” e con propositi di vendetta, gli ultras della gradinata Nord riuscirono a interrompere la partita. L’omicida, identificato quella notte stessa, fu poi arrestato davanti a casa sua, all’alba, e confessò nel giro di un’ora. Di “quelli del Barbour”, del viaggio in borghese e dell’azione dimostrativa per scalare gerarchie nelle Brigate Rossonere si è scritto tutto, già 18 anni fa; concentrandoci sulla partita di oggi dobbiamo dire che il Genoa ci arriva incredibilmente davanti al Milan in classifica, 17 punti contro 13, con la possibilità di allungare ulteriormente e soprattutto approcciare le posizioni europee. I rossoneri, in crisi profonda – non vincono da quattro partite – hanno bisogno quasi disperato dei tre punti, perchè c’è una partita importante di Champions League che incombe e perchè le squadre che al momento si giocano la salvezza non sono poi troppo lontane (anzi: 4 punti). I precedenti sono clamorosamente favorevoli al Milan: addirittura, il Genoa non vince a San Siro dall’ultima giornata del 1957-1958, una partita terminata addirittura 1-5 (quel Milan terminò al nono posto in classifica). In totale 29 vittorie rossonere contro 4 rossoblu, 12 pareggi. Le ultime tre sfide si sono concluse tutte con il punteggio di 1-0: reti di Ibrahimovic, Boateng ed El Shaarawy. L’amicizia tra Adriano Galliani ed Enrico Preziosi ha permesso tantissime operazioni di calciomercato negli ultimi anni: nelle due rose ci sono ben nove ex, ovvero Sampirisi, Antonelli, Antonini, Gilardino e Donnarumma nel Genoa e Constant, El Shaarawy, Amelia e Birsa nel Genoa. Altri doppi ex sono Borriello, Paloschi, Merkel, Kaladze, Panucci ed Eranio; e ci sarebbero anche Kevin Prince Boateng e Francesco Acerbi, che però nel Genoa non hanno mai giocato pur essendo stati acquistati dal club ligure. Il prossimo a compiere il percorso Genova-Milano potrebbe essere Juraj Kucka, che già in passato è stato accostato al Milan salvo poi venire blindato al Ferraris.
Quattro giornate senza vittoria: a tanto ammonta la crisi del Milan, che nemmeno prima era riuscito a centrare grandi risultati. I rossoneri sono riusciti a fare peggio della stagione scorsa, che era iniziata sotto il segno della crisi e con Massimiliano Allegri che più o meno in questo periodo si giocava la panchina. Non è cambiato niente, anzi: le cose sono anche peggiorate, perchè non si pensava che i rossoneri avrebbero fatto tanto male per due anni consecutivi e perchè nel frattempo si sono aggiunte le beghe societarie tra un Adriano Galliani quasi certo dell’addio (il prossimo aprile) e una Barbara Berlusconi che si prepara ad entrare in pianta stabile in società assumendone più o meno il controllo. Sul campo la squadra non risponde: le sconfitte contro Parma e Fiorentina sono state la quarta e quinta di un campionato nel quale per ora il Milan ha vinto appena tre partite, tutte in casa dove ha raccolto 10 dei 13 punti totali. La differenza reti in passivo (-2, 17 fatti e 19 subiti) è l’emblema di una formazione che ha bisogno di rinforzi (Rami a parte) ma anche di un attacco che non segna più: Mario Balotelli, contando anche Champions League e nazionale, è giunto a sei gare senza gol, cosa che non gli era mai successa dal suo ritorno in Italia; Matri ha una sola rete nei 685 minuti giocati in Serie A, El Shaarawy e Pazzini sono ancora ai box e vanno ad evidenziare un problema, quello dell’infermeria, che non può più essere sottaciuto. Tutto il contrario di Gian Piero Gasperini, che da quando è tornato sulla panchina del Genoa ha totalizzato 13 punti in 6 giornate. Un grande bilancio, che ha messo in evidenza come il Grifone avesse unicamente bisogno dell’allenatore giusto per esplodere; le qualità del gruppo ci sono, la mentalità portata dal Gasp ha permesso di vincere partite fondamentali (Chievo, Parma, Lazio all’Olimpico, Verona) che sono anche state giocate bene, forse non ancora ai livelli della squadra capace di arrivare in Europa ma certo con la volontà di proporsi sempre. In trasferta il bilancio parla di due vittorie (oltre alla Lazio, il derby con ancora Fabio Liverani in panchina), un pareggio e tre sconfitte, con sei reti segnate e sei subite. Bisogna ancora registrare la difesa, ma è anche vero che dei 17 gol incassati da Mattia Perin soltanto 4 sono quelli delle giornate con Gasperini alla guida, e il portierino rossoblu non subisce dalla rete di Carlos Tevez del 27 ottobre scorso (325 minuti di imbattibilità). Le tre vittorie consecutive fanno sperare in un grande campionato, ma c’è ancora tempo per valutare, come ha ricordato Pietro Carmignani (clicca qui per il suo pronostico). In ogni caso sarà una partita dai temi molto interessanti: vista la squalifica di Montolivo Kakà torna a indossare la fascia di capitano del Milan, Alberto Gilardino (5 gol in campionato) gioca contro la sua ex squadra, Massimiliano Allegri per l’ennesima volta si gioca – forse – la panchina in attesa della partita di Champions League contro il Celtic. Non resta ora che concentrarsi su quello che accadrà a San Siro: la parola al campo, Milan-Genoa sta per cominciare…
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Il tabellino di Milan-Genoa
Milan (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, Emanuelson; Poli (73′ Robinho), De Jong, Muntari (45′ Birsa); Kakà; Balotelli, Matri. A disp.: Gabriel, Coppola, Silvestre, Bonera, Cristante, Constant, Saponara, Niang. All.: Allegri
Genoa (3-4-3): Perin; Antonini, Portanova, Manfredini; Vrsaljko, Biondini (77′ Cofie), Matuzalem, Sampirisi (46′ Bertolacci); Fetfatzidis (47′ Marchese), Gilardino, Antonelli. A disp.: Bizzarri, Donnarumma, Gamberini, De Maio, Lodi, Centurion, Stoian, Calaiò, Santana. All.: Gasperini
Arbitro:Gervasoni
Marcatori:4′ Kakà (M), 8′ Gilardino (G)
Ammoniti:Emanuelson, Zapata, Bonera (M), Biondini (G)
Espulsi:Manfredini (G)