La Juventus supera per 0-2 il Livorno al Picchi e trova l’undicesima vittoria su 13 gare disputate. I bianconeri cucinano a fuoco lento gli avversari e la vittoria matura nel secondo tempo grazie ai gol di Llorente e Tevez. Grazie alla vittoria odierna la Juventus si porta al primo posto a 2 punti di vantaggio dalla Roma, impegnata domani in casa contro il Cagliari. Il Livorno invece occupa il 16esimo posto con 12 punti. Nel primo tempo monologo bianconero, ma i padroni di casa si fanno trovare pronti e difendono bene riuscendo a rimanere in gara. Nella ripresa il Livorno parte bene mostrandosi intraprendente, la Juventus però alza il ritmo nella parte centrale della seconda frazione creando occasioni a valanga e travolgendo gli avversari. La squadra di Nicola riesce a disinnescare l’attacco avversario finchè la gambe reggono. Poi nella ripresa il ritmo imposto dagli ospiti è esagerato e gli amaranto arrancano. Prova autoritaria in una situazione difficile. Dopo la sosta per le gare delle nazionali la Juventus si ritrovata decimata tra infortuni e squalifiche. La squadra non cerca alibi e cerca la vittoria fin dall’avvio dando il massimo. Nega un rigore solare alla Juventus nel secondo tempo. Unica macchia in un match condotto con carattere.
Livorno – Juventus ha chiuso il suo primo tempo sul parziale di 0-0. Produzione offensiva in mano agli ospiti che hanno fatto la partita in lungo e in largo. Il Livorno però ha retto bene finora intrappolando le punte bianconere e riuscendo a rendersi pericoloso con un paio di contropiedi. I bianconeri si presentano all’Armando Picchi privi di numerosi uomini soprattutto nel reparto difensivo: Lichtsteiner e Barzagli, ormai prossimi al recupero, Bonucci e Ogbonna squalificati, Isla, il quale ha rimediato nell’ultima uscita con la sua nazionale una distrazione del legamento collaterale mediale del ginocchio destro e infine Giovinco alle prese con un forte dolore al piede mancino conseguenza di un edema osseo post contusivo. Antonio Conte convoca solo 18 uomini e presenta un 3-5-2 con Vidal adattato in mezzo alla difesa: in porta troviamo Buffon, davanti a lui appunto Caceres, Vidal e Chiellini, sulle fasce Padoin e Asamoah, in zona nevralgica Pirlo playmaker, mentre Pogba e Marchisio lo affiancano poco più avanti. In attacco troviamo invece la coppia Tevez – Llorente. Davide Nicola, vecchia conoscenza dei granata di Torino, schiera il suo Livorno con un modulo a specchio. Il tecnico deve però rinunciare a Paulinho, squalificato. In porta troviamo Bardi, difesa composta da Coda, Rinaudo e Ceccherini, Mbaye e Schiattarella sono i tornanti, mentre Emerson, Luci e Greco sono gli interpreti centrali del centrocampo. In attacco, infine, la coppia Emeghara – Siligardi. Arbitra Davide Massa di Imperia. La Juventus parte decisa provando fin da subito a far male. Vidal fa le veci di Bonucci e sostituisce spesso Pirlo in cabina di regia, Chiellini e Caceres avanzano senza paura e gli esterni si fanno trovare spesso in linea con la coppia degli attaccanti. Nicola però preferisce fare densità in corrispondenza della propria tre quarti limitando non poco i bianconeri. Al 21esimo il primo spunto arriva dalla destra: Padoin si libera di Mbaye e propone un cross preciso per Llorente. Lo spagnolo, alle prese con una stretta marcatura di due avversari, non riesce a inquadrare lo specchio di testa. L’attaccante navarro è utilissimo in partite del genere fungendo da perno centrale e costringendo il Livorno ad abbassarsi pericolosamente, come alla mezzora quando apparecchia per Chiellini. Il tiro violento del difensore viene respinto da Coda e deviato in corner. Qualche secondo dopo ci prova Pogba con un missile dai 30 metri, ma Bardi è attento. Con il passare del tempo gli esterni amaranto calano vistosamente. Prova ad approfittarne Asamoah che dalla sinistra si accentra, mandando a fragole Schiattarella, e dopo una serie di finte conclude di mancino impegnando Bardi. Nicola corre ai ripari sacrificando Siligardi ed Emeghara nei raddoppi sulle fasce, riuscendo a proteggere la porta di Bardi fino allo scadere. Il secondo tempo sta per ricominciare, vedremo se la Juventus riuscirà a trovare l’ennesimo successo o se i padroni di casa avranno le forze per compiere l’impresa. Dalla sua parte non si passa: migliora di giornata in giornata, tiene a bada le iniziative della Juventus. Asamoah non è un cliente pericoloso per ora, ma lui non ne approfitta e anzi non riesce a garantire spinta. Sempre pericoloso, non vede tantissimo la porta ma è uno dei pochi a provarci e di sponda gioca alla grande. Per una volta non appare tra i migliori: sembra spento e timido, non l’Apache che conosciamo.
Il portiere livornese si fa trovare pronto e reattivo sulle conclusioni avversarie dando il meglio di sé.
Bene nel primo tempo, male nella ripresa. Errori decisivi.
Preciso e attento sulle palle aeree, ma analizzando il match pare troppo statico e impantanato nella sua posizione.
Molti anticipi e diverse chiusure chirurgiche. Esce sfinito falcidiato dai crampi. (dal 41’ s.t. GEMITI s.v.)
Perde fin da subito la bussola non riuscendo mai a contenere Asamoah. Nella ripresa rischia più volte di farsi espellere, ma l’arbitro lo grazia.
Concentrato e coraggioso fino al termine.
Alle prese con qualche fastidio muscolare non riesce a esprimersi al meglio.
Reattivo e dinamico come al solito non riesce a contenere l’eccessiva foga commettendo qualche fallo di troppo.
Si dimentica spesso di Padoin lasciandogli spazio e possibilità di agire. (dal 36’ s.t. PICCINNI s.v.)
Poco incisivo nei contropiedi e piuttosto confuso quando parte palla al piede.
(dal 28’ s.t. BORJA 5,5 Impalpabile.)
Si sacrifica molto. In fase offensiva porta qualche idea, ma non è fortunato.
Nel primo tempo riesce a ingabbiare gli attaccanti e le mezz’ali avversarie portando organizzazione e densità. Nella ripresa la concentrazione cala e la Juventus non perdona.
Sempre attento, anche se lo si nota pochissime volte. Festeggia al meglio la 500esima presenza in A. Leggendario.
Non rischia nulla, evidentemente la leggerezza nella gara contro il Real Madrid gli ha fatto bene.
Ritrova le chiavi della difesa usandole a dovere. Anticipi, recuperi e tanta tanta passione.
Ritorna nella sua città natale da vice-capitano della squadra campione d’Italia. Non si contiene affatto rimanendo alto e aggressivo diventato fondamentale per la prosecuzione delle lunghi fasi d’attacco della squadra.
Sulla destra macina chilometri e semina avversari. Molti cross e margine di errore ridotto allo 0,1%.
Cavalca la tre quarti con sicurezza. Sereno e impassibile.
Accende la luce nei momenti più grigi del match mostrando spazi e rotte fino ad allora sconosciute. Lo chiamavano Magellano…
Puntuale tra le linee, preciso nelle giocate di prima. Sfiora il gol nella ripresa. Prestazione che lo mette a riparo dalle sterili voci sul suo ruolo in squadra.
Regala attimi di frenesia nel primo tempo. Nella ripresa mette il turbo portandosi a più riprese in area avversaria. Incontenibile. (dal 42’ s.t. PELUSO s.v.)
Fatica nel primo tempo perché circondato da numerosi avversari. Nella ripresa riesce a sganciarsi e a sfruttare gli spazi creati da Llorente. (dal 36’ s.t. QUAGLIARELLA s.v.)
Si diceva di lui che avesse un carattere fragile e poco incline al sacrificio. Conte l’ha messo alla prova e i frutti iniziano ad arrivare. Rete (bellissima) a parte, prestazione superlativa condita da numerose giocate in posizione avanzata. (dal 36’ s.t. VUCINIC s.v.)
La sua creatura è bellissima. Il paragone con gli anni scorsi non regge perché la crescita continua come testimoniano il record di punti della Juventus di Conte dopo 13 giornate.
(Francesco Davide Zaza)