Guai in vista per Fabrizio Ravanelli e per il preparatore atletico Giampiero Ventrone. L’allenatore italiano è stato esonerato dall’Ajaccio dopo avere conquistato soltanto 7 punti in 12 giornate, magro bottino che lascia la squadra corsa all’ultimo posto della Ligue 1 francese, ma non è quello ora il problema principale. Infatti, dopo il licenziamento l’intera squadra accusa l’ex allenatore: “Voleva darci troppi farmaci”. Insomma, incombe lo spettro del doping, tanto che già a settembre l’intera squadra era stata sottoposta ad un test antidoping. L’avventura di Ravanelli era iniziata in estate, e con sé aveva portato Ventrone, suo procuratore ai tempi della prima Juventus di Marcello Lippi. Un’esperienza finita dopo soli cento giorni, e tra le accuse dei suoi ex giocatori. Ecco ad esempio le parole del difensore Cédric Hengbart: “Ci consigliavano di prendere quelle cose (creatina, amminoacidi, omega 3, idrato di carbone e altro ancora, ndr) e io sono stato tra i pochi a rifiutarmi: ho 33 anni, una carriera alle spalle e non la chiudo certo cominciando a impasticcarmi”. D’altronde su Ravanelli in Francia pesano le accuse del dottor J.P. Monedard, autore del libro Il doping nel calcio, che lo ha accusato di aver consumato cocaina ai tempi in cui Penna Bianca giocava nel Marsiglia (97-99), accusa peraltro mai provata. Ma soprattutto, c’è il processo a cui è stata sottoposta la Juventus degli anni appunto di Ravanelli e Ventrone: il preparatore atletico era il braccio destro del dottor Riccardo Agricola, finito sotto processo con Antonio Giraudo per doping e frode sportiva. Un processo chiusosi nel 2007, quando la Cassazione ritenne provata l’illecita somministrazione di farmaci nel club juventino, eccezion fatta per l’Epo, annulla l’assoluzione pronunciata in Appello ma dichiara prescritto il reato. Una macchia sulla Juventus dei primi anni della Triade, tanto che l’Ajax (sconfitto dai bianconeri nella finale della Champions League 1996) ha ufficialmente chiesto alla Uefa la riassegnazione di quel trofeo – caso unico nella storia del calcio. In quel processo Ravanelli rispose in modo decisamente goffo alle domande del giudice Giuseppe Casalbore, ammettendo di aver fatto uso di creatina, flebo di esafosfina e Tad 600 e di aver assunto Samyr e Liposom forte. La prima esperienza di Ravanelli allenatore è andata malissimo sia in campo sia fuori, gettando ombre inquietanti anche su un passato dai contorni oscuri.



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