Secondo Salvatore Russomagno, collaboratore di giustizia, ci sarebbe la mano della Camorra dietro le rapine subite dai calciatori del Napoli e dei loro famigliari. Il motivo? Una punizione per quei giocatori che non prendevano parte alle manifestazioni dei tifosi. Le parole di Russomagno sono state depositate quest’oggi dal pm Anna Frasca nell’ambito del processo per la rapina subita, circa un anno fa, dal centrocampista degli azzurri Valon Behrami. Lo svizzero, il 20 dicembre 2012, fu derubato del proprio Rolex, che gli fu restituito in seguito a Castelvolturno. Raffaele Guerriero è accusato dallo stesso calciatore di essere il ladro, Behrami ha infatti riconosciuto lo stesso come ha detto: “Ho una buona memoria fotografica; ricordo i volti di quelli che mi fanno del male”. Il numero 85 ha chiarito i suoi rapporti con i tifosi, sottolineando come non abbia alcun legame diretto con gli ultras e di come preferisca prendere parte esclusivamente agli eventi patrocinati dal presidente Aurelio De Laurentis. L’elenco degli scippi è lungo. All’allora consorte di Edison Cavani, Maria Solead, fu rubato, al quartiere Fuorigrotta, un orologio del valore di 18mila euro. E sempre la coppia, nel 2011, subì un furto in casa. Marek Hamsik invece ha subito ben due rapine. Sua moglie, quando era in dolce attesa, era stata minacciata con una pistola ed era stata costretta a consegnare l’automobile. Anche il “Pocho” Lavezzi si annovera tra le vittime, seppur indirettamente: la fidanzata Yanina Screpante fu derubata. Stessa sorte per le mogli di Salvatore Aronica e Juan Ignacio Fideleff. Da ricordare anche le varie reazioni, alcune anche colorite e in seguito ritrattate, da parte delle consorti stesse, infastidite da questi episodi e dal clima respirato in città.



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