Prima Ivan Lendl. Adesso Boris Becker e poi, forse, Stefan Edberg. Il grande ritorno degli anni Ottanta e Novanta, potremmo chiamarlo: la notizia è di oggi, ed è di quelle grosse. L’ufficio stampa di Novak Djokovic ha confermato che Boris Becker affiancherà il team del tennista serbo, formato da Marian Vajda, Miljan Amanovic e Gebhard Phil-Gritsch. Per chi non fosse pratico, o non avesse buona memoria, basti dire che Boris Becker ha vinto 49 titoli nella sua carriera, tra cui sei Slam: tre di questi a Wimbledon, del quale detiene il record come più giovane trionfatore. Non aveva ancora compiuto 18 anni infatti quando nel 1985 sconfisse in quattro set Kevin Curren; da allora il tedesco ha sempre considerato l’All England Lawn come la sua seconda casa. Una leggenda che presta i suoi servizi a un’altra leggenda; perchè Djokovic questo status di fatto ce l’ha già, o almeno l’ha prenotato se pensiamo che a 27 anni ha già vinto tanti Slam quanti quelli del suo nuovo coach. “Sono felice e orgoglioso che Nole mi abbia scelto come allenatore: farò del mio meglio per aiutarlo a centrare i suoi obiettivi e sono certo che insieme faremo grandi cose”. Così Becker ha commentato la notizia, arrivata a sorpresa anche per lui; una mossa, quella di Djokovic, che ricorda molto da vicino quella del suo grande amico Andy Murray, che come noto ha scelto Ivan Lendl come allenatore e grazie a lui ha fatto il salto di qualità per vincere, finalmente, il primo Slam e in seguito le Olimpiadi e Wimbledon. Non che Novak abbia bisogno di “cure” particolari per migliorare il suo gioco: a questi livelli è più che altro una questione di testa e di concentrazione da mantenere per proseguire il cammino. Eppure, il serbo ha fatto sapere che “sono contentissimo di avere l’opportunità di lavorare con Boris. E’ una leggenda, ha una grande conoscenza del gioco e con la sua esperienza mi aiuterà a vincere altri trofei”. Già, il punto è questo: continuare a vincere. Con Rafa Nadal tornato su grandi livelli, Andy Murray che ha curato la schiena, Roger Federer che spara le ultime cartucce e il nuovo che avanza (tra cui Juan Martin Del Potro, non “nuovissimo” ma rientrato ormai al 100%) la strada rischia di essere in salita anche per uno stakanovista come il serbo. Chiarito anche il fatto che lo storico coach, Marian Vajda, resta nel team: si era pensato a una separazione, invece “l’arrivo di Becker non influenza il mio ruolo, continuerò a dare il mio meglio per Nole ma ho capito che lui aveva bisogno di qualcosa per migliorarsi”. Obiettivi del 2014? Djokovic ha parlato di Slam e Master 1000, e ha ragione. Certamente proverà a mettere le mani sul quarto Australian Open consecutivo (questione del mese prossimo) e poi a tornare al numero 1 del ranking ATP, magari con la vittoria a Wimbledon e la conferma dello strepitoso cammino nei tornei autunnali. Per quanto riguarda Stefan Edberg, attenzione: il miglior interprete di sempre del serve & volley potrebbe presto diventare il coach di Roger Federer. Per ora lo svizzero, che si è recentemente separato da Paul Annacone, ha pubblicato foto di allenamenti a Dubai in compagnia dello svedese, dicendosi orgoglioso di poter condividere il campo con “il mio mito di quando ero bambino”. Si mormora già che la cosa potrebbe diventare ufficiale, anche se al momento non ci sono conferme in tal senso.
(Claudio Franceschini)