La Fiorentina batte il Verona 4-3 al termine di una partita pazzesca, fatta di sorpassi e controsorpassi e tantissime azioni da rete. Con questa vittoria i viola si portano a quota 27 punti in classifica, agganciando l’Inter al quarto posto; il Verona è alla terza sconfitta consecutiva nonostante sia tornato al gol dopo due gare a digiuno. Fiorentina-Verona, voto partita una partita così non si vedeva da tanto tempo. Spettacolo puro, quattro gol nel primo quarto d’ora, altri tre distribuiti sul resto della gara. Numeri, tiri da fuori, papere e grandi interventi. Il gioco è sempre veloce, il Verona non molla nemmeno in dieci uomini. Insomma, il calcio. Quello giocato, quello vero. Voto Fiorentina, 7.5: vittoria importante in una partita molto insidiosa. Dietro, almeno nel primo tempo, fa acqua da tutte le parti, poi Gonzalo registra le misure e chiude il portone. Davanti, finchè si fatica, ci pensa Borja, poi nella ripresa l’attacco si sblocca e gira a meraviglia. Tante occasioni lasciate lì. Voto Verona 8: ancora meglio dei padroni di casa, paradossalmente. Perchè limitarsi al risultato sarebbe riduttivo, e la prestazione del Verona va molto oltre. Squadra gagliarda, che getta il cuore oltre l’ostacolo, e lo fa con intelligenza, non emotivamente ma con azioni offensive rapide, velenose. Dietro, finchè possibile, si va di ramazza senza badare al sodo, davanti ci si appoggia a Toni e si vola sulle ali di Iturbe. Insomma, un gran bel vedere. Peccato per l’espulsione, si poteva vincere. Arbitro, sig. Doveri, 7: molto, molto bene. Lascia giocare, favorendo l’agonismo e lo spettacolo. Impeccabile in occasione del rosso e rigore, è sempre nel posto giusto al momento giusto. Ottimo.



Ripartire per recuperare il terreno perso su quelle davanti, che sprecano punti. E’ questo il diktat di Fiorentina e Verona, chiamate in questa tarda serata di lunedì a riavviare un motore che, ultimamente, arranca. I padroni di casa devono infatti ancora confermare le grandi aspettative di inizio stagione, tradite con qualche inciampo di troppo e con la balbuzie negli scontri diretti; gli ospiti, autentica rivelazione dell’avvio di stagione, non riescono più a vincere, e dopo due sconfitte consecutive (tra cui il derby) attendono di capire cosa realmente aspettarsi da questa stagione. Eccoli i temi di questa sorta di scontro diretto per il quinto posto, con i viola che vorrebbero riagguantare un’Inter sprecona, e i gialloblu che aspirano a ricacciare indietro le inseguitrici. Aspettando Gomez, e ritrovando i titolari dopo l’ampio turnover di coppa, Montella schiera Neto tra i pali, difesa a quattro con Tomovic, Savic, Gonzalo e Vargas, centrocampo a tre con Vecino, Ambrosini e Borja e Cuadrado-Joaquin ai lati di Rossi. Mandorlini risponde col solito 4-3-3, con Cacciatore, Gonzalez, Maietta e Agostini davanti a Rafael, Romulo, Jorginho e Halfredsson in mezzo, e Jankovic e Iturbe a supporto di Toni. Se le squadre sono appaiate in classifica, con la Fiorentina avanti di soli due punti, beh il primo tempo rispecchia alla perfezione la situazione. Il primo quarto d’ora infatti è un autentico spettacolo di fuochi d’artificio, con quattro gol in batti e ribatti: vantaggio viola con Borja Valero al 5′, con gran sinistro da fuori area, pareggio immediato di Romulo, che segna il classico gol dell’ex avventandosi su una brutta respinta di Neto dopo la bomba di Iturbe. Passa qualche minuto e la situazione si inverte: vantaggio del Verona, con un sinistro micidiale di Iturbe malgestito da Neto che si infila sotto il sette, e un minuto dopo, al 14′, ancora Borja, col destro deviato dal limite. Dopo soli 15 minuti, insomma, il prezzo del biglietto è stato già ampiamente ripagato. Questi ritmi sono ovviamente insostenibili, e così, sul pareggio, le due squadre si placano qualche minuto, cercando di rifiatare. Così, per una ventina di minuti, il Verona lascia alla Fiorentina il possesso di palla, rendendolo sterile con ottime transizioni difensive mirate a bloccare ogni spazio dalla trequarti in giù. Borja Valero disegna, ma con Ambrosini e il balbuziente Vecino è dura creare gran gioco. Rossi è servito poco e male, a differenza di Toni che è punto di riferimento di ogni azione. Nonostante questo, alla mezzora Pepito rischia il gol, anche se solo grazie ad un rinvio di rafael sulla schiena dell’ex Villareal. Non è proprio una gran serata per i portieri, insomma, e lo dimostra lo stesso Rafael quando al 43′ Vargas spara col sinistro dal limite, defilato: deviazione debole del portiere e palla nell’angolino basso; il tutto appena dopo un clamoroso contropiede sprecato da Toni, che serve Jankovic defilato e non Iturbe in posizione da “fuoco!”. E’ quindi l’ultimo atto della giostra di gol del primo tempo: Fiorentina in vantaggio, dunque, ma Verona vivo, eccome. in vantaggio, con ben tre gol, ma non è tutto oro quel che luccica: due reti derivano da indecisioni o deviazioni, e l’impressione è che dietro ci sia uno scolapasta. Migliore Fiorentina, Borja Valero, 7: un gran gol e uno dopo deviazione, sono comunque il suggello del fatto che lui, stasera è leader in campo. Regista e rifinitore, fa tutto lui. Peggiore Fiorentina, Vecino, 4.5: si prende una vacanza nell’unica sera in cui gioca titolare. Invisibile. Hellas Verona, 7.5: in casa di una delle più forti del campionato, non sfigura affatto. Se questo è il Verona in crisi, allora sono guai: squadra tosta, rapida nel transitare da fase difensiva ad offensiva, ed un Iturbe terribile. Migliore Hellas Verona, Iturbe, 7: un sinistro magico che innesca un gol e ne realizza un altro. Potrebbe portare i suoi in vantaggio, ma Toni non lo serve. Peggiore Hellas Verona, Jankovic, 5: sembra nervoso e compassato, non ha il piglio del resto della squadra. Forse è più concentrato sulla difensiva, ma da lui ci si aspetta presenza in avanti.



Neto, 5.5: ottima parata su Toni prima del terzo gol veronese, ma i primi due sono per gran parte colpa sua.

Tomovic, 6.5: ottimo motorino sulla fascia, spinge a ripetizione e costringe Jankovic a coprire. Nel finale annulla Martinho.

Gonzalo Rodriguez, 7: ci mette un po’ per prendere le misure, ma quando lo fa, non passa più nulla. Gigante su Toni, ed è tutto dire, si fa trovare ovunque ce ne sia bisogno e sfiora persino il gol di testa.

Savic, 6.5: elegante e concreto allo stesso tempo. Ottima prestazione.

Cuadrado, 6.5: a sprazzi, alterna giocate da fenomeno vero a testarde e inutili azioni da uno contro tutti.



Vecino, 4.5: un tempo gettato al vento, è l’anello debole della squadra. Non si smarca, non attacca, non copre: insomma, non fa nulla. E’ la prima da titolare, l’emozione lo frega.

Ambrosini, 6: tanta corsa e tanto agonismo, come sempre. Ma quando il Verona alza i giri lì in mezzo, lui soffre.

Borja Valero, 8: signoreggia il centrocampo, e per larghi tratti anche attacco e difesa. La regia stasera è sua, e se in attacco faticano a segnare, ci pensa lui con una doppietta pesantissima. Trame eleganti, pensa al sodo quando c’è bisogno: intelligenza fatta piedi e pallone.

Vargas, 6: parte molto bene, poi pian piano cala. mezzo voto in più per il gol.

G. Rossi, 6: è servito poco e male, ma anche lui non si fa vedere più di tanto. Poi, va beh, la qualità è immensa, e quando la innesca si fa sentire. Ma ci si aspetta ben altro da lui.

Joaquin, 5.5: come Cuadrado, anche lui va a sprazzi. Solo, lo fa con molta meno qualità, e ancora minor costanza.

Mati Fernandez, 6.5: ottimo impatto, entra bene dando sostanza offensiva, e rendendosi molto pericoloso in più occasioni.

Matos s.v.

Ilicic, s.v.

All.: Montella, 7: la squadra vince, abbastanza bene, una partita molto importante. Qualche erroraccio, come la scelta di Vecino, ma rimedia molto bene in corsa. Ottimo lo spirito, attacca fino alla fine.

Rafael, 6: anche lui qualche paperaccia, ma merita più del collega per qualche grande intervento nel secondo tempo che tiene a galla i suoi più del previsto.

Cacciatore, 5.5: nervoso e compassato, non impensierisce i dirimpettai con le scorribande a cui ci aveva abituato.

Gonzalez, 5.5: quando messo sotto pressione, va in difficoltà.

Maietta, 6.5: grande partita, senza fronzoli ma con gli attributi. Si fa notare soprattutto per la lucidità in fase d’impostazione.

Agostini, 6: anche lui col freno a mano, anche se leggermente meglio del collega destro.

Romulo, 7.5: il milgiore in campo dopo Borja. Fa il diavolo a quattro, difende, attacca, corre, crossa, tira: fa tutto lui. Gli manca solo il gol…ah no, fa pure quello!

Jorginho, 6: primo tempo insufficiente, galleggia a pelo d’acqua. Si scrolla nella ripresa, con un gran bel gol e diverse azioni pregevoli.

Hallfredsson, 5: male, non si distingue come suo solito. Manca il suo ordine e le sue geometrie, sembra in debito d’ossigeno.

Jankovic, 4.5: molto male, nel primo tempo sembra timoroso. Nella ripresa combina il pasticcio con la mano che causa rosso e rigore; altrimenti, chissà come sarebbe finita…

Toni, 6.5: molto bene come torre di sponda agli avversari. Anche un gran sinistro al volo e un tiro che innesca il gol del 4-3.

Iturbe, 7: ottima partita, mette lo zampino in tutti i gol. Oltre a ciò, azioni pericolose a raffica, con qualità e velocità incredibili.

Cirigliano, 6.5: qualità e pulizia in regia, oltre a decisione nel recuperare palloni. Buon impatto sulla partita.

Martinho, 5.5: pessimo impatto, non si fa notare.

Cacia, s.v.

All.: Mandorlini, 7.5: più del collega, perchè i suoi giocano a lungo con un uomo in meno, andando comunque a segnare, e giocano fuori casa. Venivano da due sconfitte, e si parlava di crisi. Quella di stasera ha ben altra caratura, perchè il gioco e il carattere è quello giusto per fare tanti altri punti.

(Giovanni Gazzoli)