Si avvicina il calciomercato invernale: sotto l’albero di Natale il Verona spera di trovare un difensore centrale e un terzino sinistro. Le pecche della rosa scaligera sono più che altro nel reparto arretrato, che subisce troppi gol (solo cinque squadre fanno peggio) e non dà mai una sensazione di affidabilità. Ci vuole un giocatore esperto che sappia comandare la difesa o badare al sodo senza troppi fronzoli, mentre sulla fascia nel calciomercato invernale il Vrona dovrà trovare un cambio di qualità per Agostini, che non può tirare tutta la stagione (Albertazzi sembra ancora acerbo per questi palcoscenici).
Dopo 17 giornate di campionato il Verona è sesto in classifica con 29 punti (9 vittorie, 2 pareggi, 6 sconfitte). Sono 31 i gol segnati (sesto attacco) e 26 quelli subiti (quattordicesima difesa, in coabitazione con la Lazio). Capocannonieri Jorginho e Luca Toni (7 gol).
Essere al sesto posto da neopromossa non è cosa da tutti i giorni; così come non lo è aver segnato 31 gol in 17 giornate, record scaligero in Serie A a questo punto della stagione. I gialloblu hanno stupito tutti: che avessero disponibilità economiche e un ottimo gruppo si sapeva, che la struttura tecnica della promozione avrebbe tenuto medie europee un po’ meno. Merito del lavoro di Andrea Mandorlini e di un gruppo che ha tanta qualità e concretezza, che gioca sempre per segnare un gol in più degli altri (lo dimostra la differenza reti) e che al Bentegodi ha un passo da scudetto. A frenare gli entusiasmi c’è solo il precedente 2001-2002: anche allora grande inizio, per poi sprofondare fino alla Serie B. Naturalmente, ci si augura che non si debba ripetere.
L’attacco, sicuramente. Come si diceva, questa è la stagione più prolifica di sempre per il Verona in Serie A: nel 1983-1984 a questo punto dell’anno i gol erano 25. Toni sembra vivere una seconda giovinezza, Juanito Gomez e Iturbe portano imprevedibilità e talento, i centrocampisti (su tutti Romulo) si inseriscono con i tempi giusti e attaccano costantemente l’area di rigore. La formula funziona, e sopperisce alle disattenzioni del reparto arretrato: in panchina ci sono Longo e Cacia che all’occorrenza possono dare il loro contributo.
Il rendimento esterno, anche se fino a un certo punto: delle cinque sconfitte, quattro sono arrivate contro Roma, Juventus, Inter e Fiorentina. Vero è anche che per puntare davvero all’Europa sarebbe bene centrare almeno qualche pareggio contro le big, ma non si può parlare di bocciatura totale. Allora, quello che non funziona principalmente è la difesa: 26 gol subiti sono tanti, e va considerato che altri li ha sventati un Rafael che sta giocando una grande stagione. Certamente per tenere il passo europeo bisogna migliorare, soprattutto per quelle giornate in cui la fase offensiva girerà meno sarà necessario blindare l’area di rigore e giocare in un altro modo.
Inter e Milan se lo contendevano già lo scorso anno: oggi questo centrocampista italo-brasiliano è l’arma segreta di Mandorlini. Sette gol (cinque su rigore: dal dischetto è un cecchino) ma soprattutto una direzione d’orchestra quasi sempre impeccabile. Se Romulo è votato a corsa e inserimenti e Hallfredsson a coprire il campo e sacrificarsi, lui è quello che tiene in mano la squadra e ne detta il ritmo. Ormai è diventato un top: può facilmente giocare in una grande squadra avendo fatto l’apprendistato necessario, confermandosi in A dopo le stagioni in Serie B. A gennaio non si muoverà:
è troppo importante per il Verona. Nel caso se ne riparlerà a giugno, ma bisognerà spendere tanti soldi per prenderlo.
Inseguito da mezza Europa, se lo è assicurato il Verona. Sembrava che per l’ex River Plate fosse tutto facile, e invece un infortunio precoce gli ha fatto saltare la prima parte della stagione; al rientro è stato autore di due brutte prestazioni, prima in Coppa Italia e poi in campionato. Per ora rimane un oggetto misterioso: nelle gerarchie di Mandorlini è scivolato dietro anche a Donadel e Laner. Chissà: forse è un problema di adattamento al calcio italiano, forse deve semplicemente ritrovare condizione e fiducia. Sta di fatto che al momento non sta giustificando tutto il clamore che si era creato intorno al suo nome.
Il lampo nella notte c’è stato: super gol (pur se inutile) in Coppa Italia. Prima e dopo, il nulla: un solo spezzone di partita in campionato, tanta panchina e mai l’occasione per far vedere le sue qualità. Si diceva fosse destinato a diventare il nuovo Destro: per ora non lo si può nemmeno giudicare. La speranza per il 2014 è che trovi più spazio; nel frattempo l’Inter, ancora in possesso del suo cartellino, sta valutando la situazione perchè, dovesse andare avanti così, questo prestito sarebbe servito decisamente a poco. Il talento ce l’ha: aspettiamo che possa dimostrarlo sul campo.
(Claudio Franceschini)