Ci siamo: la FIFA ha reso noti i tre finalisti dell’edizione 2013 del Pallone d’Oro. Chi si aspettava qualche sorpresa rimarrà deluso, perchè i nomi sono quelli che da mesi circolano tra indiscrezioni e voci di corridoio: in stretto ordine alfabetico Lionel Messi, Franck Ribéry e Cristiano Ronaldo. Delusi gli italiani: ancora una volta non c’è un nostro rappresentante sul podio, e purtroppo succede dal 2006 quando Fabio Cannavaro si portò a casa il premio e Gigi Buffon fu secondo, coronando il trionfo Mondiale. Poi, solo delusioni se escludiamo il fatto che Kakà vinse nel 2007 furoreggiando in Europa con la maglia del Milan. Sapevamo che Andrea Pirlo non avrebbe potuto concorrere con questi tre mostri sacri: basti dire che per Messi si tratta del sesto podio consecutivo (un terzo e un secondo posto e poi la striscia di quattro vittorie tuttora aperta, un record assoluto) e per Cristiano Ronaldo del quinto in sei edizioni, con la sola eccezione del plebiscito Barcellona del 2010 (per il portoghese trionfo nel 2008 e per quattro volte secondo). L’unica novità è rappresentata da Ribéry, giustamente finalista per l’incredibile stagione del Bayern Monaco, che ha vinto tutte le competizioni nelle quali era impegnato, soprattutto la Champions League che ha tanta influenza sulla giuria. Va ricordato che il premio dal 2010 è fuso con il ; nello specifico significa che sono state unite le votazioni, e dunque il Pallone d’Oro è deciso dalle “idee” di capitani e Commissari Tecnici delle Nazionali e da giornalisti. Questo ha fatto sì per esempio che Messi vincesse per quattro volte consecutive; non che la Pulce non abbia un talento che meriti montagne di premi, ma almeno nell’edizione del 2010 pare sia stato aiutato dal nuovo sistema, secondo il quale in certi Paesi si è votato più per fama che per l’effettivo rendimento sul campo (mostruoso, ma Andrés Iniesta ci aveva aggiunto il gol decisivo per la vittoria del Mondiale da parte della Spagna). Al di là di questo, i tre nomi per il 2013 sembrano essere quelli giusti: qualcuno potrebbe obiettare che Arjen Robben avrebbe meritato la finale per quella rete nella notte di Wembley, ma è anche vero che Cristiano Ronaldo non può non essere inserito per i tantissimi gol realizzati con il Real Madrid (pur se le Merengues non hanno vinto niente) e soprattutto per le quattro reti in due partite con cui ha trascinato il Portogallo al Mondiale, e Messi è sempre Messi, e anche quando sembra che la Pulce non renda al 100% ha comunque dei numeri da far impressione alle annate strepitose dei rivali. Resta il solito discorso, cioè quella domanda che ancora non si è chiarita: contano di più i trofei della squadra o il rendimento del singolo? La risposta dovrebbe essere: ha molto più peso quel giocatore che con le sue prestazioni porta la squadra alla vittoria. Non sempre tuttavia è troppo facile saper distinguere; se prendiamo ad esempio il Bayern Monaco, pare quantomeno strano che Mario Mandzukic non fosse nemmeno nella lista dei 23 resa nota il 29 ottobre, e che ci fosse invece Bastian Schweinsteiger che lo scorso anno ha saltato parte della stagione per infortunio. Tant’è: questi sono i tre finalisti, e adesso ci si può sbizzarrire sulle preferenze e sui criteri. Chi scrive è convinto che Messi non farà il pokerissimo: come detto il talento e le qualità sono da numero uno al mondo, ma il premio annuale non gli appartiene perchè c’è chi ha saputo fare meglio di lui. Ovvero, i due rivali: Ronaldo in questo momento è il giocatore più decisivo del pianeta, Ribéry giunto a 30 anni ha trovato la piena maturità che gli ha permesso di condurre il Bayern Monaco a quella Champions League che inseguiva da 12 anni. Sarà quindi una lotta a due Francia-Portogallo: una rivalità che richiama partite epiche delle nazionali, tra cui le semifinali europee del 1984 e 2000 e quella mondiale del 2006. Hanno sempre vinto i Bleus: sarà così anche questa volta?
(Claudio Franceschini)