Si conclude con il più classico dei pareggi lo scontro salvezza tra Chievo e Palermo, con il risultato finale fissato sull’1-1. Partita noiosa, senza grandi emozioni, caratterizzata da molti errori individuali dettati soprattutto dalla paura di perdere una gara che, potenzialmente, era decisiva per il futuro delle due formazioni. La formazione che più doveva conquistare la vittoria era il Palermo, ultimo in classifica, ma il taboo delle zero vittorie esterne probabilmente ha condizionato i rosanero, più timorosi nella gestione del possesso, anche se i giocatori del Chievo non ne hanno approfittato più di tanto, come dimostra la statistica relativa al controllo della palla, che sanziona una parità quasi perfetta (49,7% a 50,3%). Situazione di parità che domina anche nelle altre situazioni di gioco, come nella percentuale dei contrasti vinti, 48 a 52, o in quella degli angoli, 4 a 5. Identico anche il numero dei tiri effettuati, con i gialloblu che hanno centrato lo specchio 9 volte a 8, per un totale di 13 tiri. Incredibilmente simile anche un dato solitamente molto differente, quello del totale dei passaggi, con 470 effettuati dal Chievo, e 472 dal Palermo. Due ammonizioni per parte e zero espulsi, infine, denotano una partita agonisticamente sentita (36 falli commessi in totale) ma non cattiva. Malesani butta nella mischia i due arrivati a Gennaio, Formica e Fabbrini, mentre in difesa punta su Garcia spostando Aronica al centro per sopperire all’assenza di Domizzi. Formazione di base invece per Corini, che punta sulla coppia Thereau-Paloschi per tornare a vincere. La partita è, come detto, fondamentale per entrambi, e si vede, visto che l’avvio è alquanto sconcertante per disordine e confusione tecnico-tattica. E di conseguenza, non può che essere un grave errore la causa scatenante del gol del Palermo, che arriva dopo soli 4 minuti: lancio casuale dalle retrovie, l’ex difensore del Milan Acerbi fa ciò che un difensore centrale non dovrebbe mai fare, e cioè respingere centralmente di testa, favorendo Formica che al volo, in girata, la mette superbamente nell’angolino opposto con un ottimo diagonale mancino. Il Chievo accusa il colpo, e ci mette un po’ a riordinare le idee, finchè dopo 20 minuti comincia a spingere più forte. Le azioni però sono sempre frenetiche e confusionarie, e così i tiri in porta sono davvero pochi. Il Palermo, forte del vantaggio, accetta il canovaccio, aspettando l’innocuo controllo scaligero per provare poi a ripartire in contropiede. Tuttavia le ripartenze rosanero sono sempre imprecise, e manca sempre l’ultimo passaggio per riuscire a sorprendere una difesa che non pare insuperabile. Tuttavia è ottima la fase difensiva, con un buon Rios che dirige il pressing alto e forsennato che non fa ragionare i registi gialloblu: la manovra veronese ne risente, e l’esempio arriva al 42′, quando Paloschi è costretto ad allargarsi sulla fascia per crossare in un’area priva di giocatori del Chievo, peraltro mettendo la palla direttamente sul fondo. Accenno di assalto nel finale della squadra di Corini, ma i siciliani si difendono con ordine e riescono a rientrare negli spogliatoi con il vantaggio in tasca. La ripresa si apre con un Chievo molto più battagliero, grazie soprattutto all’ingresso di Pellissier per Hetemaj. I rosanero soffrono il nuovo assetto, e si schiacciano eccessivamente, finchè al decimo minuto arriva il pareggio, con Thereau che dal dischetto realizza il penalty concesso per l’evidente fallo di mano di Aronica sul colpo di testa di Frey. E’ una mazzata per i siciliani, che cominciano a soffrire clamorosamente il nuovo Chievo, trasformato soprattutto da Thereau che, libero di responsabilità grazie all’ingresso di Pellissier, si muovo letalmente tra le linee, svariando su tutto il fronte d’attacco. Come al 59′, quando s’incunea in area a raccogliere il cross di Pellissier, ma il sinistro al volo è fuori di un soffio. I primi 20 minuti sono un assolo gialloblu, che attaccano come forsennati da ogni parte del campo. Tuttavia, a metà ripresa Corini cambia Paloschi con Luciano, e la squadra ne risente, dato che la dinamicità in avanti non è la stessa. I ritmi si riabbassano, e Fabbrini e Nelson fanno paura a Puggioni con due conclusioni dal limite, fuori di poco. Alla mezzora walzer di punte: fuori Thereau nel chievo, dentro Miccoli per il Palermo, cambi che spostano decisamente l’asse della qualità in campo. E infatti la fase finale è tutta a favore del Palermo, con Fabbrini che si trasforma e diventa terribile ogniqualvolta entra il possesso. Tuttavia, come in avvio di gara, le azioni sono più dettate dalla foga di segnare che dalla tattica ragionata, e di conseguenza di occasioni clamorosamente lampanti non se ne vedono. La partita di conseguenza non può che chiudersi con un pareggio, giusto, più utile al Chievo che al disperato Palermo: accarezzato il sogno di sporcare la casella delle vittorie in trasferta, ma appuntamento con i 3 punti rimandato. Ha da recriminare invece la squadra di Malesani per aver giocato solo i primi 20 minuti del secondo tempo: il bottino pieno stasera non era impossibile da conquistare.
Il vantaggio del Palermo arriva dopo soli 4 minuti. Lancio dalle retrovie a cercare Formica, al limite dell’area si assesta però Acerbi che, anzichè spazzare la palla, la colpisce malamente di testa facendo sostanzialmente una sponda per lo stesso attaccante rosanero che, fatta rimbalzare la sfera, la colpisce al volo in girata con un perfetto diagonale che si insacca nell’angolo opposto. Anche il pareggio arriva nei minuti iniziali, ma della ripresa. Al decimo minuto infatti Jokic cross dalla sinistra, e sul colpo di testa ravvicinato di Frey è evidente il fallo di mano di Aronica. Dal dischetto si rpesenta Thereau che spiazza l’ex Sorrentino.
Riflette così sul pareggio, ai microfoni di Sky Sport: “E’ stata una partita difficile, si è messa subito in salita; abbiamo giocato contro un avversario tosto, di qualità. Nel secondo tempo la condizione fisica ci ha penalizzato: peccato, dopo il pareggio avremmo potuto vincere. Per la salvezza dobbiamo ancora fare molti punti, ma aver tenuto il Palermo a distanza è stato un bel colpo. Adesso si entra nel vivo”.
Questa la saggia analisi di Stefano Sorrentino, portiere del Palermo nonchè ex del Chievo, dai cui tifosi ha ricevuto molti ingenerosi fischi: “Non ho sentito i fischi, peccato per il risultato. Ci manca la vittoria che potrebbe darci il là per far bene. Dall’arrivo di Malesani è cambiata la convinzione. Oggi i dieci punti di differenza non si sono visti. L’importante ora è non perdere e cercare di far qualcosa per ricominciare a vincere”.