Piove a Roma, piove forte. I più pessimisti potrebbero dire che piove sul bagnato, e forse, viste le premesse di questa gara, non avrebbero tutti i torti: dopo la batosta in terra scozzese, la squalifica fino a fine torneo di capitan Parisse sarebbe un duro colpo per chiunque, a maggior ragione per una squadra che non ha ancora trovato una sua geometria. Però, è nel momento più duro che se c’è qualcosa da tirar fuori deve essere tirato fuori, e oggi, nel fango dell’Olimpico, gli azzurri stanno compensando delle evidenti carenze tecniche con una grinta e un’aggressività che gli avversari, almeno finora, non hanno dimostrato. 9-6 il punteggio a favore dei gallesi, solo calci di punizione, nessuna meta. Ma l’Italia è sempre stata a contatto, e risposto botta su botta alle iniziative gallesi. Tutti e tre i calci gallesi nascono da nostri falli in mischia ordinata, situazioni che dobbiamo assolutamente rivedere e migliorare, per non regalare punti certamente evitabili ai nostri avversari. Spreca un calcio dai 25 metri Halfpenny, ma dall’altra parte Burton non trasforma un drop dai 22, perciò si può dire che la prima frazione di gara è stata nel complesso equilibrata, salvo un po’ più di precisione gallese nella prima mezz’ora, e molta più grinta italiana negli ultimi dieci minuti, durante i quali abbiamo schiacciato gli avversari nella propria metà campo, senza tuttavia avvicinarci troppo alla loro linea di meta. La chiave della partita sono le mischie ordinate, è lì che bisogna vincerla, tra le testate e il fango.
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