Dopo l’ottimo esordio contro la Francia e la doccia gelida a Edimburgo, gli azzurri del rugby si presentavano oggi alla gara della verità, quella per capire l’effettiva grandezza di una squadra ancora indecifrabile. Certo, dopo la batosta in terra scozzese, la squalifica fino a fine torneo di capitan Parisse sarebbe un duro colpo per chiunque, a maggior ragione per una squadra che non ha ancora trovato una sua identità. Però, è nel momento più duro che se c’è qualcosa da tirar fuori deve essere tirato fuori, e oggi, nel fango dell’Olimpico, gli azzurri stanno compensando delle evidenti carenze tecniche con una grinta e un’aggressività che gli avversari, almeno in questo primo tempo, non hanno dimostrato. 9-6 il punteggio a favore dei gallesi, solo calci di punizione, nessuna meta. Ma l’Italia è sempre stata a contatto, e risposto botta su botta alle iniziative avversarie. Tutti e tre i calci gallesi nascono da nostri falli in mischia ordinata, situazioni che dobbiamo assolutamente rivedere e migliorare, per non regalare punti certamente evitabili ai nostri avversari. Spreca un calcio dai 25 metri Halfpenny, ma dall’altra parte Burton non trasforma un drop dai 22, perciò si può dire che la prima frazione di gara è stata nel complesso equilibrata, salvo un po’ più di precisione del Galles nella prima mezz’ora, e molta più grinta italiana negli ultimi dieci minuti, durante i quali abbiamo schiacciato gli avversari nella propria metà campo, senza tuttavia avvicinarci troppo alla loro linea di meta. La chiave della partita sono le mischie ordinate, è lì che bisogna vincerla, tra le testate e il fango. Purtroppo, però, nel secondo tempo la nazionale azzurra crolla, sia per la superiorità dei britannici, che col passare dei minuti si fa sempre più evidente, sia per una buona dose di sfortuna, che condiziona a nostro sfavore i due episodi che si rivelano decisivi: la prima meta del Galles e l’ammonizione di Castrogiovanni, con conseguente allontanamento dal campo del capitano per 10′. Il primo episodio nasce da un calcetto astuto di Phillips che, con un rimbalzo a terra imprevedibile, taglia fuori Gori e Zanni e apre il campo davanti a Davies, che schiaccia in meta senza farsi pregare. Halfpenny trasforma il calcio e il Galles allunga: più dieci, 16-6. Ma l’Italia non ci sta e, grazie alla tenacia del suo avanzamento, conquista una punizione all’interno dei 22 che Burton trasforma per il 16-9. Gli azzurri ci credono ancora, anche dopo un calcio meraviglioso di Halfpenny che da metà campo infila tra i pali e riporta i suoi sul più dieci. La partita finisce di fatto al 58′, quando Castrogiovanni viene ammonito e allontanato dal campo per un fallo ripetuto su mischia ordinata, lasciando con un uomo in meno i compagni per dieci minuti. I gallesi ne approfittano subito, andando in meta con percussione centrale di Cuthbert dopo un veloce giro palla destra-sinistra e trasformando il calcio con l’impeccabile Halfpenny, man of the match di questo sabato di pioggia. 26-9, distanza incolmabile per gli azzurri, a maggior ragione se, insieme alle speranze, nel finale vengono meno anche le forze. Il Galles controlla in scioltezza e porta a casa la seconda vittoria del suo Sei Nazioni, raggiungendo momentaneamente gli inglesi in testa alla classifica. Per l’Italia, invece, lo spettro del cucchiaio di legno si fa sempre più incombente. (Pietro Macchiarella)
Man of the match: Halfpenny
1 | Inghilterra | 2 | 0 | 0 | 4 | ||||||
2 | Irlanda | 1 | 0 | 1 | 2 | ||||||
3 | Scozia | 1 | 0 | 1 | 2 | ||||||
4 | Galles | 1 | 0 | 1 | 2 | ||||||
5 | Italia | 1 | 0 | 1 | 2 | ||||||
6 | Francia | 0 | 0 | 2 | 0 |