Il derby di Milano termina in parità, 1-1. Un pareggio che mancava da 19 incontri (l’ultimo nel 2004) firmato da El Shaarawy nel primo tempo e dal neo entrato Schelotto a 20 minuti dal termine. Il Milan, dopo un primo tempo brillante non è riuscito a chiudere la gara, lasciando spazio e tempo per la rinascita nerazzurra. Un punto a testa che non muove la classifica nella zona Champions, anche se domani la Lazio in caso di vittoria sul Pescara si porterebbe al terzo posto. Stramaccioni per il derby di Milano numero 210 schiera la sua squadra con il 4-3-1-2. Ranocchia recupera e viene inserito in difesa centrale al fianco di Juan Jesus. A centrocampo Ricky Alvarez affianca Gargano e Cambiasso, mentre Guarin agisce tra le linee a supporto della coppia Palacio–Cassano. Il Milan, sulle ali dell’entusiasmo dopo il 2-0 rifilato al Barcellona, si presenta al Meazza con il 4-3-3. Il tridente d’attacco è formato dagli stessi interpreti della gara contro i catalani: Boateng, El Shaarawy e Balotelli. A centrocampo Nocerino è recuperato, mentre in difesa De Sciglio vince il ballottaggio con Constant nel ruolo di terzino sinistro. Dopo il fischio d’inizio di Mazzoleni le due squadre si affrontano a viso aperto, entrambe determinate a fare la gara. I rossoneri si rendono pericolosi per primi con un tiro di De Sciglio, mentre qualche minuto dopo Balotelli si fa trovare pronto a ricevere il cross dalla sinistra ma scivola, mancando l’appuntamento con il gol. Ci pensa poco dopo El Shaarawy a sbloccare il match. L’Inter subisce il contraccolpo del gol subito e non riesce a reagire. Il duello tra Balotelli ed Handanovic vive due-tre episodi da urlo, ma l’Inter resta a galla grazie alle parate del suo portiere. Nella ripresa non ci sono sostituzioni, ma Stramaccioni corregge la sua squadra dirottando Zanetti a destra e Nagatomo a sinistra e mutando l’atteggiamento di Guarin, molto più disponibile al sacrificio difensivo. Il Milan però costruisce dopo pochi minuti un’occasione con Boateng, che taglia bene su un cross di Montolivo, ma il colpo di testa in torsione non inquadra la porta. L’Inter si fa vedere poco dopo con una occasione molto grossa capitata a Guarin, che fa il pari con quella migliore per Balotelli nel primo tempo. Il Milan non è più quello del primo tempo e la stanchezza inizia a farla da padrone. I nerazzurri ci credono e Stramaccioni richiama Cambiasso per Schelotto, che pareggia pochi minuti dopo essere entrato in campo. Muntari prova immediatamente a rispondere con un tiro violento ma impreciso. Il tecnico nerazzurro sostituisce Alvarez con Kuzmanovic e l’infortunato Nagatomo con Chivu. Allegri prova la carta Niang. Il giovane attaccante rossonero ci prova verso la fine con un tiro violento di collo, ma Handanovic è attento e respinge. Nel finale, due squadre stanche ed esauste dagli impegni europei si accontentano del pareggio.



Leggendo le statistiche a disposizione a fine gara, si può affermare che il Milan ha parecchio da recriminare, soprattutto con sé stesso per non esser riuscito a chiudere la gara nel primo tempo. Va comunque sottolineata la prestazione di orgoglio che l’Inter ha avuto nel secondo tempo, che le ha permesso di riacciuffare il pareggio. Il possesso palla a fine gara vede i rossoneri affermarsi con il 54%. Per quanto riguarda le conclusioni, il Milan ha tirato complessivamente 18 volte verso lo specchio avversario, di cui 6 dentro la porta, mentre i nerazzurri 10 totali di cui 4 all’interno dello specchio. Anche il dato sulla supremazia territoriale conferma la supremazia dei rossoneri. La squadra di Allegri ha fatto registrare una supremazia pari a 13’ contro i 9’ dei nerazzurri. Il dato sulla protezione dell’area volge a favore dei difensori milanisti, i quali hanno garantito un efficace difesa del territorio (50%), contro i colleghi avversari (44%). Molto più pericoloso invece il reparto offensivo rossonero, il quale ha creato pericoli costanti, soprattutto nel primo tempo. La pericolosità espressa dai rossoneri è pari al 56%, mentre l’Inter è ferma al 50%. I dati individuali rivelano che il giocatore che ha recuperato più palloni di tutti è stato Andrea Ranocchia (26). Montolivo invece quello ad aver completato più passaggi di tutti, 67. Nonostante non abbia trovato il gol dell’ex, Mario Balotelli è stato il giocatore ad averci provato di più con 5 tentativi. Nel prossimo turno il Milan accoglierà la Lazio in un vero e proprio match-ball per la volata Champions, mentre l’Inter sarà di scena al Massimino di Catania.



I GOL – 1-0 al 21′: Dopo un recupero palla a centrocampo, Boateng lancia in verticale il faraone che entrato in area, fa centro con un esterno a giro. Clamorosa occasione per il Milan al : amgolo da destra, Balotelli svetta in area piccola e con un colpo di testa dal dischetto mette alla prova Handanovic, che risponde con un intervento reattivo, e a ben vedere miracoloso. Occasione clamorosa per l’Inter al 52′: sfrecciata di Palacio sulla destra che invita Guarin all’inserimento in area. L’argentino assiste il colombiano al meglio, ma la sua conclusione, da posizione ravvicinata e centrale, trova la parata di Abbiati che respinge lateralmente oltre la linea di porta. 1-1 al 71′: È proprio l’ex orobico, Ezequiel Schelotto, a ristabilire l’equilibrio. Nagatomo riscatta una prestazione opaca con un ottima incursione sulla sinistra che produce un cross verso il palo opposto. Mexes prova a intercettare la palla, ma non ci arriva. Alle sue spalle sbuca Schelotto che di testa batte Abbiati.



A fine gara si sente soddisfatto del pareggio maturato e difende i suoi dalle critiche recenti a suo avviso eccessive: “Credo che globalmente il pareggio sia il risultato giusto – ha dichiarato il tecnico ai microfoni di ‘Sky Sport’ – il Milan ci ha messo in difficoltà nel primo tempo ma l’Inter è rientrata alla grande nella ripresa, finendo la partita in crescendo. Grazie agli interventi di Handanovic penso che il pareggio sia meritato. La prima palla gol l’abbiamo avuta noi, fino al gol di El Shaarawy siamo stati sempre presenti. La rete del Milan è nata da una palla persa a centrocampo e da lì abbiamo sbandato. Siamo stati bravi a trovare la reazione nella ripresa e a tornare in campo ben organizzati. La posizione di Boateng ci ha messo in difficoltà, costringendo Zanetti a stringere molto. Dalla parte di De Sciglio purtroppo Nagatomo seguiva El Shaarawy lasciando scoperti i difensori centrali. Sono errori relativi, il pareggio è stato giusto. Cassano attaccante alla Totti? Dopo l’infortunio di Milito abbiamo parlato tanto con Antonio: può fare benissimo il centravanti. Anche stasera l’ha fatto molto bene, facendo salire la squadra e prendendo diversi falli. E’ una posizione che può ricporire spesso da qui alla fine della stagione. Le critiche che mi danno fastidio sono quelle mosse nei confronti della squadra, io da allenatore accetto tutto. E’ giusto criticare me che non ho molta esperienza, ma ci sono stati troppi cambiamenti di giudizio sulla squadra in breve tempo, soprattutto dopo la sconfitta di Siena. Abbiamo avuto tanti infortuni che ci hanno costretti a reinventarci di volta in volta: in queste condizioni, è normale incontrare qualche problema“. Il tecnico dei rossoneri, Massimiliano Allegri, è di tutt’altro avviso. Ecco le sue parole ai microfoni di Sky: “Nel finale sono uscito dal campo perché mancavano cinque secondi, volevo evitare la confusione. Non sono arrabbiato, ma contento di quanto fatto dalla squadra. Abbiamo concesso poco o nulla all’Inter nel primo tempo, e nella ripresa Abbiati ha fatto una grande parata, ma al di là di questa non abbiamo subito tiri in porta. Non abbiamo gestito bene: quando sei troppo giovane le cose ti sembrano facili, ma in una partita di calcio queste cose non si devono fare. Mi riferisco alla squadra in generale: abbiamo fatto benissimo nei primi 45′, mentre nella seconda metà no. Abbiamo avuto quattro clamorose occasioni da gol. Abbiamo perso qualche palla in ripartenza, ‘gigioneggiando’. C’è da essere contenti però: queste partite vanno vinte, ma con l’Udinese in casa abbiamo vinto nel finale. Questo è il calcio. Dico sempre che quando l’avversario sta per morire, bisogna che tu lo uccida. Questa sera ai nastri di partenza era l’Inter ad essere obbligata a vincere, non noi. Non si possono avere grandi energie per vincere partite come quella di stasera, partite che andrebbero chiuse nel primo tempo“. (Francesco Davide Zaza – twitter@francescodzaza)

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