Una gara insolita, purtroppo rovinata dal maltempo e dalle basse temperature che stentano ad abbandonare la zona settentrionale della penisola italiana nonostante la primavera sia ormai alle porte. Impresa napoleonica per i ciclisti che hanno dovuto affrontare la corsa sotto la neve per un tratto lungo 40 km. il Passo del Turchino, infatti, ha rappresentato ciò che per l’imperatore francese fu la ritirata di Russia. Freddo e neve hanno costretto l’armata dei ciclisti a fermarsi a Ovada per cercare ristoro nei pullmane poi ripartire da Cogoleto, sulla riviera ligure. Di certo se Napoleone avesse avuto a disposizione dei mezzi simili per affrontare il freddo, in Russia ora si parlerebbe anche il francese. Ma la storia è stata scritta: a Mosca continua a parlarsi la lingua di Dostoevskij e sul podio della Milano–Sanremo si parla il tedesco. L’outsider Gerald Ciolek, infatti, è arrivato primo seguito dai favoriti Peter Sagan e Fabian Cancellara. Per discutere della gara di ieri abbiamo intervistato l’ex ciclista Paolo Savoldelli in esclusiva per ilsussidiario.net.



A causa del maltempo si sono corse due gare di fatto: una da Milano a Ovada e l’altra da Cogoleto a Sanremo.  Questo ha influito sull’esito della gara? Innanzitutto la Milano-Sanremo è la corsa con meno salite e sarebbe dovuta risultare meno dura di quanto non lo sia stata a causa del maltempo. Il fatto di aver spezzato la corsa in due non ha sostanzialmente cambiato il risultato finale. È arrivato secondo il favorito della vigilia, Sagan, e terzo Cancellara. Penso che i valori in campo non siano stati scombussolati, i migliori sono arrivati sul podio.



Cosa ne pensa del fatto che dalla tappa siano stati tolti molti Km? Non c’erano alternative, l’organizzazione è riuscita a gestire velocemente e in modo efficiente una situazione d’emergenza. Hanno deciso di abolire il tratto delle Manie, una strada molto stretta e pericolosa in queste condizioni. I ciclisti erano stremati e non era il caso di prolungare la sofferenza.

Corsa epica per i corridori che hanno affrontato la neve per 40 km… In bicicletta non si riesce ad affrontare il gelo, piedi e mani diventano talmente freddi, fino a perdere la sensibilità. I ciclisti sono abituati alle intemperie ma proseguire sarebbe stato inutile. È raro dover correre con la neve che batte sulla faccia, ma può capitare.

Un giudizio sul vincitore? Non era tra i favoriti alla vigilia…

Un astro nascente del ciclismo tedesco. Ricordiamo che ha vinto una tappa alla Vuelta di Spagna ed è stato in squadre molto forti in cui, però, il suo ruolo era quello di gregario al fianco di grandi velocisti. Ora essendo il capitano della sua squadra Mtn-Qhubeka riesce a dare il meglio di sé e probabilmente ha goduto del fatto che il pronostico non lo dava tra i favoriti.

Sagan, cosciente di essere uno tra i migliori, ha forse esagerato negli attacchi che non gli hanno permesso di affrontare più lucidamente lo sprint finale? È stato costretto, era restato senza uomini e ha cercato di recuperare sulle prime posizioni non appena ha visto partire in volata Chavanel… In quegli attimi si risponde solo all’istinto.

Come valuta la prestazione degli italiani? Erano venti anni che non arrivava un solo italiano nelle prime dieci posizioni. Il quinto posto di Paolini è stato un ottimo risultato. Purtroppo è mancato nel finale Nibali, che ha avuto problemi col freddo. D’altronde non partivamo avvantaggiati al via, pure se Nibali era considerato tra i favoriti per la Milano–Sanremo. Si sa che questa è una gara difficile per lui.

 

(Mattia Baglioni)