Lo sport italiano è in lutto. Questa mattina a Roma è morto Pietro Mennea, leggendario sprinter che ha scritto la storia della nostra atletica (clicca qui per leggere la notizia). Il suo palmares è eccezionale: spicca l’oro olimpico di Mosca 1980 sui 200 metri, oltre a due bronzi olimpici. Ai Mondiali vanta un argento e un bronzo a Helsinki 1983, prima edizione della manifestazione iridata, agli Europei ben quattro medaglie d’oro. Indimenticabile è il suo record del mondo stabilito con il tempo di a Città del Messico il 4 settembre 1979 e che durò per ben 17 anni, fino al 1996 quando fu battuto da Michael Johnson – ma ancora oggi è record europeo. Portabandiera azzurro alle Olimpiadi di Seul 1988,la sua quinta partecipazione a ben 16 anni dal bronzo di Monaco 1972. Personaggio anche fuori dalle piste di atletica: ben quattro lauree, fu pure europarlamentare. Per ricordarlo abbiamo fatto qualche domanda a una stella dell’atletica italiana di oggi, Antonietta Di Martino. Intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Ha saputo della morte di Pietro Mennea? No, non sapevo nulla. Ma davvero? Me lo dice lei adesso…
Purtroppo sì… Mi dispiace, mi dispiace davvero.
Lo aveva conosciuto personalmente? Sì, l’ho conosciuto qualche anno fa; mi aveva dato un premio. Già in altre occasioni lo avevo conosciuto; ma in quella circostanza a Salerno era proprio venuto personalmente a premiarmi.
Nell’occasione le aveva detto qualcosa di particolare? No, niente di speciale; però ci avevo parlato, mi aveva dato l’impressione di essere una bravissima persona. Che peccato; sono senza parole, mi riesce anche difficile ricordare qualcosa.
Cos’ha rappresentato per l’Italia?
E’ stato un grandissimo atleta; il suo record del mondo è durato tanti anni, e tra l’altro detiene ancora il record europeo. E’ stato un grande, non solo per l’Italia ma per tutto il mondo; tutte le medaglie che ha vinto… un grande, non c’è altro modo di dirlo.
Ci potrà essere un altro Pietro Mennea? Non lo so; credo che di Pietro Mennea ci sia stato solo lui, non posso dire se ce ne saranno altri. Lo dicono i risultati: ha stabilito un record del mondo, che non è mai semplice nella velocità.
In Italia poi ancora meno… Ci sono dei ragazzi del nostro Paese che sono forti; ma una cosa è essere forti, un’altra è fare il risultato; il talento possono averlo tutti, ma poi deve essere seguito da altro, deve essere coltivato con lavoro e passione. Pietro Mennea ce l’ha fatta: per questo è stato unico.
(Claudio Franceschini)