Il diluvio di Perugia del maggio 2000? Dilettanti. La piscina di Chievo-Roma della scorsa stagione? Una bazzecola. I tifosi della Juventus – soprattutto loro – ricordano ancora con tanta amarezza quanto successe in quel pomeriggio al Renato Curi: ci si giocava uno scudetto, i bianconeri avevano due punti di vantaggio sulla Lazio e andavano a giocare in Umbria. A Roma splendeva il sole: i biancocelesti vinsero 3-0, mentre a Perugia un nubifragio rese il campo un lago impraticabile. Collina fece giocare, anche se durante il sopralluogo dell’intervallo il pallone non rimbalzava e rimaneva piantato nel fango; finì che i biancorossi passarono con un gol di Calori, e il tricolore si festeggiò nella capitale. A distanza di quasi 13 anni si pensa ancora, e con ottime ragioni, che quella partita andasse sospesa; come anche altre gare che nel frattempo sono state giocate in condizioni pessime. Lo scorso anno Napoli-Juventus fu addirittura rinviata preventivamente: si temeva che la pioggia avrebbe reso impraticabile il campo di gioco e le vie di accesso allo stadio. Problemi? In Kazakhstan se la ridono di grosso, almeno a Ekibastuz, città della provincia di Pavlodar, situata nel Nord Est del paese. Certo: si può opinare che la Lega Kazaka non abbia coperture televisive mondiali, che non ci siano troppi interessi economici in ballo e che quindi non sia necessario che sia tutto perfetto. Tuttavia, chiunque abbia giocato a calcio anche solo all’oratorio sa quanto sia difficile controllare il pallone quando il terreno di gioco non è in perfette condizioni: allora si discuteva perchè non si capiva se un tiro fosse entrato o meno (vista l’assenza di reti alle porte), oppure la palla assumeva traiettorie impossibili per la presenza di gobbe sul terreno. Alzi la mano chi non ha provato almeno una volta a giocare in condizioni simili. A Ekibastuz hanno avuto altri problemi: guardare questo video per credere. Partita contro l’Almaty: bisogna battere un calcio d’angolo, ma la zona della bandierina è allagata. Nel vero senso della parola: l’acqua arriva alla caviglia. I due giocatori si guardano perplessi: l’arbitro non è inquadrato, ma si capisce che ha ordinato di giocare. La scena è comica: il primo calciatore prende la palla con le mani e lo passa al compagno, ma così non va bene. Dunque, ci si arrangia come nel beach soccer: il compagno alza, e si tira al volo, a campanile dentro l’area. Ma non è finita: a pochi centimetri dai due malcapitati, un’autocisterna prova a pompare l’acqua per migliorare la situazione. Insomma: vedendo queste immagini, Pierluigi Collina si sarà convinto che la decisione di far giocare a Perugia sia stata giusta. Se in Kazakhstan ce la fanno…



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