Una vicenda che si trascina ormai da tempo. E’ quella dello stadio del Cagliari, Is Arenas. La scorsa stagione la società rossoblù giocò anche a Trieste, quest’anno ha giocato a Parma contro la Juventus, per qualche partita è stata data l’agibilità con la presenza del pubblico, per altre senza il pubblico. Domenica contro la Sampdoria incontro a porte chiuse. Insomma niente di chiaro all’orizzonte, con il presidente del Cagliari Massimo Cellino prima in carcere, poi agli arresti domiciliari. Il Consiglio di Amministrazione si è dimesso come scelta seppur simbolica, per un’adesione forte alla manifestazione di protesta andata in scena a Cagliari dei tifosi. Una manifestazione per sensibilizzare anche l’opinione pubblica proprio sulla vicenda dello stadio Is Arenas. Tante cose successe in poco tempo che dimostrano un’altra volta, se ce ne fosse il bisogno, la presenza di una burocrazia e di una classe politica da terzo mondo nel nostro Paese. Per commentare questa vicenda abbiamo sentito Mario Ielpo, ex portiere del Cagliari. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net.



Cosa pensa di questa situazione del Cagliari? E’ una situazione paradossale, che io definirei all’italiana. Purtroppo certe cose succedono solo nel nostro Paese, non si può pensare che una vicenda come quella dello stadio del Cagliari si porti avanti per così tanto tempo. E’ la solita diatriba tra il potere politico e lo sport.



Il Consiglio di Amministrazione si è dimesso proprio per la vicenda stadio… Penso che si tratti di un atto dimostrativo, una forma di protesta per quello che sta accadendo.

Cellino è agli arresti domiciliari: cosa ne pensa? E’ stato il mio presidente per una sola stagione, poi sono passato al Milan; ma devo dire che lui è una persona competente che ha sempre mantenuto il Cagliari a buoni livelli, conosce bene i doveri ai quali è chiamato il presidente di una società di calcio.

Quanto è responsabile di questa situazione? Credo che non abbia particolari responsabilità in quello che sta accadendo. Se ha dovuto fare delle cose è perchè è stato costretto per quei sotterfugi, quei ricatti a cui si è sottoposti spesso nel nostro Paese in questo tipo di situazioni.



La vicenda stadio intanto non si risolve mai… Se volevano decidere che questo stadio non andasse bene dovevano intervenire subito, quando si stava iniziando a costruirlo. Ora non capisco perchè si stia facendo tutto adesso e non prima; si parla anche di demolizione dell’impianto. Mi sembra un idea folle, è proprio la solita cosa all’italiana.

A pagarla intanto sono solo i tifosi… 

Ha ragione: i tifosi sono stanchi di tutto questo. I sostenitori del Cagliari sono civili, sono passionali, non sono violenti. La squadra di calcio però è il simbolo di tutta una regione, la Sardegna, che anche per le sua posizione geografica si considera come una nazione a sè. Il Cagliari è il loro principale simbolo di identità.

Quindi il Cagliari non ha nessuna responsabilità in tutta questa vicenda? Il Cagliari sta facendo quello che può, solo che sta pagando le leggi assurde che ci sono in Italia. Solo la Juventus è riuscita a costruirsi il suo stadio finora; le società che lo vogliono costruire vanno incontro a intoppi burocratici, problemi di qualsiasi tipo, che una squadra di calcio fatica ad affrontare e risolvere.

I giocatori come possono vivere una situazione di questo genere? Non è facile, io ho provato a giocare una o due volte a porte chiuse e non è certo una bella sensazione. I calciatori stanno comunque dimostrando grande professionalità e stanno disputando anche un buon campionato. Non mi meraviglia, visto che il potenziale offensivo di questa squadra è molto elevato.

Lei che soluzione attuerebbe? Non lo so, non so proprio cosa fare; temo anzi che questa situazione andrà avanti nel tempo senza risolversi.

 

(Franco Vittadini)