Il più forte. Semplicemente il più forte. Fabian Cancellara ha dominato il Giro delle Fiandre 2013 con una superiorità assoluta e indiscutibile. Il campione svizzero della RadioShack con due fiammate ha annichilito tutti gli avversari. Gli sono bastati gli ultimi due Muri della massacrante corsa fiamminga: con l’allungo sul Vecchio Quaremont ha cancellato la fuga da lontano e staccato tutti i big tranne Peter Sagan, con l’affondo sul Paterberg ha salutato anche il giovane fenomeno slovacco della Cannondale e negli ultimi 10 km ha allungato ulteriormente grazie alle sue immense qualità di cronoman: sembrava quasi che la strada fosse ritornata dritta ed asfaltata solo per lui, mentre per tutti gli altri ci fossero ancora dei Muri da affrontare. Infatti quella manciata di metri che Fabian aveva guadagnato su Sagan sul Paterberg è diventato un minuto e 26 secondi sul traguardo di Oudenaarde. Impressionante. Peccato solamente che non ci sia stato il grande duello con Tom Boonen: l’anno scorso cadde Cancellara e vinse il belga, quest’anno è successo il contrario. Ma d’altronde si sa che le Classiche del Nord sono grandi battaglie, in cui l’imprevisto è sempre in agguato. Promosso comunque anche Sagan, che fa un altro passo avanti nel suo processo di crescita (ha soli 23 anni, ricordiamolo sempre) ed è stato il “primo dei terrestri”, anche se sappiamo che per un fuoriclasse non è detto che questo basti per essere soddisfatto. Così Cancellara ha commentato il suo trionfo: “Da gennaio a oggi, quanti giorni sono stato a casa? Per la mia famiglia non è stato facile, ma sono scelte che si fanno, la mia carriera non dura mille anni. Dovevo sfruttare ogni giorno. Sono felice, è stato proprio un bel giorno di Pasqua”. Dopo la Sanremo 2008, il Fiandre 2010 e due Roubaix (2006 e 2010), per l’elvetico è la quinta classica-monumento a cui possiamo aggiungere quattro Mondiali a cronometro, il titolo olimpico a Pechino 2008 sempre a cronometro e – tra gli altri successi – sette tappe al Tour e 28 giorni in maglia gialla, la Tirreno-Adriatico 2008 e il Giro di Svizzera 2009. Una carriera che ormai è da leggenda, lo Spartacus di origini lucane è tra i personaggi-simbolo del ciclismo di questi anni.



(Mauro Mantegazza)

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