Furto. Titola così Mundo Deportivo per raccontare il clamoroso finale di Borussia Dortmund-Malaga. Al Westfalenstadion succede questo: i padroni di casa hanno bisogno di due gol per qualificarsi dopo che Eliseu ha infilato la porta di Weidenfeller. E li segnano, con Reus e Felipe Santana, nello spazio di un minuto. Impossibile che non torni alla memoria quella famosa finale di Barcellona con protagonista il Manchester United, ma il punto è un altro: mentre i giocatori del Dortmund festeggiano, le reazioni degli andalusi sono indignate. Manuel Pellegrini va in conferenza stampa e attacca: “Dopo il nostro secondo gol l’arbitro ha concesso di tutto. Due loro giocatori dovevano essere cacciati, ci sono stati falli e contrasti incredibili e inaccettabili”. La bomba esplode però il giorno seguente: i titoli dei quotidiani sono forti, ma non sono niente se paragonati ai commenti dello sceicco Al Thani, che decide di presentare un esposto alla UEFA e dal suo personale account Twitter attacca tutto e tutti: “Questo non è calcio, è chiaramente razzismo”. E ancora: “Dall’inizio della stagione siamo stati oggetto di corruzione basata sul razzismo da parte della UEFA”. Parole forti, e gravissime: dinanzi a queste esternazioni, il commento di Paolo Bonolis in merito al disegno pro-Milan appaiono il commento ingenuo di un ragazzino che non ha capito la trama del film. Da qui, due considerazioni. La prima, ovvia e fin troppo banale: non dicano poi, con campanilismo e molta presunzione, che solo noi italiani ci lamentiamo degli arbitri e siamo un popolo di frignoni. Non lo dicano più, perchè reazioni come quelle del Malaga sono più un isterismo che altro. La seconda considerazione: evidentemente lo sceicco Al Thani dovrebbe andare a studiarsi la storia della stagione, a cominciare da ieri sera. Il gol di Santana sarebbe stato ininfluente se solo il guardalinee avesse visto un fuorigioco, non certo impossibile da scovare, di Eliseu sul tiro di Julio Baptista; e forse non ci si ricorda più che alla Rosaleda il Milan si vide fischiare contro un rigore quantomeno discutibile per un presunto fallo di Constant. E ancora: 



Se il Malaga è stato oggetto di razzismo da parte dei poteri forti, come mai è arrivato fino ai quarti di finale perdendo solo una partita (quella con il Porto)? Siamo alle solite: nell’impeto di protestare e di poter dire che la colpa è di qualcun altro, ci si dimentica dei favori ricevuti. Il calcio non è un gioco di pro e contro: e se il Dortmund avesse segnato sulla punizione susseguente al fuorigioco fischiato? Abbiamo celebrato, com’era giusto che fosse, la favola di un club esordiente in Champions League che si è spinto fino alle soglie di una semifinale; ora, com’è giusto che sia, dobbiamo scuotere la testa senza voler fare i moralisti, e dire che bisogna imparare a perdere, perchè la via della grandezza passa anche da qui. Vale anche per la Juventus: stasera potrà andare bene o male, ma non si dica che la colpa sarà di quel fuorigioco di Mandzukic.



 

(Claudio Franceschini)

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