Una settimana così, probabilmente Fabio Fognini non se la sarebbe mai aspettata. “Ci credevo” è invece il commento di Davide Sanguinetti in esclusiva a Ilsussidiario.net. Lui i campi da tennis li ha frequentati, e sa bene che arrivano momenti nella carriera di un atleta in cui tutto viene facile, in cui ti sembra di essere invincibile; anche a quasi 26 anni, come nel caso di Fognini. Che è numero 32 al mondo, non ha mai vinto un torneo (solo due finali, e non in appuntamenti capitali) e sembrava avviato a una carriera di mediocrità. Cosa che irritava ancor più tifosi e appassionati, conoscendo il grande talento che il sanremese si porta appresso. E invece, nel giro di quattro giorni a Fabio è riuscito tutto: battute tre teste di serie a Montecarlo, un Master 1000. Prima Andreas Seppi, in un derby che è sempre particolare anche su un campo di terra rossa; poi Tomas Berdych, uno dei tennisti più in forma del momento anche se su una superficie non sua; infine Richard Gasquet, che invece su questo tipo di campo ci dovrebbe sguazzare. E’ semifinale: oggi Fognini trova Novak Djokovic, e mai come adesso incrocia la racchetta con il numero uno al mondo sapendo che l’impresa è quantomeno possibile. Perchè sta benissimo, gioca altrettanto bene (37 vincenti ieri) e soprattutto Nole non è parso troppo in forma, se è vero che ha dovuto giocarsi per due volte il terzo set (ma ieri ha stravinto contro Nieminen). Dall’altra parte del tabellone, Rafa Nadal prosegue il suo cammino fatto di una sola sconfitta nel Principato dal 2003 (alla partita d’esordio): è semifinale contro Tsonga per andare a caccia del nono titolo in fila, ma questa volta lo spagnolo ha dovuto sudare anche più di sette camicie per frenare l’impeto di un Dimitrov che ha un brillante futuro davanti a sè. Come quello che potrebbe avere Fabio Fognini: a cominciare da domani? Ecco quello che ci ha detto Davide Sanguinetti.



Fognini in semifinale a Montecarlo dopo aver battuto due Top Ten: se lo aspettava? Me lo sono sempre aspettato un risultato così: ho sempre detto che Fognini è il più grande talento che abbiamo in Italia, purtroppo è sempre rimasto inespresso. Adesso sta cominciando a capire quali sono i suoi mezzi e sono convinto che potrà dare parecchio al tennis italiano. 



Talento inespresso: colpa solo dell’aspetto mentale, o anche tecnicamente c’è qualche margine da limare? Probabilmente deve migliorare ancora qualcosa a livello tecnico: lui lo sa, e in questo senso ci sta lavorando sopra con il suo coach Perlas. Si vedono i primi frutti, anche se ci vorrà del tempo perchè i limiti vengano ridotti. Fabio non è come Djokovic, al quale insegni subito e te lo ritrovi al numero 1 del ranking ATP. 

A proposito: domani Fognini sfida il serbo, che a parte ieri ha faticato non poco qui: l’impresa è possibile?  

Sicuramente Fabio ha più possibilità sulla terra che su altre superfici, dove Djokovic domina. Anche sulla terra ha vinto tanto: penso a Roma e Madrid. Stiamo pur sempre parlando del numero uno al mondo, ma in questo momento non è in grandissima forma. Per Fabio sarà difficile, ma ce la può fare.



Dall’altra parte, Nadal affronta Tsonga: si aspettava Rafa così competitivo da subito? Sicuramente sì. Ha avuto un po’ di difficoltà nel primo torneo dell’anno perso in  finale (a Vina del Mar, ndr), ma poi ha ripreso i suoi standard normali. Non è ancora il Nadal che conoscevamo, ma ci si sta avvicinando. Ieri però…

Sì? Ha faticato tanto contro Dimitrov, aveva un po’ di crampi e per la prima volta si è visto un Nadal “umano”.

Questo Dimitrov vale i primi posti al mondo, potenzialmente? Senza dubbio è da primi dieci. Anche lui ha un grande potenziale inespresso, ma sta trovando continuità. Lui e Tomic sono i giovani più interessanti del circuito e fra qualche anno potranno essere i numeri uno e due al mondo.

 

(Claudio Franceschini)