Sarà ancora Spagna contro Germania nella seconda semifinale di Champions League (oggi la prima, Bayern Monaco-Barcellona). Nella straordinaria cornice del Westfalenstadion (anche se oggi per ragioni di sponsor si chiama Signal Iduna Park) si affrontano Borussia Dortmund e Real Madrid, a caccia di una finale che manca da, rispettivamente, 17 anni (anche l’unica giocata, e vinta, dai gialloneri) e 11 anni (e sarebbe la decima vittoria per le Merengues). Le suggestioni sono tante: José Mourinho potrebbe giocare contro il suo successore Jurgen Klopp, anche se al momento è più plausibile pensare che il tedesco 45enne resterà almeno un altro anno nella Ruhr. Poi, il fatto che le due squadre si siano già affrontate nel girone eliminatorie: allora il Dortmund ne uscì imbattuto, vincendo in casa e pareggiando al Bernabeu, e forse anche da lì ha preso fiducia per arrivare fino in semifinale, pur soffrendo molto nei quarti e qualficandosi solo con due gol nei minuti di recupero che hanno dell’incredibile. Per contro il Real Madrid è la squadra forse più completa e attrezzata per vincere la Coppa, ma deve passare sopra certi limiti di superficialità e gioco che hanno rischiato di riaprire un discorso, quello con il Galatasaray, che sembrava già chiusisissimo.



Una delle squadre che giocano meglio in Europa, il Borussia Dortmund è anche l’unica imbattuta della manifestazione: sei vittorie e quattro pareggi, con 19 gol realizzati che ne fanno il quarto attacco della competizione. A dimostrazione del fatto che la produzione offensiva dei ragazzi di Klopp sia di grande qualità, il dato che ci dice come 17 dei 19 gol siano arrivati dentro l’area di rigore, derrivati da 94 tiri (su 154) che finiscono nello specchio della porta (seconda di tutta la Champions League), attraverso una fitta rete di passaggi che prevede in uno spazio di campo di 28 metri, per una percentuale di positività del 67%. I cross sono pochi (27) nonostante la squadra abbia degli esterni di qualità e corsa: il fatto è che il Borussia Dortmund spesso li utilizza come “taglianti” per le sponde di Lewandowski o per mandare lui alla conclusione ma con passaggi verticali e non soluzioni aeree. In più i gialloneri sono una cooperativa del gol: certo ci sono Lewandowski, Reus e Gotze che sbrigano la maggior parte del lavoro, ma anche altri giocatori che all’occorrenza sanno come trovare la porta. Klopp domani non ha problemi di formazione e, da vecchia volpe qual è, sembra intenzionato a schierare dal primo minuto Nuri Sahin, capitano del suo primo titolo nazionale e poi emigrato proprio al Real Madrid dove però non ha trovato mai fortuna (è in prestito per due anni). Oggi il club ha annunciato, con serafica calma, di aver venduto Mario Gotze al Bayern Monaco: non c’è il timore di distrazioni dal grande impegno, nè che in un eventuale derby in finale il gioiellino del 1992 si possa distrarre. Altra mentalità.



Il Real Madrid ha il miglior attacco del torneo: 23 gol, che derivano da un possesso palla del 52% con una positività di passaggi molto alta (71%): questo fa sì che le Merengues arrivino molto facilmente alla conclusione (119 nello specchio, 70 fuori) e i loro gol li segnino più spesso in area (15) che fuori. Non si può non parlare di Cristiano Ronaldo, che dei 23 gol della squadra ne ha segnati 11 (è il capocannoniere), insegue Messi e Altafini che con 14 sono i recordmen per singola stagione e se dovesse segnare domani sera troverebbe la rete per la sesta partita consecutiva, agganciando così Marouane Chamakh che il primato l’aveva realizzato con le maglie di Bordeaux e Arsenal in due annate diverse. Mourinho ha qualche problema di formazione – sono fuori Arbeloa per squalifica, Marcelo e Essien per infortunio – ma il Real Madrid ha una rosa talmente ampia che può benissimo fare di necessità virtù. Mourinho, che ha giocato i quarti di finale di Champions League sette volte in dieci edizioni (con quattro squadre diverse) cerca di regalare al Real Madrid quella finale che come detto manca dal 2002, giorno della nona coppa vinta a Glasgow: è già riuscito a cancellare la maledizione degli ottavi di finale, con la squadra eliminata per sei edizioni consecutive appena dopo il girone eliminatorio. Intanto si continua a lavorare sul rinnovo di Cristiano Ronaldo, anche se naturalmente se ne parlerà da domani.



 

 Weidenfeller; Piszczek, Subotic, Hummels, Schmelzer; Gundogan, Sahin; Blaszczykowski, Gotze, Reus; Lewandowski. All. Klopp

A disp: Langerak, F. Santana, Kirch, S. Bender, Leitner, Grosskreutz, Schieber

Squalificati:

Indisponibili:  –

 Diego Lopez; Sergio Ramos, Pepe, Varane, Fabio Coentrao; Khedira, Xabi Alonso; Di Maria, Ozil, Cristiano Ronaldo; Benzema. All. Mourinho

A disp: Casillas, Raul Albiol, Nacho, Modric, Callejon, Kakà, Higuain

Squalificati: Arbeloa

Indisponibili: Marcelo, Essien

 

Arbitro: Kuipers (Olanda) 

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