L’Udinese batte il Chievo 3-1 e avvicina l’Europa. Ci è voluto più del previsto, ma finalmente i friulani sono tornati nelle posizioni che competono a una squadra che anche quest’anno ha mostrato di avere grande qualità, al netto di cessioni illustri che naturalmente – si sapeva – hanno complicato la vita a Francesco Guidolin, che però da grande allenatore ha saputo trovare la quadratura del cerchio e può ragionevolmente sperare in una qualificazione in Europa League passando dai preliminari. Il 3-1 di oggi ci sta tutto: non solo per i tiri in porta (14, di cui 9 nello specchio, contro 8 e 5 dei clivensi) che sono andati contro il 44% di possesso palla friulano e una supremazia territoriale di 6 minuti e mezzo contro 9, ma anche per un atteggiamento generale che ha fatto vedere come i friulani avessero più voglia di prendersi i tre punti, mentre forse il Chievo era arrivato qui con l’idea di tornare a casa con un pareggio utile per la corsa alla salvezza. Non è stato così, e la squadra di Corini si è anche innervosito nel finale pagando con molti cartellini gialli che adesso possono complicare la corsa alla salvezza, anche se va detto che i veneti sono ancora ampiamente in vantaggio sul terzultimo posto e non dovrebbero avere troppi problemi a centrare l’obiettivo (pur dovendo stare attenti). L’Udinese chiude con un 54,2% di possesso palla non certo brillante, ma oggi la formazione friulana è stata cinica, cosa che in passato non era riuscita a essere: ha avuto tre occasioni concrete e le ha sfruttate, andando poi a proteggere bene l’area (65,6%) e attaccare la porta di Puggioni quando strettamente necessario (39,1% contro il 34,4% del Chievo), generando però un 68% di pericolosità che è stato decisivo per la vittoria. Come al solito, Totò di Natale è stato il mattatore: il gol splendido del 2-0 è stato uno dei sei tiri verso la porta del Chievo, generati anche dai 30 passaggi utili di Basta e dai recuperi difensivi di Danilo e Benatia (47 in due), ma una buona partita l’ha giocata anche Gabriel Silva, che agiva da interno con Pereyra sulla fascia sinistra. Nel Chievo, si è messo in luce Thereau – ultimamente capita molto spesso – che ha giocato anche da primo impostatore della manovra (34 passaggi completati, dietro solo a Luca Rigoni che ne ha chiusi positivamente 40), è sembrata un po’ sottotono la difesa del Chievo che ha concesso – a parte la papera di Puggioni – troppa libertà agli attaccanti friulani come in occasione del terzo gol.
clamoroso gol del vantaggio dell’Udinese: c’è un retropassaggio di Papp per Puggioni che potrebbe agevolmente rinviare, e invece nel tentativo di stop con la suola si fa incredibilmente scappare il pallone. Di Natale è in agguato, il portiere del Chievo non riesce a liberare in tempo e Totò infila il sedicesimo gol in campionato (raggiunto El Shaarawy). Totò Di Natale fa alzare tutto lo stadio Friuli: il capitano dell’Udinese emula Francesco Totti che aveva segnato nello stesso modo a Genova nel novembre 2006. L’assist è di Pereyra, dalla trequarti destra: Di Natale si coordina dalla sinistra, dentro l’area di rigore, e trova il mancino volante che si infila sul secondo ballo, battendo Puggioni stavolta incolpevole. Uno dei gol più belli in carriera per l’attaccante. gol piuttosto comico quello del Chievo che accorcia: punizione di Thereau da destra, Papp stacca e centra il palo ma il pallone resta in area. Luca Rigoni è il più veloce di tutti a recuperare ma incespica, i difensori dell’Udinese però non sono reattivi e permettono al centrocampista gialloblu di alzarsi e crossare corto, dove ancora Papp di testa è più reattivo e manda in porta con Brkic preso in controtempo. c’è anche il gol di Benatia, che chiude la partita. Ancora una volta è protagonista Di Natale: Basta verticalizza in area per il suo capitano che di prima intenzione alza un pallone morbido che, indirizzato sul secondo palo, deve solo essere spinto in rete dal difensore marocchino che approfitta anche della posizione sbagliata di Acerbi.
Francesco Guidolin naturalmente ha dovuto parlare di Totò Di Natale, che schivo com’è non si è presentato ai microfoni di Sky Sport per commentare la sua prodezza. “Ha segnato un gol fantastico, un gol da grande attaccante e non con il suo piede. Mai visto un come lui in tutta la mia carriera. Di fianco a lui, ci vuole un numero 10 classico, questa è la mia conclusione”. E sul suo futuro: “Non entro in queste cose, bisogna solo sperare che abbia ancora voglia. Fisicamente sta bene, è vivace come un giocatore molto più giovane”. Eugenio Corini a Rai Sport non si è dimostrato troppo preoccupato per la sconfitta: “Sappiamo di dover ancora raggiungere l’obiettivo. La classifica è importante, sappiamo di poter fare punto in ogni gara, dobbiamo prenderci i punti che ci garantiscano tranquillità. Abbiamo affrontato la partita in maniera giusta, abbiamo preso un gol beffardo e poi Di Natale ha fatto una prodezza. Comunque, i ragazzi mi danno fiducia: analizzeremo insieme la sconfitta”.