Vince un britannico, ma non è Bradley Wiggins. La cronometro Gabicce Mare-Saltara (54,8 km), ottava tappa del Giro d’Italia 2013, ha visto l’inattesa vittoria di Alex Dowsett della Movistar, con il tempo di 1h16’27” e 10 secondi di vantaggio sul ben più noto connazionale. Complimenti a lui, ma non c’è dubbio sul fatto che l’uomo del giorno è Vincenzo Nibali: lo Squalo siciliano è la nuova maglia rosa ma soprattutto ha perso solamente 11” dal capitano del Team Sky. In ottica classifica finale, per il capitano dell’Astana questa è una splendida notizia, ben oltre anche le sue stesse previsioni. La bella giornata del team kazako è stata completata dal terzo posto di tappa dell’estone Kangert, staccato di 14” da Dowsett e una manciata di secondi davanti al suo capitano. Il tracciato mosso, ricco di saliscendi nella parte iniziale e poi con lo strappo finale verso Saltara, ha esaltato le caratteristiche del siciliano. Al primo intermedio di Pesaro (km 26) Vincenzo era addirittura in testa, davanti a Dowsett – che è stato fra i primi a prendere il via, dal momento che era 163° in classifica – e nettamente avvantaggiato rispetto al suo grande rivale. Wiggins è stato penalizzato anche da un problema meccanico che lo ha costretto a cambiare bicicletta dopo pochi chilometri, ma soprattutto ha dimostrato grandissima cautela nelle discese, forse bloccato psicologicamente dopo tutte le disavventure di ieri. Nei circa 20 km pianeggianti nella seconda parte della tappa Sir Bradley ha raddrizzato le cose, arrivando pure a sfiorare il successo di tappa, anche perché nei 3 km finali in salita da Calcinelli a Saltara Dowsett ha perso molto sia da Wiggins sia da Nibali, ma ovviamente il vincitore del Tour 2012 non può essere contento della sua cronometro. Ancora peggio Ryder Hesjedal, che senza dubbio è stato la delusione di giornata: ha fornito una prova di molto inferiore ai suoi standard, e ora anche lui deve inseguire Nibali da lontano. Imprevedibile, dal momento che il canadese l’anno scorso vinse il Giro proprio a cronometro.



Possono invece essere soddisfatti Cadel Evans e Michele Scarponi, entrambi buoni protagonisti della tappa: in particolare, l’australiano della Bmc è stato il più veloce nella rampa finale e il marchigiano della Lampre-Merida ha perso molto meno di quanto si temeva (anche lui avvantaggiato dal percorso non esattamente per specialisti), e rilancia in questo modo le sue ambizioni per questa Corsa Rosa. Ci attendono altre due settimane emozionanti, e con uno scenario diverso da quello che ci si aspettava sulla carta.



 

(Mauro Mantegazza)

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