Il Catania chiude in bellezza al Massimino, vincendo l’ultima partita in casa e salutando i propri tifosi nel migliore dei modi al termine di una stagione straordinaria. I siciliani, dopo aver conquistato altri tre punti ieri sera contro un Pescara che a questo campionato non ha davvero più niente da chiedere, si portano a quota 55 punti in classifica, solamente 3 in meno di Roma e Lazio e 2 più dell’Inter. Il match di ieri sera, almeno osservando i dati statistici dei novanta minuti, ha avuto come protagonista i padroni di casa: a cominciare dal possesso palla (57% in favore del Catania, 43% per il Pescara), ma non solo. I siciliani hanno calciato in direzione della porta ben 18 volte (sette di questi hanno centrato lo specchio difeso da Perin), mentre gli ospiti hanno tirato 8 volte e in sole 2 occasioni hanno impensierito Andujar. La squadra di Maran ha giocato in totale 592 palloni (464 il Pescara) e ha raggiunto nei 94 minuti di gioco complessivi una supremazia territoriale di 11’.30”, a fronte degli 8’.17” accumulati dagli abruzzesi (attualmente a 22 punti, già retrocessi). Il dato che più di tutti salta all’occhio è però quello relativo alla pericolosità delle due squadre: il Catania, in percentuale, raggiunge quota 66,8%, mentre il Pescara si ferma a 26,1%, a conferma della poca incisività dimostrata nel corso del match. A decidere la partita è la rete di Alejandro Gomez al cinquantunesimo minuto di gioco.
Durante tutta la gara il Pescara fa veramente poco, così ecco arrivare inevitabile il vantaggio dei padroni di casa all’inizio della ripresa: approfittando di una palla persa dagli avversari, Barrientos sventaglia a destra per Bergessio, il quale effettua un preciso cross a centro area. La pennellata è troppo invitante per essere sprecata, e Gomez, da due passi, non può far altro che metterla dentro. Dopo il vantaggio, il Catania si limita a controllare il risultato fino al triplice fischio finale, a seguito del quale può esplodere la festa e partire la standing ovation per tutta la squadra.
E’ raggiante Rolando Maran, consapevole di aver contribuito a uno dei migliori campionati nella storia del Catania: “Mi sono molto emozionato, un implosione di emozione. Vedere i giocatori e la città in festa per un grandissimo risultato, ho voluto godermela guardando tutto e assaporare ogni momento”. “Il nostro scudetto – ha detto il tecnico al termine della gara – lo avevamo vinto a marzo con la matematica salvezza. Abbiamo fatto tante cose in più, battuto tutti i record che restavano, siamo entrati nella storia e siamo orgogliosi. Crediamo all’ottavo posto fino alla fine, l’importante era finire il campionato come lo abbiamo giocato per tutto l’anno. Questo è un segnale di crescita e di mentalità”. Anche se qualche big dovesse andarsene a fine stagione, conclude l’allenatore, “non ci dobbiamo preoccupare, è nella politica del Catania rinunciare a qualche pezzo pregiato e poi ricominciare. Confido molto nell’operato della società e non ci dobbiamo preoccupare”. Nonostante l’epilogo della gara e soprattutto del campionato, è sorridente anche mister Christian Bucchi: “Posso rammaricarmi solo del fatto di aver avuto poche volte l’organico al completo a disposizione, ma è anche grazie a questo che alcuni giovani sono stati lanciati. Di Francesco è un giovane interessante e se continuerà a dimostrare di avere le qualità giuste, potrà avere la possibilità di fare il giocatore di professione”. Riguardo a Maran, invece, “ha tantissimi meriti sul grande campionato disputato dal Catania. Gli ho augurato le migliori fortune per il futuro”.