E’ l’Itas Diatec Trentino la squadra campione d’Italia 2012/2013: terzo titolo dopo quelli del 2008 e del 2011, alla sesta finale consecutiva. Battuta la Copra Elior Piacenza, che dunque cade per la quarta volta negli ultimi sette anni alla serie finale e non riesce a bissare il titolo del 2009, quando aveva battuto proprio Trento. Ancora una volta il fattore campo la fa da padrone: nei primi quattro episodi di questa finale era sempre stato così. Stavolta però la partita è al cardiopalma, e viene risolta soltanto al quinto set dopo due ore e 19 minuti (i parziali: ). Nel primo set la partita si mantiene in grande equilibrio fino all’errore di Simon che regala il parziale a Trento. Piacenza entra convinta in campo dopo la pausa, prende il comando nel secondo set e non lo molla più: Simon sale in cattedra (chiuderà con 20 punti, gli stessi di un grande Alessandro Fei) e gli emiliani pareggiano. Ancora vantaggio Trento nel terzo parziale, ma anche qui c’è grande equilibrio: la tensione si fa palpabile, Stoytchev e Cottarelli prendono due rossi, la polizia interviene in tribuna per sedare un accenno di rissa (niente di grave), in campo si gioca e Trento rischia un paio di volte prima di chiudere 25-22. Il canovaccio però è sempre quello: Piacenza rientra aggressiva e vola via, peccato che Trento recuperi con un parziale di cinque punto a zero e si arrivi sul 19-19. Dove gli emiliano non si guardano più indietro e, spinti da due ace di Zlatanov (17 punti), si guadagnano un clamoroso tie break. Nel quale Trento scappa: 4-0 e 6-1. Piacenza è sempre lì, ci si gioca un tricolore e allora l’esperienza viene fuori, prima il 6-6 e poi addirittura il sorpasso sull’8-7. Si arriva sul 13-12: Trento mette fuori un pallone, per gli arbitri c’è un tocco di Holt a muro e allora sono due match point per l’Itas Diatec, che chiude al primo: attacco fuori di Samuele Papi. E’ scudetto: Jack Sintini, che sette anni fa aveva giocato l’ultima finale scudetto, ha sconfitto il cancro e oggi era titolare per l’infortunio di Raphael, si prende il trofeo di e tra le lacrime grida “Il male si può battere, io ce l’ho fatta”. E’ festa grande per Trento: all’anno prossimo con una nuova, entusiasmante stagione.