Mai riposo fu più meritato: al Giro d’Italia si è chiusa ieri una prima settimana (9 giorni ad essere precisi) intensa come poche altre nella storia. Tante tappe combattute ed emozionanti, tanti episodi da ricordare nelle tappe vissute nel Centro-Sud della nostra penisola. Oggi dunque è il primo giorno di riposo (il secondo sarà lunedì prossimo) della Corsa Rosa numero 96: ricordiamo che nei grandi giri di tre settimane sono infatti previsti da regolamento due giorni di riposo. La carovana è a Pordenone, dopo il lunghissimo trasferimento avvenuto ieri da Firenze alla città friulana. Uno stacco netto, che ci fa capire come da domani la corsa cambierà: siamo arrivati ai piedi delle Alpi, domani il primo arrivo in salita al Montasio ci porterà le prime emozioni delle tappe di montagna. Ma per ora guardiamoci indietro: queste prime giornate ci hanno regalato le belle storie di Paolini e Battaglin, le grandi volate di Cavendish, i giorni di gloria di coraggiosi attaccanti come Hansen e Belkov, ma anche tante indicazioni sulla classifica generale. Un grande Vincenzo Nibali sta entusiasmando l’Italia con la sua splendida e meritatissima maglia rosa, ma tra i ciclisti italiani va esaltato pure il quinto posto di Michele Scarponi: forse nessuno lo immaginava così in alto dopo la crono di Saltara, e se pensiamo che ha pure perso 44 secondi dagli altri big a causa di una caduta è facile capire come il marchigiano stia andando oltre le attese – come anche Mauro Santambrogio. Tra gli stranieri, tantissimi complimenti ad un Cadel Evans che in pochi immaginavano così competitivo: invece è in grande forma e attacca ovunque, come dimostra il fatto che indossa la maglia rossa della classifica a punti. Rimandati invece Bradley Wiggins e Ryder Hesjedal, anche se si tratta di due situazioni diverse. Il canadese fino a venerdì è stato grande protagonista, poi ha avuto il week-end peggiore che si potesse immaginare: probabile qualche problema fisico, ma se saprà risolverlo potrebbe tornare molto pericoloso in montagna (ha puntato la preparazione per essere forte in salita). Invece per quanto riguarda Sir Bradley, abbiamo scoperto un inglese che odia la pioggia… e le discese.
Ora il Giro del Team Sky dovrà cambiare: non difesa del vantaggio che tutti pensavano avrebbe avuto dopo Saltara, ma attacco per spodestare Nibali, magari facendo attaccare anche Uran ed Henao. Magari così le ultime due settimane saranno ancora più emozionanti…
(Mauro Mantegazza)