Il vero protagonista della partita tra Trento e Piacenza, che ha dato alla Itas Diatec lo scudetto del volley maschile, è stato Giacomo Sintini, eletto miglior giocatore dell’incontro. La squadra allenata da Stoytchev ha superato al tie-break la formazione emiliana al termine di un incontro emozionante, che alla fine ha premiato la squadra migliore nell’arco dell’intera stagione. Tornando a Sintini, la sua storia sembra uscita da un libro: un anno fa stava lottando contro un tumore. Battaglia vinta, e grazie a ciò è tornato a giocare a pallavolo, oltre tutto nella squadra più forte in circolazione (quattro Mondiali per Club consecutivi). Qui però il suo ruolo era di riserva del fenomeno Raphael. Nel corso della stagione “Jack” ha giocato poco, ma l’infortunio occorso al palleggiatore titolare sul finire di gara-4 ha spalancato a Sintini le porte della gara decisiva, da giocare da titolare. La favola non poteva finire diversamente: prestazione tecnicamente ottima – da Mvp, appunto – e per Trento il terzo scudetto della storia. Il suo successo personale dopo la malattia è una spinta a tutti quelli che si trovano in difficoltà per non mollare mai, per credere che si può tornare a fare le stesse cose di sempre nel modo migliore possibile. Abbiamo chiesto proprio a Sintini di raccontarci i segreti di questo scudetto di Trento. Eccolo in questa intervista per IlSussidiario.net.
Trento campione d’Italia, giusto sigillo alla vostra stagione? Direi di sì, abbiamo vinto quasi tutto quest’anno. Purtroppo non siamo riusciti ad imporci solo in Champions League e nella Supercoppa italiana. Credo che questa vittoria con Piacenza sia stata meritata.
Dove si è decisa la partita con gli emiliani? Questa quinta partita si è decisa nei dettagli degli scambi finali del tie-break, quando noi siamo riusciti a giocare meglio e ad avere un gioco più efficace.
In cosa siete stati superiori? Proprio nella concentrazione mentale, nella testa. Abbiamo avuto la determinazione indispensabile per vincere il match.
Quanto ha influito in questo senso il sostegno del pubblico? Moltissimo, perché il sostegno dei nostri tifosi ci ha caricato, ci ha dato una spinta in più. Del resto in tutte queste cinque partite si è sempre imposta la squadra di casa. Non è un fatto secondario l’importanza che ha avuto il fattore campo. Lo sapevamo e abbiamo cercato di chiudere al primo posto la Regular Season per giocarci l’eventuale bella in casa.
Lei è stato eletto anche miglior giocatore dell’incontro, come è stata la sua prestazione? Ero emozionato prima dell’inizio dell’incontro, perché non avevo ancora giocato una partita completa in questo campionato e ho dovuto sostituire un grande palleggiatore come Raphael. Ho cercato di interpretare la pallavolo secondo il mio stile di gioco e ci sono riuscito. So di aver disputato un buon match e mi onora il fatto di essere stato eletto miglior giocatore della finale.
Che cosa significa essere protagonista della gara decisiva dopo quello che ha passato?
Vuol dire che chiunque ce la può fare a uscire da una situazione difficile, può ripartire, tornare a quello che faceva prima. Sto ricevendo tante telefonate, tanti messaggi da tutta Italia e dico a tutti di non mollare mai, di credere sempre che ogni cosa si può mettere a posto.
Trento è la regina del volley maschile di questi anni: qual è il vostro segreto? Credo che il segreto di Trento dipenda dall’organizzazione societaria, dalla presenza di uomini molto preparati in ogni settore di questo club.
In ogni caso la città di Piacenza è una realtà del volley italiano… E’ una cosa incredibile, ha vinto il titolo femminile ed è arrivata seconda tra gli uomini. Un esempio di come può essere gestita la pallavolo in una città italiana.
Qual è il vostro prossimo obiettivo? Vincere tutto, con un occhio di riguardo alla Champions League, un traguardo che non vorremmo lasciarci assolutamente sfuggire.
(Franco Vittadini)