Sul suggestivo arrivo presso la diga del Vajont, per commemorare il cinquantesimo anniversario della tragedia cella frana che spazzò via i paesi circostanti nel 1963, il lituano Ramunas Navardauskas si è imposto ottenendo la meritata vittoria dell’undicesima tappa del Giro d’Italia 2013, Tarvisio-Vajont (Erto e Casso) di 182 km. Una tappa mossa di media montagna, che ha favorito gli attacchi da lontano di uomini fuori dai grandi giochi della classifica generale. Per i big invece è stata sostanzialmente una giornata di ‘riposo’, nella quale Vincenzo Nibali ha conservato senza alcun problema la sua maglia rosa per il quarto giorno consecutivo. I battuti di giornata sono stati Daniel Oss, ultimo degli altri attaccanti a cedere allo scatenato lituano, e Danilo Di Luca, attivissimo ma incapace di tenere il ritmo dei due ottimi passisti nel tratto in falsopiano che di fatto ha deciso l’esito della frazione odierna. Per commentare tutto quanto è successo ci siamo rivolti a Claudio Chiappucci, uno dei corridori più amati degli anni Novanta: ecco le sue parole in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.

Che giudizio dà della tappa odierna? Una frazione che non ha lasciato il segno per quanto riguarda la classifica. Anzi, finora non ho visto molti attacchi in questo Giro da parte degli uomini che dovrebbero fare la corsa. Hesjedal è in difficoltà, Wiggins non corre da fenomeno come faceva al Tour 2012…

A questo proposito, come dovrebbe correre il Team Sky da qui in avanti secondo lei? I due colombiani Uran ed Henao mi sembrano potenziali vincitori di grandi corse a tappe. Però, se Wiggins non si riprenderà nell’ultima settimana di questo Giro, non mi sembra lo squadrone che aveva dominato lo scorso Tour facendo tutto quello che voleva.

Di sicuro lo scenario tattico è diverso da quello che ci si aspettava prima della cronometro… Sì, ma chi è dietro dovrebbe cercare di attaccare di più, invece non lo stanno facendo. Le cose dovranno cambiare nei prossimi giorni.

La tappa di oggi comunque non si prestava molto, si sapeva che sarebbe andata via una fuga… Sì, si sapeva che ci sarebbe stata una fuga da lontano, però si poteva cercare di fare qualcosa sulla salita finale. In fondo si trattava pur sempre di un arrivo in salita. Poco per volta, si può fare una piccola differenza anche in questo genere di arrivi. Invece si è mosso solamente questo spagnolo di secondo piano (Intxausti, ndR). Tutti aspettano ancora, sono in aspettativa delle grandi salite…

Di Luca ancora attivo, si meriterebbe una vittoria di tappa?

Certamente sì, anche se gli manca il ritmo nelle gambe perché ha corso molto poco prima del Giro. Infatti non può pensare alla classifica, ma non c’è dubbio che da qui a Brescia potrà cercare ancora di vincere una tappa. E’ presente e combattivo.

Come valuta invece la prestazione di Oss? Non era la tappa ideale per lui. Ha fatto molto bene oggi, ma ha trovato Navardauskas che è andato davvero più forte di tutti e ha meritato il successo. Oss è stato bravo a trovare la fuga, ma più di così non poteva fare.

Il Giro ha anche ricordato la tragedia del Vajont oggi… Una cosa importante, peccato solo che non si sia potuto farlo con una tappa significativa per la classifica generale.

 

(Mauro Mantegazza)