Oggi il Giro d’Italia osserva il suo secondo giorno di riposo, quanto mai meritato dopo le tremende fatiche degli ultimi giorni in salita, quasi sempre in condizioni climatiche avverse. La corsa sembra saldamente nelle mani di Vincenzo Nibali, che è primo con 1’26” di vantaggio su Cadel Evans, unico avversario che sembra in grado di poterlo impensierire, anche se finora la superiorità del siciliano è stata netta, e attaccarlo in salita non sarà facile per nessuno. Il colombiano Rigoberto Uran e il lombardo Mauro Santambrogio possono recitare da outsider, lottare come minimo per un posto sul podio e magari per altri successi di tappa, dopo quelli ottenuti rispettivamente sul Montasio e a Bardonecchia. Senza Wiggins ed Hesjedal è sicuramente un altro Giro, ma le emozioni non sono mai mancate: ogni giorno ci ha riservato divertimento e qualche storia da raccontare. Nell’ultima settimana ci attendono ancora almeno tre grandi giornate – la cronoscalata di giovedì e i tapponi alpini di venerdì e sabato – prima della passerella domenicale a Brescia, per l’ultima tappa di questo Giro. Per fare un bilancio di queste prime due settimane abbiamo sentito Beppe Conti, giornalista di ciclismo fra i più illustri. Eccolo in questa intervista per IlSussidiario.net.
Qual è il suo bilancio di queste prime due settimane del Giro d’Italia? E’ stato un Giro spettacolare, dove non c’è mai stato niente di scontato. Abbiamo visto un Nibali trasformato, che è cambiato da quando si è sposato e ha trovato una convinzione molto forte dentro di sé. Wiggins dal canto suo ha dimostrato di non essere fatto per le grandi montagne.
Certamente non era quello del Tour de France 2012… Quello era un Tour costruito senza grandi montagne, fatto quasi per celebrare le Olimpiadi di Londra. Penso che il motivo della sua vittoria nella corsa francese sia stato questo. In più si è dimostrato che Sky sbaglia a pensare di essere la squadra che ha inventato il ciclismo. Non perché si conosce la tecnologia e tutte le invenzioni tecniche si può pensare di andare fino in fondo in questo sport. Il ciclismo è uno sport antico, che ha delle regole precise da rispettare sempre.
Nibali dominatore assoluto finora? Nibali è sicuramente il ciclista che finora ha interpretato meglio il Giro. Merito anche della sua squadra, che gli ha dato grande sicurezza.
Potrà vincere anche il Tour? Questa è una cosa ampiamente alla sua portata.
Magari anche fare la doppietta Giro-Tour nella stessa stagione? Questo è molto difficile, perché ormai il Giro ha assunto una difficoltà tale che non si possono sostenere e vincere due grandi corse a tappa nella stessa stagione. Certo è rimasto solo uno scalatore di grande livello, che è Contador.
Cosa ha detto d’altro il Giro in queste prime due settimane?
Ha detto che il ciclismo italiano non è assolutamente in crisi, se si pensa che oltre a Nibali ci sono personaggi come Santambrogio, Battaglin e Paolini, veri protagonisti della corsa rosa.
Chi si è messo di più in luce finora fra i meno attesi alla vigilia? Un nome su tutti, cioè Santambrogio. Ora dovrà vedere se è più un corridore da grandi classiche o da corse a tappe.
Un giudizio su questi primi arrivi in salita? Difficili, molto interessanti e di grande valore tecnico, anche se manca ancora tanto tempo e tante salite importanti da affrontare.
Quanto hanno influito le condizioni del tempo? Hanno magari aiutato Nibali, che patisce meno il freddo, e invece hanno sfavorito altri corridori, ma nel ciclismo è così, essendo uno sport all’aperto.
Come sono state vissute queste giornate nella carovana? Ci si è resi conto che i ciclisti sono dei super-atleti, corridori che praticano uno sport estremo, capaci di fornire prestazioni straordinarie.
Evans o Uran sarà l’anti Nibali? Il Giro potrà cambiare soltanto se ci sarà un crollo di Nibali, certo Evans si giocherà molto nella cronometro di giovedì, mentre Uran è corridore imprevedibile, capace di fornire prestazioni molto importanti.
Giro all’altezza delle attese? Sì, è un Giro che ha ripagato i tanti tifosi del ciclismo con tante emozioni, ci ha fatto vivere bellissime pagine di sport.
Ci sarà però qualcuno in grado di eguagliare le imprese di Pantani? No, Pantani e le sue imprese in montagna restano ineguagliabili e irripetibili, sono entrate nella leggenda del ciclismo. Era tanto grande in corsa, così fragile nella vita normale. Pantani fa parte del mito di questo sport.
(Franco Vittadini)