Un dominio totale da parte di Vincenzo Nibali: il siciliano già in maglia rosa coglie anche il suo primo successo di tappa in questo Giro d’Italia, ponendo in modo autorevole il suo sigillo sulla cronoscalata Mori-Polsa (tappa 18, km 20,6), andando a precedere lo spagnolo Samuel Sanchez – uno degli uomini più attesi in questo genere di tappa – e l’ottimo Damiano Caruso, nota lieta della giornata. Nibali voleva fortemente conquistare anche una tappa, e sapeva bene che quella di oggi era la giornata ideale perché in una sfida contro il tempo non ci sono variabili esterne: vince chi va più forte, e il più forte a questo Giro è sicuramente lo Squalo. Il suo tempo è stato di 44’29”, ben 58” meglio di Sanchez e 1’20” di Caruso. Un vero e proprio dominio, che il capitano dell’Astana ha iniziato a mettere in chiaro fin da quando è scattato come un fulmine dalla pedana di partenza. Vantaggio già nettissimo all’intermedio posto a Brentonico, a metà della salita, e che si è ulteriormente dilatato sul traguardo. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi, è lui il padrone della Corsa Rosa 2013. Dimostrazione di forza impressionante in questa prova che richiedeva di unire le capacità a cronometro e quelle da scalatore, nemmeno la pioggia che ha iniziato a scendere copiosa quando sulla strada erano rimasti solo gli ultimi atleti in gara è riuscita a fermarlo. Per Vincenzo è il terzo successo di tappa al Giro, dopo Asolo nel 2010 e la cronoscalata del Nevegal nel 2011, ma è anche un risultato fondamentale per il successo finale di questo Giro, visto che lo sconfitto di giornata è senza dubbio Cadel Evans. Per l’australiano della Bmc il ritardo di giornata da Nibali è stato di 2’36”, e a questo punto dovrà pensare soprattutto a pensare di difendere il suo secondo posto dagli assalti di Rigoberto Uran e Michele Scarponi. Il marchigiano della Lampre ha chiuso la tappa al quarto posto a 1’21” da Nibali, il colombiano di Sky è stato sesto a 1’26”. Risultati molto simili, anche se arrivati con condotte di gara molto diverse: Scarponi è partito forte – secondo dietro solo a Nibali a metà gara – ma ha dovuto soffrire nel finale, Uran è andato in crescendo dopo un inizio molto controllato.



Due tattiche che alla fine hanno portato più o meno lo stesso esito, perché naturalmente l’unico uomo in grado di regalare spettacolo dall’inizio alla fine della tappa è stato Nibali, la cui maglia questa sera è più rosa che mai. L’Italia del ciclismo ha trovato il suo nuovo eroe, un uomo che ormai è al top mondiale per le grandi corse a tappe: il verdetto emesso sulle pendici del Monte Baldo è stato chiarissimo.



 

(Mauro Mantegazza)

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