Una giornata che entrerà nella leggenda. Vincenzo Nibali vince il Giro d’Italia nel modo migliore possibile, arrivando da solo a braccia alzate sul traguardo delle Tre Cime di Lavaredo, sotto una tormenta di neve che non fa altro che rendere ancora più epica l’eccezionale impresa del campione siciliano. Nibali voleva fortemente mettere il sigillo sul suo trionfo con un successo sul traguardo della tappa più prestigiosa, anche per dare un messaggio forte sul nuovo ciclismo, come voleva dopo le brutte notizie arrivate ieri. Non ne aveva bisogno, perché il successo nella Corsa Rosa era già fuori discussione, ma voleva fortemente farlo. Un primo allungo per far esplodere il gruppo, un secondo scatto per far cedere quasi tutti i rivali più forti, e poi il terzo scatto per prendere il volo e godersi l’apoteosi in uno scenario che entrerà nella storia. La giornata resterà indimenticabile anche per la Colombia, che piazza tre uomini alle sue spalle nella tappa, vede Rigoberto Uran salire sul secondo gradino del podio superando Cadel Evans – rispettivamente con 4’43” e 5’52” di ritardo dalla maglia rosa – e Carlos Betancur vestire la maglia bianca di miglior giovane, togliendola proprio all’ultima occasione al polacco Rafal Majka. Bravissimi comunque entrambi, che chiudono il Giro rispettivamente al quinto e settimo posto. Fallisce invece l’assalto al podio da parte di Michele Scarponi: sia lui sia Evans vanno in evidente difficoltà sulle rampe finali, e i 16” che il marchigiano recupera sull’australiano non bastano per togliere ad Evans anche il terzo gradino del podio finale. Tra i promossi di giornata ci sono anche un grande Fabio Aru, miglior gregario di Nibali in casa Astana e quinto sul traguardo come promessa di un grande futuro per lui, e Domenico Pozzovivo che entra nei primi 10 della classifica finale. L’impresa di Nibali consegna al leader della classifica generale anche la maglia rossa della classifica a punti, anche se in questo caso gli 11 punti di vantaggio su Mark Cavendish non lo mettono al sicuro dal velocista inglese in attesa della tappa finale a Brescia, con probabile volata. Sarà una bella sfida per dare un senso agonistico anche all’ultima tappa: le quattro vittorie e la resistenza sulle salite dicono che anche ‘Cav’ si meriterebbe questo successo. Invece Stefano Pirazzi può festeggiare la definitiva certezza della vittoria nella classifica dei Gpm: la maglia azzurra va al corridore della Bardiani-Csf. Ma quello che più conta è che questa giornata entrerà nella storia dello sport, e che l’Italia ha un campione di cui andare orgogliosi.
1. Vincenzo NIBALI (Ita, Astana) in 79h23’19”
2. Rigoberto URAN (Col, Sky) a 4’43”
3. Cadel EVANS (Aus, Bmc) a 5’52”
4. Michele SCARPONI (Ita, Lampre-Merida) a 6’48”
5. Carlos BETANCUR GOMEZ (Col, Ag2R-La Mondiale) a 7’28”
6. Przemyslaw NIEMIEC (Pol, Lampre-Merida) a 7’43”
7. Rafal MAJKA (Pol, Saxo-Tinkoff) a 8’09”
8. Benat INTXAUSTI (Spa, Movistar) a 10’26”
9. Mauro SANTAMBROGIO (Ita, Vini Fantini-Selle Italia) a 10’32”
10. Domenico POZZOVIVO (Ita, Ag2R-La Mondiale) a 10’59”
1. NIBALI (Ita) 128; 2. Cavendish (Gbr) 117; 3. Evans (Aus) 111.
1. PIRAZZI (Ita) 82; 2. Visconti (Ita) 45; 3. Nibali (Ita) 45.
1. BETANCUR (Col) in 79h30’47”; 2. Majka (Pol) a 41”; 3. Kelderman (Ola) a 12’06”.
(Mauro Mantegazza)