Vincenzo Nibali ha vinto anche la ventesima tappa del Giro, la Silandro-Tre Cime di Lavaredo con un epico arrivo in salita sotto la neve. Gli attacchi del corridore siciliano della Astana sono stati molto forti e i suoi rivali non hanno potuto resistergli: così lo Squalo ha sigillato il trionfo in un Giro già vinto, una maglia rosa messa davvero in cassaforte. Alle spalle di Nibali è stato un festival della Colombia, che ha piazzato Fabio Duarte secondo davanti a Rigoberto Uran e Carlos Betancur. Uran così ha superato in classifica generale Cadel Evans, conquistando il secondo posto sul podio di domani, e Betancur indossa la maglia bianca di miglior giovane. Buona anche la prestazione in questa tappa di Fabio Aru, il giovane gregario di Nibali arrivato quinto al traguardo. Una tappa da incorniciare per Nibali, che ha messo il sigillo su questo Giro che si concluderà domani con la tappa Riese Pio X-Brescia di 197 chilometri. Abbiamo chiesto a Claudio Chiappucci se con questa nuova impresa il campione dell’Astana è entrato nella storia del ciclismo. Ecco le sue risposte in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Nibali primo anche alle Tre Cime di Lavaredo, è un campione da leggenda del ciclismo? Forse è esagerato dire così, perché in questo Giro e anche in questa tappa sono state tolte molte montagne. E poi per tornare ad avere imprese di questo valore bisogna ripensare il ciclismo, per un ciclismo d’attacco che piace alla gente, che ha fatto sognare tante persone, che fermava una nazione, mentre adesso magari ingiustamente non si dà importanza ai sacrifici che fanno tutti i corridori, a tutta la fatica che fanno.
Cosa ha avuto oggi di più il corridore siciliano? Semplicemente nel momento decisivo della tappa ha avuto più forze, non ha avuto rivali che potessero contrastarlo. Così Nibali ha conquistato una prestigiosa e meritata vittoria.
E cosa ha avuto di più in tutto il Giro? Allo stesso modo è stato il più continuo, col passare dei giorni è cresciuto di più rispetto agli altri corridori, che si sono dimostrati molto inferiori.
In futuro Nibali potrà vincere anche il Tour? Non sarà facile perché il modo di correre il Tour è diverso, non solo per la presenza di cronometro molto lunghe, ma anche per la mentalità con cui tutti lo affrontano. Semmai mi dispiace che Nibali abbia deciso di non correre il Tour quest’anno. Aveva tutto il tempo di prepararsi e l’opportunità di sfidare Contador. Quando correvo io c’era Indurain che tutte le stagioni correva Giro e Tour, e noi eravamo lì sempre pronti ad affrontarlo…
Aru sarà il futuro del ciclismo azzurro?
Aru è un buon corridore e oggi ha disputato una buona tappa, ma da qui ad essere protagonista del ciclismo italiano nei prossimi italiani ce ne passa tanto.
Colombiani protagonisti in questo Giro con Uran e Betancur? In realtà mi aspettavo di più dai corridori colombiani. Non hanno attaccato tanto in salita, non si sono resi protagonisti nel loro terreno migliore. Non penso neanche che possano vincere il Giro nei prossimi anni. In pianura e a cronometro fanno fatica, se poi non riescono ad eccellere neanche in salita come possono vincere?
Come giudica Evans, grande lottatore anche oggi? Evans mi piace molto. E’ un corridore serio, pulito, un vero lottatore, uno che non s’arrende mai. L’ha dimostrato anche in questo Giro.
Cosa ha detto questo Giro? Ha detto che non c’è stata una squadra dominatrice, ha detto che Cavendish arriverà fino a Brescia, e quindi forse non era un Giro così duro, ha detto che Nibali è il migliore, ma i suoi avversari non hanno nemmeno cercato di attaccarlo. E ha detto che il ciclismo ha bisogno delle imprese che restino veramente nella storia di questo sport.
(Franco Vittadini)