Con il raduno avvenuto oggi a mezzogiorno a Coverciano inizia il cammino della Nazionale verso Repubblica Ceca-Italia, importante partita delle qualificazioni mondiali che si giocherà venerdì 7 giugno a Praga (preceduta questo venerdì da un’amichevole a Bologna contro San Marino), e la Confederations Cup che inizierà in Brasile il 15 giugno, con il debutto degli azzurri previsto il 16 a Rio de Janeiro contro il Messico. Si sono ritrovati in 27, perché i laziali Marchetti e Candreva e i romanisti De Rossi e Osvaldo avranno una settimana di riposo dopo la finale di Coppa Italia e si aggregheranno il 2 giugno. In conferenza stampa, il c.t. Cesare Prandelli deve subito parlare del caso Osvaldo: “La decisione arriverà a breve. Ma prima voglio confrontarmi con i dirigenti della Roma, perché per ora ho avuto solo informazioni riportate. Non commento frasi su Twitter, ma è normale che alcune cose potranno avere il loro peso: se ci sarà da prendere qualche provvedimento per essere coerenti con quanto fatto in passato, lo prenderemo”. Ma per Prandelli la priorità si chiama già Repubblica Ceca: “La prima cosa che ho detto ai ragazzi è che fino al 7 dovremo concentrarci solo su questa gara insidiosa, determinante per il nostro cammino ed eventualmente per affrontare le ultime gare di qualificazione con un progetto diverso. Per questo sarebbe un errore pensare già da oggi al Brasile, e per questo a Praga non faremo nessun esperimento”. Il c.t. spera nel fascino della maglia azzurra, “che unisce, fa tornare entusiasmo e cancella scorie e stanchezza di una stagione impegnativa come la nostra. Pirlo dovrebbe riposare? Andrea è determinante come presenza, è un punto di riferimento e per me rivederlo qui è una gioia. Se poi sarà stanco, ne parleremo. Il calcio internazionale impone qualità e ritmi alti: se non c’è qualità si rischia di parlare solo di intensità e di tattica e si finisce per incartarsi. Il ritmo è importante, ma non basta senza giocatori di qualità che sono tali anche grazie alla qualità del gioco complessivo. Il nostro campionato ha espresso un buon calcio, ma non può bastare. Bayern e Borussia hanno dimostrato qualità distribuita, grande agonismo e pure un pizzico di sana presunzione”.



La mentalità è ancora da cambiare: “La nostra idea di partita è ultima spiaggia, per gli altri è gioia, voglia di stupire, godimento. Noi siamo rimasti al tirare sassi ai pullman. Dopo anni di prevenzione e dialogo si vedono ancora immagini raccapriccianti: la violenza è violenza, un problema che va di pari passo con il razzismo, altro argomento scomodo che non ho ancora affrontato con la squadra. Ma lo farò”. La chiusura è dedicata a Gigi Riva, che nei giorni scorsi ha manifestato l’intenzione di dare l’addio al ruolo di team manager azzurro: “L’ho sentito e ho cercato di fargli capire che questa è sempre la sua casa, che la nostra porta è aperta e ci piacerebbe che lui non la chiudesse già oggi ed esaminasse la possibilità che gli si possa chiedere il sacrificio di partecipare al suo decimo Mondiale. Sarebbe una cosa epica, soprattutto la meriterebbe, e mi pare di aver percepito uno spiraglio: al telefono è come se l’avessi sentito sorridere…”.

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