Si parte da Napoli, città innamorata dello sport. Quale inizio migliore per questo Giro 2013 che cerca sempre luoghi ideali per la corsa in rosa? Poi, dopo la tappa che attraverserà il capoluogo campano e la cronometro a squadre di domenica 5 maggio attraverso uno dei posti più suggestivi d’Italia come l’isola di Ischia, si scenderà lungo la penisola, per due tappe di media montagna che non dovrebbero cambiare la classifica, quelle di Sorrento – Marina di Ascea e di Policastro Bussentino – Serra San Bruno. La prima vera insidia per i corridori sarà sabato 8 maggio per la cronometro di Gabicce Mare – Saltara di 55,5 chilometri. Qui si vedrà cosa potrà succedere tra Nibali e il britannico Wiggins, i due veri favoriti del Giro 2013, e quali saranno le possibilità del campione in carica Hesjedal. Poi il 10 maggio la prima tappa di montagna Cordenons – Altopiano del Montasio, e domenica 15 l’arrivo al Galibier, un colle che ha fatto la leggenda del ciclismo. La cronometro di Polsa del 18, il passaggio allo Stelvio scalato il 19 nella tappa che partirà da Ponte di Legno; sabato 20 l’arrivo alle Tre Cime di Lavaredo, e domenica 21 l’arrivo a Brescia. Tanti protagonisti probabilmente: Mark Cavendish re dei velocisti, e i favoriti per la vittoria come abbiamo detto. Sarà un Giro d’Italia che speriamo sia indimenticabile, con qualche impresa degna di essere raccontata per lasciarla scolpita negli annali dello sport italiano. Per commentare questo Giro 2013 abbiamo sentito Gilberto Simoni, due volte vincitore della corsa in rosa nel 2001 e nel 2003. Eccolo in questa intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net.



Come si vince il Giro d’Italia? Lei si è imposto ben due volte, qual è stata la sua strategia di corsa? E’ stata sempre la stessa: correre davanti, non mollare mai e cercare di evitare giornate di crisi, giornate difficili in cui si può compromettere il risultato finale. E’ stata la mia strategia nei miei due Giri vinti e mi ha dato ragione.



Una partenza importante per il Giro d’Italia, Napoli sede della prima tappa… Una partenza veramente importante, Napoli ha una grande tradizione sportiva e merita quindi di ospitare la partenza di una manifestazione come il Giro d’Italia.

Le tappe dei primi giorni potranno incidere sulla classifica? Non credo, i corridori all’inizio si controlleranno, non ci saranno grandi scossoni in classifica e non succederà niente veramente di eclatante.

Un giro disegnato per gli scalatori o la crono di Saltara sarà già decisiva? Sarà un giro non duro come quello d’anno scorso, con salite importanti; nemmeno la crono di Saltara sarà decisiva. Un giro ideale per tutti, non soltanto per gli scalatori o per i cronomen.



Una parola sulla tappa del Galibier, che ha fatto la storia del ciclismo… Potrebbe essere una tappa molto importante, anche se probabilmente il giro si deciderà alla fine. Resta comunque il fascino di una tappa che ha fatto la storia del ciclismo, con personaggi da leggenda, che qui hanno compiuto le loro imprese più belle.

Quale delle ultime tappe ritiene decisiva per la conquista della maglia rosa? Ne cito due: quella che arriverà alle Tre Cime di Lavaredo e la cronometro che arriverà a Polsa. Queste due potrebbero decidere il vincitore del Giro.

Quanto conterà l’assenza di Basso? Poco, perchè Basso non è mai andato forte quest’anno, non penso quindi che avrebbe potuto lottare per la vittoria finale.

Nibali favorito o crede più alle chanches di Wiggins?

Sono entrambi molto forti, realmente i due favoriti del Giro. Wiggins si sta quasi nascondendo, non vuol far vedere tutte le sue potenzialità. Credo che Nibali abbia qualcosa in più, possa avere più possibilità di successo in questo giro.

Quali outsider vede per il Giro? Hesjedal, il vincitore dello scorso Giro, potrebbe essere l’outsider e recitare un ruolo da protagonista, dando fastidio alle ambizioni di vittoria di Nibali e Wiggins.

E quali sorprese ci saranno tra i giovani? Attenzione a Fabio Aru, il ciclista sardo che fa parte della formazione di Nibali.

Chi sarà il re dei velocisti? C’è n’è solo uno: è Mark Cavendish, è lui il migliore dei velocisti attualmente.

 

(Franco Vittadini)