Non è un momento bellissimo per il calcio spagnolo. Se la nazionale delle Furie Rosse domina in lungo e in largo dal 2008 e ancora non si vede una squadra in grado di batterla, nelle competizioni per club quest’anno gli iberici sono rimasti a secco: Barcellona e Real Madrid prese a schiaffi in semifinale di Champions League, l’Atletico Madrid fuori agli ottavi di Europa League. Una stagione difficile, che adesso rischia di finire con il botto, in senso negativo. La bomba la sgancia Marca, e noi che ci siamo già passati (due volte, anche se la prima sembra così lontana nel tempo da sbiadire in vecchie immagini e dichiarazioni) sappiamo bene cosa può significare: sulla Liga aleggia l’incubo delle scommesse. “Gli intrighi ci sono da sempre, chi afferma il contrario mente”. Dice così Adrian Colunga, una voce fuori dal coro quella dell’attaccante del Getafe, perchè come spesso succede non sono tanti quelli che si fidano a parlare e, soprattutto, chi lo fa vuole restare anonimo. Non così Javier Barkero, che dopo Levante-Deportivo La Coruna, finita 0-4, aveva accusato i compagni di non essersi impegnati abbastanza. Si era poi scusato, ma intanto la frittata era stata fatta: sentendosi chiamato in causa da una presunta combine, il presidente del Deportivo Augusto Lendoiro tuonava così: “Sappiamo tutti cosa è successo in questi anni, quasi tutte le partite di fine stagione sono truccate, in un modo o nell’altro. Noi però non ne abbiamo mai preso parte; anzi, nel 2011 siamo retrocessi perchè altri club avevano fatto accordi per pilotare certi risultati”. Quell’anno la lotta per la salvezza aveva coinvolto sette squadre all’ultima giornata: Getafe e Real Sociedad avevano pareggiato 1-1 restando in Primera Division, mentre il Saragozza vinceva 2-1 in rimonta sul campo del Levante (che compare anche qui) cui a quel punto la sconfitta stava bene. A farne le spese era appunto il La Coruna, che perdeva contro il Valencia ed era costretto alla Segunda. Adesso qualche nodo rischia di venire al pettine: ancora una volta il Levante coinvolto, con un giocatore (anonimo) che riporta le parole del loro allenatore prima di una partita. “Se segniamo, segneranno anche loro. Se segnano loro, lo faremo anche noi. All’85’, se saremo pari, deponiamo le armi”. E finì 0-0. Sulla Liga, e sul sistema calcio in Spagna, sta per abbattersi una bufera, anche se il precedente del caso Fuentes, con una sentenza che di fatto è stata una barzelletta, c’è anche il sospetto che il tutto si possa risolvere in una bolla di sapone. Quel che è certo è che in Spagna, da sempre, sono legalizzati i premi a vincere: di fatto, si può “incentivare” una squadra affinchè si impegni di più per fermare un avversario. Qui però siamo di fronte a un’altra cosa: le denunce ci sono, le testimonianze saltano fuori. Cosa accadrà?