Un torneo riservato agli Esordienti e Giovanissimi. Il limite di età: calciatori nati dal 2000 a scendere, dunque stiamo parlando di ragazzini di 13 anni. Con un grande futuro davanti? Forse è presto per dirlo, ma nella 22esima edizione del Torneo Internazionale “Città di Abano Terme” qualche sprazzo di potenzialità in essere si è visto. Del resto l’occasione era ghiotta, e la manifestazione è per i settori giovanili una manna: hanno partecipato società tra le più rinomate in Italia e in Europa, vivai che fanno della crescita dei giovani fin da questa età un punto di forza. Naturalmente bisogna prendere con le pinze certe valutazioni tecniche: oggi, questi ragazzi non possono ancora essere ben formati. Per un excursus sulla manifestazione, abbiamo chiesto un parere esclusivo al talent scout Filippo Vergani, che ha seguito il torneo Città di Abano Terme; vinto dal Benfica, che nella finale ha battuto l’Ajax 1-0 dopo i tempi supplementari.
Filippo, puoi darci un quadro del torneo? Alla manifestazione hanno partecipato tante squadre. Tra i nomi da segnalare anche scuole calcio importantissime come l’Ajax e il Benfica, che attualmente è uno dei vivai più floridi in Europa; Arsenal, Manchester City e Chelsea; poi Zenit San Pietroburgo e PSG.
Tra le italiane? Da segnalare soprattutto Juventus, Inter, Milan, Napoli, Fiorentina e Atalanta, che a livello di settore giovanile è una delle società che si muovono meglio. Inter e Milan ad esempio erano qui con i Giovanissimi Regionali.
Come sono andate le varie squadre? Le inglesi hanno fatto male. Soprattutto l’Arsenal, che era nel girone con l’Inter e ha perso 6-0 contro i nerazzurri. Va però sottolineato che queste formazioni, soprattutto Arsenal e Manchester City, si sono presentate con ragazzi anche del 2001 e del 2002, quindi più piccoli rispetto agli altri. Il City però…
Sì? E’ arrivato quarto, perdendo la finale terzo e quarto posto contro il Milan, 1-0. Dal quinto all’ottavo posto si sono poi classificate Inter, Napoli, Fiorentina e Chelsea. Quindi, quattro squadre italiane nelle prime otto. La delusione è stata la Juventus, che tra le prime otto avrebbe dovuto entrarci e invece non ce l’ha fatta.
Quali squadre ti hanno impressionato di più? Le avevo già viste in campionato, ma a livello regionale non se ne intuisce la vera potenzialità: Inter e Milan mi hanno confermato le buone sensazioni avute in passato, soprattutto l’Inter pur essendosi piazzata dietro i rossoneri.
C’è qualche nome che, con le dovute “cautele”, puoi segnalarci? Ci sono parecchie individualità. Segnalo innanzitutto Stefano Pennati, che ha giocato tutto il torneo con un ginocchio malconcio ed è stato encomiabile. Merita una menzione, così come Davide Merola, e attenzione a questo nome.
Come mai?
Ha 13 anni, ed è già nella scuderia di Mino Raiola. Lo hanno preso dalla Scuola Calcio di Capua Vetere (in provinca di Caserta, ndr): in campionato ha segnato qualcosa come 40 gol, si vede che è di un livello superiore.
Altri nomi? Si è esaltato un altro ragazzino dell’Inter, ha la maglia numero 10 e viene dal Camerun: si chiama Giovanni Tchetchoua, ha fatto un grandissimo torneo realizzando anche cinque gol, ma non è lui il capocannoniere.
Chi ha vinto la “scarpa d’oro”? Un ragazzo del Manchester United, si chiama Simmonds e pur essendo del 2001, dunque più piccolo degli altri, ha segnato sei gol. Come miglior giocatore del torneo è stato invece premiato Tariq Lamptey del Chelsea; come miglior difensore ha invece vinto Raul Bellanova del Milan, che avevo già notato e ha confermato di essere un giocatore interessante.
E’ un centrale? Può fare anche il terzino: a questa età i ragazzi vengono cambiati spesso di ruolo, non hanno ancora caratteristiche ben formate. Abate per esempio nelle giovanili del Milan faceva l’attaccante… A proposito di Milan: segnalo anche Marco Della Vedova, centrocampista.
Al di là dei giocatori: c’è qualche episodio particolare che possiamo raccontare? Sì, un gesto davvero bello che è valso al Manchester City il premio Fair Play peraltro intitolato a Morosini: in una partita i Citizens sono rimasti in undici contro dieci, e il loro allenatore ha tolto un ragazzino perchè potessero giocare in parità numerica.
(Claudio Franceschini)