Questa settimana per il ciclismo sarà caratterizzata soprattutto dal Giro di Svizzera, che è scattato sabato scorso e si concluderà domenica prossima al termine di nove giorni di gara caratterizzati da percorsi solitamente impegnativi, come è d’altronde facile aspettarsi in quello che è probabilmente il Paese alpino per eccellenza. La corsa a tappe elvetica è tra le più importanti storicamente nel calendario internazionali, e collega idealmente il Giro d’Italia finito da non molto al Tour de France che inizierà a fine mese. Ieri si è disputata la terza tappa, con arrivo a Meiringen poco dopo una impegnativa salita: è arrivata una fuga con quattro uomini, e il successo è andato a Peter Sagan, il fenomeno slovacco della Cannondale che era il più veloce allo sprint fra i fuggitivi. Per lui è già l’undicesimo successo stagionale, il cinquantesimo in carriera e settimo al Giro di Svizzera. I tre battuti sono stati nell’ordine il portoghese Rui Costa, il ceco Roman Kreuziger e lo svizzero Matthias Frank, che però possono consolarsi avendo conquistato le prime tre posizioni della classifica generale, con il padrone di casa elvetico nuovo leader davanti a Kreuziger e Rui Costa, vincitore della corsa un anno fa. Purtroppo però la tappa ha fatto notizia anche per le cadute: ne sono rimasti vittima fra gli altri anche Michele Scarponi (che è potuto ripartire, ma ha perso quasi sette minuti) e Ryder Hesjedal, ancora più sfortunato perché costretto al ritiro. Oggi la quarta tappa si annuncia come una delle più semplici della corsa svizzera: la Innertkirchen-Buochs di 174 km infatti, con gli ultimi 30 km pianeggianti, si presta ad un arrivo in volata. Prima ci sono tre Gpm, di cui due di seconda categoria, che certamente favoriranno le fughe da lontano ma non dovrebbero fare grossa selezione. Insomma, c’è un solo dubbio: avrà successo la fuga o si arriverà in volata?



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