L’acquisto del fenomeno brasiliano Neymar da parte del Barcellona, che va così a formare con lui e Lionel Messi una coppia potenzialmente stellare, è stato sicuramente il colpo a sensazione che ha infiammato l’inizio di questo mercato estivo. Eppure, questo trasferimento potrebbe essere a rischio pur una complicata vicenda burocratica. Come per molti altri giocatori sudamericani, i diritti alle prestazioni sportive (il cosiddetto “cartellino”) di Neymar non era infatti di proprietà esclusiva del Santos, società per cui giocava e che l’ha ceduto ai blaugrana. Una quota pari al 40% era di proprietà della DIS Esporte, società di investimento specializzata nell’acquisire quote di minoranza di giocatori per poi ottenerne un beneficio al momento della vendita, pratica che è appunto molto diffusa in Sudamerica, e soprattutto in Brasile. Si tratta della pratica del TPO, in italiano “diritti di terza parti”: società non calcistiche, tipicamente fondi di investimento, acquistano una percentuale di un giocatore (di solito giovani promesse ad inizio carriera) per ottenere guadagni quando questo viene ceduto a squadre prestigiose. Nel caso di Neymar, il trasferimento presenta ben due tipi di problemi. Da un lato pare che il Barcelona abbia pagato un acconto di 10 milioni di euro nel gennaio 2013 per avere la prelazione sull’acquisto. Se fosse dimostrato, si tratterebbe di una pratica non conforme al regolamento internazionale FIFA che potrebbe portare a delle sanzioni e mettere in discussione la validità stessa del trasferimento. Contemporaneamente, DIS Esporte si sta muovendo per chiedere ufficialmente al Santos di rivelare i termini dell’accordo, ricordando che avrebbero dovuto essere coinvolti nella trattativa, perché da quanto si sta scoprendo non era stata informata dal Santos di questo acconto (sul quale chiede il suo 40%); inoltre, parrebbe che dei 57 milioni del trasferimento la quota di competenza del Santos (e quindi al 40% di DIS Esporte) sia di soli 17, perché la restante parte – la bellezza di 40 milioni – sarebbe un compenso una tantum riconosciuto personalmente a Neymar per aver accettato di andare al Barcelona.



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