L’edizione 2013 della Confederation Cup sta per iniziare. Si giocherà in Brasile, secondo la prassi che vuole questa manifestazione assegnata al paese dove si svolgerà il Mondiale dell’anno successivo. A questo torneo partecipano gli organizzatori (Brasile), i campioni del Mondo in carica (Spagna) e le sei squadre campioni continentali, cioè l’Uruguay per il Sudamerica, il Messico per il Centro-Nord America, la Nigeria per l’Africa, il Giappone per l’Asia, la sorpresa Tahiti per l’Oceania, mentre per l’Europa c’è l’Italia vice-campione in carica perché la Spagna partecipa già, appunto come campione del Mondo. Due sono i gruppi: nel girone A con l’Italia ci sono Brasile, Giappone e Messico, mentre nel girone B abbiamo Spagna, Nigeria, Tahiti e Uruguay. Il torneo si giocherà da sabato 15 giugno 2013 a domenica 30 giugno 2013, data in cui è in programma la finale nel mitico Maracanà di Rio de Janeiro. Si qualificheranno per le semifianli le prime due classificate di ogni girone. La partita d’apertura è Brasile-Giappone, stasera alle ore 21.00. L’Italia esordirà domani alla stessa ora col Messico proprio al Maracanà, e poi giocherà mercoledì 19 a mezzanotte a Recife contro il Giappone e sabato 22 alle 21.00 a Salvador de Bahia la partita più attesa del girone, Brasile-Italia. Per parlare della Confederations Cup abbiamo sentito il noto giornalista Fabio Ravezzani. Eccolo in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
La Confederations Cup è da considerare una manifestazione importante? Penso che lo sia per chi la vince, mentre non è lo stesso per chi non ottiene un risultato positivo.
Per l’Italia sarà un test attendibile? No, credo di no. Soprattutto non lo è per questa Italia che ultimamente sta un po’ snobbando i propri impegni internazionali.
Sembra che gli azzurri si presentino in Brasile pure in un momento di forma scadente… Direi di sì, la forma è scadente proprio perché i giocatori, dopo la fine del campionato, non stanno concentrandosi sulle partite che hanno davanti a loro.
Che giudizio dà di Giappone e Messico? Sono due formazioni non eccezionali, che però sono in grado di metterti in difficoltà con alcune giocate dei loro calciatori migliori. Sono poi nazionali che hanno una certa tradizione, come il Messico, o che la stanno acquistando progressivamente come il Giappone.
Cosa pensa del lavoro di Alberto Zaccheroni in Giappone? Ha sicuramente svolto un buon lavoro. Non so però fino a che punto i meriti della crescita del calcio giapponese siano suoi. Credo che dipendano soprattutto dal miglioramento del calcio in questo paese.
Il Brasile sarà competitivo? Thiago Silva ha detto che manca il gruppo… Il Brasile, pur avendo ottimi giocatori, non è stato in grado di vincere i Mondiali del 2006 e del 2010. Sta passando un periodo di livello medio quanto a qualità, con la presenza però di grandi campioni come Neymar, capaci di cambiare volto alle partite della loro Nazionale.
Un giudizio sull’altro girone? C’è un Uruguay di buon livello, mentre la Spagna non è più forte come un tempo. Se l’Italia avesse incontrato questa Spagna l’anno scorso agli Europei non avremmo perso così ampiamente, sarebbe stata una partita equilibrata.
La sua favorita per la vittoria finale? Vedo favorito il Brasile, anche per i prossimi Mondiali, perché in fondo la carica e l’entusiasmo che ci sono attorno a questa squadra porteranno la Nazionale verdeoro a vincere nel 2014. (Franco Vittadini)



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