Non passerà alla storia come Italia-Germania del 1970, ma il 4-3 tra Italia e Giappone sarà difficile da dimenticare, per chi nello Stivale è rimasto sveglio ad assistervi. Doppio vantaggio giapponese con Honda (rigore) e Kagawa, rimonta azzurra a cavallo dei due tempi con De Rossi, autogol di Uchida e rigore di Balotelli, pareggio nipponico con Okazaki e definitivo vantaggio di Giovinco, con un tocco d’interno semplice ma efficace. Quasi come quello di Rivera… Azzurri a 6 punti e Giappone a 0: come al solito, se cerchiamo giustizia abbiamo sbagliato sport. L’Italia si giocherà la testa del girone con il Brasile, che nel frattempo ha regolato il Messico: scontro diretto a Salvador il 22 giugno.



Sfida pazzesca a partire dal clima, che nei libri di geografia si sarebbe definito pluviale (umidità, caldo, rovesci). Iniziata col sole e finita con la pioggia, iniziata col Giappone e finita con l’Italia, la partita ha registrato un’ampia gamma di colpi di scena, mostrando il miglior lato del Giappone e quello “B” (per non dire c…) di un’Italia fortunata e cinica. Tutto mescolando numeri, errori e tatticismi. Non facile chiedere di più a 90 minuti di calcio.



La vittoria non può redimere tutto: la partita degli azzurri è iniziata al 41′ e durata circa venti minuti (intervallo escluso), quelli tra la fine del primo tempo e l’inizio del secondo. Il centrocampo ha sofferto e l’esperimento Aquilani è fallito per indiretta ammissione di Prandelli, che ha tolto il fiorentino dopo mezzora. Anche per i meriti altrui, resta un’Italia incapace di imporre il gioco ma capace di soffrire, che non è poco. Ma nemmeno quello che vorremmo vedere.

Impressionanti: Zaccheroni ha donato sagacia e coraggio all’applicazione tipicamente nipponica, che ha sempre contraddistinto una nazionale mai così tecnica. Come in molte squadre forti tra centrocampo e trequarti, anche al Giappone è sembrato mancare il bomber capace di finalizzare con cattiveria; ma ciò che hanno mostrato prima della nostra area è stato ammirevole. Corsa, ritmo, fraseggi, tagli e un passaggio a vuoto, in cui l’Italia ha infilato -non senza fortuna- due gol della sua rimonta. Nota di merito per i vari Endo, Hasebe, Okazaki, Honda e Kagawa: come Pokemon per la nostra nazionale sfibrata. E hanno perso…



Un rigore per parte, uno più dubbio per l’altro. Altre decisioni che non convincono del tutto.

Italia

Causa un non-rigore, perché il contrasto con Okazaki è regolare. Non perfetto sul 3-3 dello stesso Okazaki, si riscatta sull’Honda anomala.

Il nostro centrocampo a tre lascia spazio sulle fasce, e il Giappone a sinistra e una santabarbara: soffre molto le combo Kagawa-Nagatomo dal 15’st ABATE 6 Più efficace di Maggio in fase difensiva, ma il sinistro è il lato forte del nemico: soffre anche lui.

Un pò frettoloso nel cercare Balotelli con i lanci lunghi, dietro soffre anche perché privo di riferimenti cui attaccarsi.

“Addolcito” dall’afa impiega un pò a carburare (esitazione sullo 0-2), poi torna il solito lottatore adattandosi contro i samurai indiavolati.

Il clima surreale soffoca anche lui che pure era apparso in buona condizione. Sbaglia un retropassaggio ed è rigore; si propone in avanti ma raccoglie poco, e lascia campo dietro.

A centrocampo soffre da matti, tant’è che retrocede in prima linea. Però entra in due episodi chiave: il gol dell’1-2 -fondamentale- e il passaggio che avvia il definitivo 4-3.

Pressato dall’umidità prima ancora che dal Giappone, perde qualche pallone di troppo nè riesce ad illuminare, per l’andazzo generale che ci vede spesso in fase difensiva.

Poco in avanti, pochino all’indietro: affogato al Sushi.

Non riesce ad adattarsi al ruolo di trequartista e quindi ad entrare in partita: Prandelli se ne accorge e non aspetta l’intervallo dal 30’pt GIOVINCO 6,5 Cose piccole ma importanti: movimento, sventola (super Kawashima) e appoggio facile col sinistro per il 4-3 finale.

All’inizio è in balia pure lui, ma più di Aquilani fa pressing e attacca l’area: non a caso coglie un palo e procura l’autogol del 2-3 dal 23’st MARCHISIO 6 Fa argine e l’assist per il gol di Giovinco.

Nota migliore nella povertà del nostro primo tempo, perché lotta e si allarga per dare fastidio (un bel tiro cross); nella ripresa si ripete tornando anche a difendere, ed è glaciale dal dischetto.

All.PRANDELLI 5,5 Si corregge dopo poche curve (cambio Aquilani-Giovinco), ma se arriviamo primi al traguardo è perché il vento ci era favorevole.

Giappone

Paratissima su Giovinco, poche colpe sui quattro gol.

Il Giappone pende a sinistra, lui accompagna con alterna frequenza, poi fa autogol e fa un pò sotto dal 28’st H.SAKAI 6 Spinge e crea apprensione nell’ultima parte del match.

Non male in marcatura su Balotelli cui in fin dei conti concede poco, ma si lascia scippare da Giaccherini nell’azione del 2-2.

Come insegna Holly&Benji ‘il pallone è amico’: cerca di non sprecarlo in rilanci e dialogare con chi gli sta attorno.

Bei giochi a due con Kagawa, che libera il campo alle sue discese; riemerge nel finale dopo una ripresa più statica.

Il capitano è dappertutto: indietro a raccogliere, in mezzo a distribuire, in area a concludere: sfiora il gol nella ripresa. 

Giusto che sia lui, e non Pirlo, il regista illuminato del film più strano: passaggi semplici ma terribilmente puntuali, calci piazzati tagliati a pennello, bel giocatore.

Una furia: parte da destra, pressa e guadagna il non-rigore del vantaggio, segna il 3-3 di testa, mostra capacità atletiche e tecniche, anche nello stretto. Ma gioca sempre così? dal 46’st K.NAKAMURA s.v. Non è quello della Reggina.

Sa muoversi svariando sulla trequarti, arretra se ce n’è bisogno, dribbla e danza al limite dell’area. Difetto? Non fa gol se non su rigore.

Tra Klopp e Ferguson ha imparato tanto: un maestro nei tagli al limite dell’area, svaria dalla giocata semplice a quella più complessa, sempre a ritmo sostenuto. Lo abbiamo sofferto molto.

Si mostra con un bel colpo di testa in avvio, poi “sparisce” dall’area di competenza per dedicarsi a sponde e movimenti, spesso utili dal 34’st HAVENAAR 6 Dà più peso all’attacco ma le vere risorse si muovono alle sue spalle.

All.ZACCHERONI 7 Da capire se questa partita è regola o eccezione.  

 

Il tabellino

Marcatori: 22’pt rig.Honda (G), 33’pt Kagawa (G), 41’pt De Rossi (I), 6’st aut.Uchida (G), 7’st rig.Balotelli (I), 24’st Okazaki (G), 41’st Giovinco (I)

Italia (4-3-2-1): Buffon; Maggio (15’st Abate), Barzagli, Chiellini, De Sciglio; De Rossi, Pirlo, Montolivo; Aquilani (30’pt Giovinco) Giaccherini (23’st Marchisio); Balotelli (Sirigu, Marchetti, Astori, Bonucci, Candreva, Diamanti, Cerci, El Shaarawy, Gilardino). All.Prandelli.

Giappone (4-2-3-1): Kawashima; Uchida (28’st H.Sakai), Yoshida, Konno, Nagatomo; Hasebe, Endo; Okazaki (46’st K.Nakamura), Honda, Kagawa; Maeda (34’st Havenaar) (Nishikawa, Gonda, Inoha, G.Sakai, Kurihara, Kiyotake, Hosogai, Inui, Takanashi). All.Zaccheroni.

Arbitro: Abal (Argentina)

Ammoniti: Buffon (I), De Rossi (I), Hasebe (G) per gioco scorretto

 

(Carlo Necchi)