Una nuova goleada, quasi come quella subita pochi giorni fa dalla Spagna. Il cammino di Tahiti in questa Confederations Cup si chiude con numeri decisamente fuori dal comune: 24 gol incassati in appena tre partite, quindi circa otto ogni novanta minuti di gioco, e uno solo realizzato, quello contro la Nigeria nella gara d’esordio. Stavolta ci ha pensato l’Uruguay a dare l’ennesimo pesante colpo di grazia a Tahiti, nella gara di ieri sera valida per la terza e ultima giornata del gruppo B della competizione. Grazie a questa vittoria, i sudamericani approdano alla semifinale anche in virtù della sconfitta della Nigeria contro la Spagna; il girone si chiude così con la Spagna intesta con 9 punti e la Celeste a inseguire a 6. Per i ragazzi di Tabarez c’è ora il Brasile, e naturalmente il riferimento storico va immediatamente alla partita del 1950, quella del Maracanà, del 2-1 in rimonta e del secondo Mondiale vinto. Nonostante le otto reti realizzate, i dati statistici della gara non sembrano poi così catastrofici per Tahiti, che comunque è riuscita ad effettuare nove tiri, centrando lo specchio della porta avversaria in sei occasioni. L’Uruguay ha invece calciato ventuno volte, impegnando il portiere tahitiano in diciannove occasioni. Oltre a un possesso palla 60-40% in favore dei sudamericani, da sottolineare un espulso a testa per doppia ammonizione (Andres Scottti nell’Uruguay e Teheivarii Ludivion di Tahiti) e il numero di calci di punizione indirizzati verso la porta avversaria: in questo caso è Tahiti ad averne battuti ben 15, a fronte dei 5 dell’Uruguay. Numeri che ci dicono come i polinesiani se la siano giocata, senza troppi timori reverenziali e cercando comunque di fare la loro degna figura. Dal punto di vista dei numeri non ci sono riusciti, ma si sono guadagnati l’affetto e la stima di tutto il pubblico brasiliano, per un’esperienza che non scorderanno mai più nelle loro vite.
La partita si chiude sul risultato di 8 a 0 a favore dell’Uruguay, confezionato dal poker ad opera di Abel Hernandez, dalla doppietta del nuovo entrato Luis Suarez, e infine dalle reti del bolognese Perez e di Lodeiro. L’esito della gara avrebbe potuto straripare nella doppia cifra, esattamente come avvenuto con la Spagna o addirittura anche oltre, se non fosse stato per gli interventi dell’estremo difensore Meriel che, nonostante abbia il mal di schiena per i palloni recuperati nella propria rete, si è reso protagonista di alcuni interventi decisivi e di un rigore parato a Scotti. Il primo gol dell’Uruguay, però, arriva dopo appena due minuti di gioco: è Hernandez ad aprire le danze, insaccando la sfera alle spalle del portiere sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Il bomber del Palermo è incontenibile e replica al minuto 24 quando, lanciato sul filo del fuorigioco, prima salta con un delizioso “sombrero” il difensore e poi supera anche il portiere con un tocco morbido. Il 3-0 è invece firmato da Perez, anche lui al limite dell’offside, che batte Meriel con un astuto colpo di testa: palla sul palo, e tocco sulla riga di porta per il centrocampista del Bologna al secondo gol in Nazionale. La prima frazione di gioco si chiude con il poker della Celeste ancora di Hernandez, che sigla la tripletta superando il portiere e mettendo in rete di esterno sinistro. La cinquina arriva nel secondo tempo con Lodeiro che, al minuto 16, concretizza al meglio un traversone di Gargano. Cinque minuti dopo tocca ancora ad Hernandez su calcio di rigore, mentre le ultime due reti vedono protagonista il neo entrato Luis Suarez: quasi umiliante il primo, con triplo dribbling sul difensore e palla insaccata all’angolino, spiazzando il portiere; bello il secondo, a chiudere un’azione iniziata da Alvaro Pereira che filtra il pallone per Hernandez, altruista nel servire il compagno che rientra sul sinistro e da fuori mette in porta.
“Per nostra fortuna quello che doveva succedere è successo”, dice Oscar Tabarez dopo la partita, con riferimento alla vittoria della Spagna sulla Nigeria che ha regalato la semifinale all’Uruguay. Tahiti torna invece a casa, ma Eddy Etaeta e tutti i giocatori non scorderanno mai questa esperienza. “I miei ragazzi hanno giocato con l’anima, con il cuore. E’ questo che ci importava”, ha detto il CT. “Stasera (ieri, ndr) alla fine della partita hanno voluto ringraziare il pubblico brasiliano. E’ questo che portiamo a casa da questi giorni”. “Ringraziamo il pubblico dal profondo del cuore”, gli fa eco Chong Hue. “Ci ha fatto un immenso piacere l’affetto che ci ha riservato, ci ha sorpresi”. Tahiti torna a casa con 24 gol sul groppone, ma anche quello realizzato da Jonathan Tehau contro la Nigeria.